Nick: MuS|CA' Oggetto: re:Esempi elisabettiani Data: 12/4/2003 19.20.31 Visite: 8
1^ Strega: Ebbene, come mai, Ecate? tu sembri adirata. Ecate: Non ho forse ragione, streghe che non siete altro, sfacciate e tracotanti? Come osate voi trattare e contrattare con Macbeth di enigmi e di affari di morte; mentre io, la signora dei vostri incantesimi, la segreta orditrice di tutti i mali, non fui mai chiamata a far la mia parte, o a mostrar la gloria dell'arte nostra? E, ciò ch'è peggio, tutto quello che voi avete fatto, l'avete fatto per un figliuolo prverso, maligno e rabbioso, il quale, come fanno gli altri, vi ama per per i suoi propri fini e non per voi stesse. Ma ora fate ammenda: andatevene, e domattina trovatevi con me allo speco d'Acheronte. Egli verrà là per conoscere il suo destino. Portatevi i vostri vasi ed ii vostri filtri, i vostri incantesimi e tutto il resto. Io sono per l'aria; questa notte la spenderò in un'opera orrenda e fatale: grandi cose debbono compiersi prima di mezzogiorno, Ad un corno della luna sta sospesa una goccia vaporosa di nascosta virtù; io la raccoglierò prima che cada a terra, e da quella goccia, distillata con magiche arti, si sprigioneranno degli spiriti così pieni di artificio, che con la forza della loro illusione lo trascineranno alla sua rovina. Egli disprezzerà il destino, schernirà la morte, ed innalzerà le sue speranze al di sopra d'ogni saggezza, d'ogni pietà e d'ogni paura: e voi tutte sapete che la sicurezza è il capitale nemico dei mortali. (Canto di dentro: "Vieni via, vieni via"...) Sentite! Mi chiamano. Vedete, il mio piccolo spirito è seduto sopra una nuvola di nebbia, e m'aspetta. [Esce] 1^ Strega: Venite, facciamo presto, essa sarà subito di ritorno. |