Nick: Althusser Oggetto: LE DUE NAPOLI LE DUE ITALIE Data: 28/4/2005 14.11.12 Visite: 168
C'è una Napoli che spende e spande e un'altra che non arriva alla fine del mese, una dinamica simile a quella nazionale, con diverse sfumature. Voi direte: che c'è di nuovo? Di nuovo c'è che che la linea di separazione fra le possibilità dei diversi ceti sociali oggi è molto più netta che nel recente passato e nell'inferno dei dannati sono finiti anche buona parte dei ceti medi, quelli che con uno stipendio compreso fra 3 e 5 milioni del vecchio conio si ritrovano oggi con 1.500 e 2.500 euro che non garantiscono certo lo stesso potere d'acquisto. Mi sono occupato in questi giorni del caro fitti per un articolo che uscirà venerdi e qualche cifra può rendere meglio il senso delle mie parole. Al vomero per un appartamento intorno agli 80 m2 le richieste oscillano fra i 1.100 e i 1.400 euro, per gli stessi m2 al corso di secondigliano si arriva anche a 900. Anche per appartamenti più piccoli non c'è da stare allegri, un monolocale di 40 m2 va dai 500 euro delle zone più periferiche ai 1000 dei quartieri residenziali. Con queste cifre si comprende come chi fitta (esempio di chiunque venda qualcosa, soprattutto beni di prima necessità) stia accumulando ingenti patrimoni, mentre chi acquista (o fitta) deve destinare necessariamente una percentuale molto ampia del proprio stipendio per la sola abitazione. A finale come dicevo a Moijto nel suo post quando si dice crisi non si deve pensare a un peggioramento generalizzato delle condizioni di vita di tutti, ma piuttosto all'allargamento della forbice fra chi ha e chi non ha, fra chi specula sul caro euro e chi lo subisce. Il neoliberismo prometteva più benessere per tutti, il suo unico risultato è invece quello di aver ridato senso e visibilità al concetto di "classe sociale". |