Nick: Black 80 Oggetto: Esempi elisabettiani Data: 12/4/2003 10.20.7 Visite: 21
HAMLET: [...] Oh, i flauti! Fammene vedere uno. - Detto tra noi, perchè mi stai addosso controvento, come se volessi spingermi verso una rete? GUILDENSTERN: Oh, monsignore, se il mio dovere è troppo audace, è perchè il mio affetto è troppo grande. HAMLET: Non capisco bene. Vuoi suonare questo flauto? GUILDENSTERN: Non so suonare, monsignore. HAMLET: Te ne prego. GUILDENSTERN: Credetemi, non so farlo. HAMLET: Ti imploro. GUILDENSTERN: Non so nemmeno come toccarlo, monsignore. HAMLET: E' facile come mentire.Chiudi questi fori con le dita e col pollice; dagli fiato con la bocca; e dirà una musica quanto mai eloquente. Guarda, questi sono i fori. GUILDENSTERN: Non so portarli a nessun tipo di armonia. Non ne ho le capacità. HAMLET: Ecco dunque che cosa indegna voi due fate di me! Vorreste suonarmi, vorreste dare a intendere di conoscere i miei fori, vorreste strappare il cuore del mio mistero, vorreste farmi suonare dalla nota più bassa fino all'apice del mio registro. E c'è molta musica, una voce eccellente, in questo piccolo organo. Ma voi non sapete farlo parlare. Diamine, credete che io sia più facile a suonarsi di un piffero? Chiamatemi lo strumento che volete, per quanto possiate scuotermi non riuscirete a suonare su di me. |