Nick: Viola* Oggetto: Dostoevskij Data: 6/7/2005 12.51.7 Visite: 181
Premetto una citazione dal Franti: p.a.p. però il mondo è bello perchè è vario, hai visto mai. ;) Non a caso Nietzsche chiamava Dostoevskij "mio fratello di sangue". In "Delitto e castigo" lo studente Raskolnikov uccide una vecchia usuraia per prenderle i soldi e darli a chi non li ha. Agisce per agire, uccide per uccidere autoassolvendosi, ponendosi "aldilà del bene e del male". Solo che ponendosi aldilà del bene del male quello che si incontra è solo il male. Raskolnikov uccide la vecchia spaccandole la testa con un’accetta, ma è costretto ad uccidere anche un’innocente, la sorella di lei che ha visto quello che non doveva vedere. Altro che "pulp", quella scena, nessuno dopo ha inventato niente di nuovo. In "I demoni" il nichilismo è portato all’estremo. C’è una banda di "terroristi" raccolta attorno a Stavroghin. Ciò che li agita è il fanatismo, un’idea vale un’altra e nessuna vale niente. Insomma Dostoevskij ci mostra quanto il terrorismo abbia a che fare non tanto con l’ideologia, quanto con il nichilismo che ne è alla base. Roba da giorni nostri, come in tutti i grandi scrittori. Quanto all’idea del bene, l’unico personaggio completamente "buono" nella sua opera è il principe Myskin, il protagonista di "l’idiota", affetto da una grave malattia (l’epilessia, di cui soffriva lo stesso scrittore), che lo ucciderà. Non riesce a salvare nessuno con la sua comparsa, ma ha valore di "testimonianza". In "i fratelli Karamazov" il giovane Alesa nel dibattito su cosa sia il male alla fine afferma che Dio non è venuto a risolvere un problema di metafisica, ma a prendere il male su di sé. Quindi Dio sarebbero coloro che prendono questo male sulle loro spalle, gli "umiliati e offesi", le vittime incolpevoli che ogni giorno incontriamo. Per un’atea come me questo è un Dio in cui posso credere. "Chi non s'aspetta l'inaspettato non troverà mai la verità" Eraclito. |