Nick: Nuje Oggetto: NON SI FITTA AI MERIDIONALI Data: 7/7/2005 19.26.22 Visite: 370
Torino, dicembre 1970. E' da giorni che cerco casa. Quando non trovo direttamente il cartello non si fitta ai meridionali, c'è lo sguardo schifato del padrone di casa che appena apro bocca e sente il mio accento, dice che la casa l'ha già fittata. Eppure io sono venuto qua per lavorare, non certo per sta nebbia che mi riempe i polmoni di merda e la testa di voglia di tornare a casa. Quando mi sveglio alle 5 per essere in fabbrica a mirafiori sud per il turno delle 6 penso al mare della mia Sicilia e ai fichi d'india, poi guardo fuori e mi faccio la croce e penso che sono qui per lavorare, perchè di sole, mare e fichi d'india non si campa, nemmeno nella mia Sicilia. Io sono qui per lavorare e Rosetta con le bambine sta giù a casa, me la vorrei portare su la mia famiglia, quelle cose normali che piacciono alle persone normali come me, che la domenica ci vestiamo a festa e ce ne andiamo in gita con la macchina comprata a rate. Ma mi sa che se non imparo a parlare piemontese e mi cambio questa faccia da terrone, come mi dicono loro, me le posso pure dimenticare a Rosetta e alle bambine. I piemontesi non ci vogliono affittare le case perchè dicono che noi siamo delinquenti, che arriviamo in 2 e ci piazziamo in 20, che siamo sporchi e puzziamo. Che poi io gli vorrei rispondere, vorrei vedere a te a profumare di pulito quando in una stanza ci stiamo in sei e per sciacquarti un po' la faccia al lavandino devi pigliare il terno che non trovi tutti in fila per un'ora a consumare quell'acqua calda che quando sarà il tuo turno te la devi solo immaginare. Vivere bene fa odorare, abitare in case decenti, perchè l'essere umano cos" com'è, a crudo diciamo, puzza, soprattutto se si rompe il culo per 8 ore in fabbrica e ne passa altre 2 ad andare e tornare. Qualcuno di noi è delinquente e questo si sa, ma erano delinquenti pure in Sicilia e quando hanno capito che la nostra emigrazione al nord poteva essere per loro un buon affare si sono spostati insieme a noi, come le cavallette che mangiano i raccolti. Sono le stesse facce di sempre, però devo dire che se pure in mezzo a loro molti sono proprio delle carogne, ce ne stanno pure altri che una mano te la danno, sono quelli che se avessero avuto una mezza possibilità nella vita, forse avrebbero preso un'altra strada. A questi signori piemontesi che mi guardano schifati glielo vorrei dire che questa è gente con me non c'entra. Non mi rompevo la schiena per 8 ore al giorno se ero un mafioso e, anzi, a essere sincero quelli che si sono integrati meglio qua a Torino sono proprio i mafiosi. Loro ce l'hanno i soldi per andare nei locali belli al centro o in qui ristoranti che io quando a volte ci passo davanti non ho nemmeno il coraggio di guardare attraverso le vetrine, perchè la loro ricchezza mi incute soggezione, mi fa sentire piccolo come quand'ero in Sicilia e la nonna mi cantava la ninna nanna. Solo che qua la nonna non ci sta, fa freddo, e la gente per strada mi guarda male come se gli avessi fatto qualcosa e affretta il passo e io mi sento piccolo, e indifeso. Poi i mafiosi sono quelli che comandano nella nostra comunità, sono loro che ti trovano il lavoro direttamente quando stai ancora al paese e a loro devi dare la regalia per ringraziarli. Loro ti trovano queste case che ti affittano a posto letto, in modo da farci quanti più soldi è possibile, fa niente che io da 2 settimane non riesco a lavarmi con l'acqua calda. E i piemontesi poi dicono che puzzo, vorrei vedere loro, vorrei vedere. Molti ai mafiosi gli danno pure il voto e per questo poi diventano amici dei politici di qua. I mafiosi sono integrati a Torino, chi ha soldi sta bene dappertutto e io continuo a trovare cartelli che mi dicono non si fitta ai meridionali.
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