Corte dei Conti: 'Preoccupante l'aumento del deficit: nel 2005 al 4%' Le previsioni per il 2005: Pil fermo ROMA - L'Italia vive al di sopra dei propri mezzi, facendo ricorso pesantemente all'indebitamento. Lo dice il procuratore generale presso la Corte dei Conti, Vincenzo Apicella, nel suo 'giudizio di parificazione' al rendiconto generale dello stato per il 2004, presentato stamattina a Roma. Le proiezioni per il 2005 del rapporto deficit/Pil "indicano una preoccupante tendenza all'aumento", il dato previsto si avvicina al 4%". Anche il debito pubblico registra una "ascesa pressochè ininterrotta e, alla fine, elevatissima". Situazione strutturale. E non si tratta di una situazione congiunturale: riportando il rapporto deficit/Pil nel 2004, fissato al 3,2%, Apicella ha sottolineato che tale dato "risente in una certa parte di cause non recenti, non attribuibili all'attuale difficile congiuntura e neppure a comportamenti gestori posti in essere nell'ultimo anno e in quelli immediatamente precedenti". Difficile il 'rientro' nel 2006. A giudizio del presidente di sezione della Corte dei Conti, Fulvio Balsamo, inoltre, "livelli di disavanzo e di debito così distanti dagli obiettivi si propongono anche come una difficile base di riferimento per lo scenario del 2006, anno per il quale devono essere definiti obiettivi programmatici di finanza pubblica compatibili con un percorso di rientro verso valori condivisi a livello europeo". E, aggiunge, "sotto questo aspetto, il profilo tendenziale dei conti pubblici non è affatto rassicurante, nè con riguardo al disavanzo nè, soprattutto, con riguardo al debito pubblico". Indebitati anche i cittadini. Ma non è solo la pubblica amministrazione ad essere pesantemente indebitata. La spesa eccessiva, al di sopra delle entrate, è un problema nazionale che coinvolge anche i cittadini, rileva Apicella: "Fatta naturalmente una doverosa eccezione per quella fascia di cittadini che vivono in dignitose ristrettezze, e che meritano rispetto e aiuto, l'azienda Italia, da molto tempo, nel complesso e mediamente, sembra vivere al di sopra dei propri mezzi, anche a causa delle tentazioni del consumismo, ovviamente, con pesante ricorso all'indebitamento". In altri tempi, spiega Apicella, si sarebbe forse potuto ricorrere a un regime di austerità, ma ora "appare invece più attuale operare una più attenta e responsabile politica di spesa pubblica e privata" che coinvolga una migliore organizzazione, uno sfruttamento più razionale delle risorse e anche "un rafforzamento dei valori professionali, ma anche etici, del lavoro". Pil prossimo allo zero. All'indebitamento si oppone una crescita limitatissima della ricchezza nazionale: per il 2005 la Corte dei Conti prevede una crescita del Pil pari allo zero. 'Per l'Italia appare verosimile una proiezione per il 2005 non favorevole: il riflesso della caduta dell'attività produttiva negli ultimi tre trimestri prefigura una crescita del Pil prossima alla zero", dice il presidente Balsamo. Deludente la riscossione dei tributi. Il sistema della riscossione dei tributi appare ancora deludente, con le concessionarie che, dal 2000 al 2004, hanno riscosso solo il 5% dell'ammontare netto riscuotibile. "Nell'ultimo quadriennio - dice Apicella - l'ammontare annuo delle somme riscosse dalle società concessionarie sui ruoli emessi dall'agenzia delle entrate e da quella delle dogane, svincolato dall'anno di affidamento del carico, ha presentato una flessione del 42,18%, passando dai 1.596 milioni di euro nel 2000, ai 923 dell'anno 2004". "Si tratta - specifica poi Apicella - evidentemente di risultati fortemente negativi, soprattutto se confrontati all'entità dell'onere finanziario (circa 500 milioni di euro) che il bilancio dello Stato è chiamato a sopportare per sostenere il sistema delle concessioni". Diminuisce solo in apparenza pressione fiscale. La pressione fiscale nel 2004 si è ridotta di un punto, ma solo grazie a sanatorie e condoni. "La pressione fiscale, cresciuta di 0,7 punti tra il 2002 e il 2003 è diminuita nel 2004 di quasi un punto percentuale (dal 42,6 al 41,7%) - dice Balsamo - quasi per intero attribuibile tuttavia alla riduzione delle imposte in conto capitale (-50,2%), categoria che contabilizza gli introiti delle sanatorie tributarie e del condono edilizio". Per essere più chiaro Balsamo spiega ancora che "al netto di tale componente straordinaria sia la pressione fiscale che la pressione tributaria hanno mantenuto sostanzialmente invariata l'incidenza rispetto al Pil". Drastiche decisioni per la previdenza. La previdenza "richiede più che mai le drastiche decisioni che ho auspicato nei giudizi sui rendiconti degli scorsi anni, quelle decisioni che l'allungarsi della vita media attiva richiedono", dice il procuratore Apicella. "Occorre - aggiunge - che sia ristabilito un più equilibrato rapporto tra vita attiva e quella coperta da pensione". Gli sprechi della pubblica aministrazione. Nella pubblica amministrazione, "Probabilmente è giunto il momento di abbandonare generiche considerazioni sull'esistenza di sacche di 'sprechi', che pure esistono", dice Apicella, specificando che "al riguardo, è necessario distinguere tra 'dispersioni' strutturali e 'fruizioni' patologiche dei flussi". "Per fronteggiare le prima - prosegue Apicella - non basta il contrasto in sede giurisdizionale, che invece resta strumento utile per arrestare e interrompere le seconde". "Un'area entro cui significativamente cominciare a sperimentare tale più meditato approccio - aggiunge Apicella - riguarda il riassetto degli enti ed organismi pubblici, con soprressione di quelli inutili o non indispensabili". In merito invece agli strumenti pensati nella finanziaria del 2004 per contenere l'entità e il costo del personale pubblico, la Corte dei Conti rileva come "l'ampiezza delle esenzioni e delle deroghe al divieto di assumere a tempo indeterminato, e l'allentamento dei suddetti vincoli per una cospicua serie di categorie di personale e di enti, rischia di vanificare tale obiettivo". Aumenta la spesa degli enti locali. La spesa degli enti locali, nel 2004, si è mostrata in forte ascesa, sottolinea Apicella esaminando la gestione del bilancio nel 2004. In tema di spesa, ha detto il procuratore, "emerge una netta linea di tendenza, quella che segna una notevole differenziazione tra l'andamento della spesa statale (in netta diminuzione) e quella delle Regioni, Province e Comuni (in forte ascesa). Eccessiva la spesa sanitaria. Non si arresta la corsa della spesa sanitaria. Lo denuncia il procuratore Apicella, che parla di "sempre maggiori livelli" di anno in anno. "Per l'anno in corso - afferma nella sua relazione - senza un notevole recupero di efficienza si prevede un deficit di almeno di 2 miliardi e mezzo, dovuto anche all'assistenza gratuita pur se umanamente giustificata, agli immigrati". Nel suo intervento il presidente di sezione Balsamo ricorda inoltre che il disavanzo del settore è tornato ad aumentare passando da 1,8 miliardi nel 2003 a circa 3,5 miliardi nel 2004. |
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