Nick: youtoo Oggetto: One, la storia: Data: 15/7/2005 12.45.36 Visite: 15
A volte può sembrare che si stia scavando una buca. Altro giorno, altra seduta di registrazione, ci si dibatte per sei ore e alla fine di tutto ci si rende conto che l'ispirazione si è presa una lunga vacanza. Ormai che hai cominciato, però, non hai altra scelta che andare avanti, e così ti dimeni e ti sforzi per un altro po’: poi, improvvisamente... BANG! In tre mesi passati a Berlino, gli U2 produssero solamente due canzoni; non solo, ma una di esse venne fuori per caso. Stavano lavorando a Mysterious Ways, ed erano alla ricerca delle otto battute centrali per la canzone; The Edge se ne venne fuori con due alternative, Bono ne senti una e pensò "Ecco un'ottima canzone nuova!". Improvvisò pertanto una melodia sugli accordi di base, e gli sembro valida. The Edge mise le altre otto battute centrali alla fine e venne fuori una canzone. "La melodia, la struttura, l'intero brano, insomma, venne realizzato in un quarto d’ora", ricorda Bono. Naturalmente, e com'era logico aspettarsi, la band fu più che contenta. Si era trattato di uno di quegli episodi casuali ma fortunati, di uno di quei momenti in cui l'intrico delle idee si spezza e una canzone fluisce attraverso l'apertura. Vennero spediti a Brian Eno dei nastri contenenti quanto era stato realizzato fino a quel momento, perché esprimesse le proprie opinioni e i propri suggerimenti in proposito; ovviamente, gli venne fatto pervenire anche questo primo, ispirato abbozzo di One. Quando il produttore arrivò negli Hansa Studios, era in uno stato d'animo ottimisticamente esuberante. "Brian arrivò e disse che tutto il materiale che avevamo per le mani gli piaceva davvero tanto",ricorda Bono. "Noi rimanemmo alquanto sorpresi, perché ci avevamo perso il cervello sopra e non ci sembrò granché. C'è solo una canzone che trovo veramente pessima, disse, ed è One". Bono ride. "Riteneva che avesse bisogno di una seria opera di decostruzione: facemmo quanto aveva detto, e fu grazie a ciò che adesso la canzone funziona. Perché, vedi, se adesso la suoni alla chitarra acustica funziona, ma se tu l'avessi sentita per prima cosa alla chitarra acustica, non avrebbe avuto lo stesso feeIing". Flood ricorda con precisione quella particolare session, che fu una di quelle occasioni veramente speciali. "Fu una cosa molto, molto veloce", dice. "Bono improvvisò il novanta per cento della melodia e del testo, e la canzone sembrò nascere quasi spontaneamente. Fu questione di un momento, e noi riuscimmo a catturarlo". "È incredibile pensare a quanto vicina andò One a non prendere vita. Considerato il modo disordinato e spesso fortuito in cui gli U2 operano abitualmente in studio, si ha sempre la sensazione che le loro canzoni vengano fuori quasi per caso, ma quello di One fu un caso limite. Nondimeno, essa rappresenta una delle loro migliori creazioni, una ballata di grande profondità e bellezza che si presta a molteplici interpretazioni. "Penso che fosse liberamente ispirata alla posizione nella quale mi trovavo io riguardo alla mia ultima compagna e a mia moglie", riflette, offrendo un'interpretazione, Guggi, vecchio amico di Bono sin dai tempi del Lypton Village. "Parla di qualunque cosa sia relativa alla fine di una relazione e all'inizio di un'altra. Sono stato assieme alla mia ultima fidanzata, Linda, per quattordici anni; poi, mi sono preso un piccolo studio al City Arts Centre, ed è stato mentre lavoravo là che ho sentito dire che questa pittrice tedesca, Sybil, sarebbe venuta a stare qua per sei mesi, per lavorare. Ecco come l'ho conosciuta. Abbiamo cominciato a dipingere assieme, e la cosa è partita e andata avanti da lì. In quel periodo sono stato molto vicino a Bono, anche fisicamente, perché passavamo un sacco di tempo assieme; penso che molto di quella situazione sia finito nella canzone". One è un brano che parla di relazioni interpersonali. Il senso di colpa che può provare qualcuno che ha appena posto fine a un lungo rapporto amoroso è espresso nella frase nella quale Bono chiede "Sei venuta per chiedermi perdono / Sei venuta per far risorgere i morti / Sei venuta per fare la parte di Gesù / Per i lebbrosi che hai nella mente?". La canzone però è anche una riflessione sulla misura in cui il soggiorno berlinese degli U2 stava mettendo alla prova il loro senso di unità. "Ovviamente, One parla della band, dice Bono. "Hai visto il film Live At Sydney? Fu quella volta in cui Adam si senti male e dovemmo fare a meno di lui per un concerto; avevamo a disposizione soltanto due serate per effettuare le riprese, e a prima andò sprecata per via della sua assenza. Ce ne rimase solamente una, e sapevamo che lui era in pessima forma; invece, contro tutte le aspettative, nel film ha un aspetto splendido, e il suo modo di suonare ha un che di spavaldo. Non ho idea di come ci riuscisse. In tutta sincerità, pensavamo che quella sarebbe stata la fine di tutto: non sapevamo se avremmo avuto ancora intenzione di andare avanti , visto che uno di noi era tanto scontento e insoddisfatto. Ecco così che quella particolare esecuzione di One diventa l’essenza stessa di quello che rappresentò quella serata Avemmo una sensazione del genere, quando, girando per tutta Europa, ci ritrovammo a suonare a meno di trecento chilometri dalla Bosnia, dove stava accadendo di tutto. Di One vennero realizzati tre video, ognuno dei quali traeva spunto da una diversa interpretazione della canzone. Uno, diretto da Mark Pellington e costruita attorno all'immagine di un bisonte che veniva spinto giù da una scogliera, era basato sull'opera di David Wojnarowicz, un artista morto nel 1992 per una malattia correlata all'AlDS, e indusse qualcuno a interpretare One come una canzone che parlava di AIDS, e il suo testo come una conversazione tra un padre e il proprio figlio sieropositivo. A me personalmente questa interpretazione è sempre sembrata poco rigorosa. "Era uno dei tanti aspetti della storia", dice Bono. "Vedi, se una canzone affronta un qualsivoglia argomento erotico o sessuale, lo spettro dell'AIDS deve necessariamente essere presente; però, la malattia non è l'unica cosa che minaccia le relazioni interpersonali. Tutto la fuori sembra essere contro l'idea stessa della coppia; il concetto di fedeltà viene costantemente messo in discussione, in ogni spot pubblicitario, in ogni programma televisivo, in ogni film, in ogni libro. Insomma, il sesso viene usato per vendere prodotti e in effetti è sempre stato esso stesso un prodotto. Se il sesso fosse anche solo vicino al centro della nostra vita, com'è che l'abbiamo abbandonato nelle mani degli stupidi, nelle mani di pornografi e gente dei genere? Penso ancora che sia una specie di territorio vergine, perché di solito si e inclini alle spacconate in materia, tipo Ne faccio ventitré in una notte, tutte in una posizione diversa!, roba dei genere? Invece, c'è qualcosa di più, molto di più". Concluse le sedute di registrazione a Berlino, il nastro di One venne riportato a Dublino; il brano aveva adesso delle buone basi, ma necessitava ancora di quello che The Edge definisce un "primo piano". Vi sovraincisero un sacco di cose, e tuttavia non riuscirono a ottenere un mixaggio che li soddisfacesse; fu allora che intervenne Eno, il quale, con istinto finissimo, realizzò un mixaggio basato sui propri pregiudizi personali, buttando via senza pietà tutto quanto non era di suo gradimento. Si trattò della svolta della quale avevano bisogno, e finalmente gli U2 ebbero un arrangiamento che avrebbe funzionato. Flood, però, era ancora poco convinto. "Ero quello che continuava ad avere dei dubbi" ricorda. "Continuai a ritenere che fosse un po’ troppo serio, finché non realizzammo il mixaggio finale. Tutti misero le mani sul banco di regia; a Bono non piaceva una frase del cantato, e così, fondamentalmente, passammo l'intera giornata a rifarla. Da quel momento, entrammo nella mentalità da mixaggio, e io, Eno, Lanois e Bono ci sedemmo alla console e facemmo ognuno una cosa diversa, cercando di rendere il mixaggio più emozionale possibile. Nel processo di realizzazione di un brano c'è un punto in cui la tecnologia va a farsi benedire, e tu puoi effettivamente usare il mixer come una specie di strumento; questa cosa accadde durante quel mixaggio. Arrivammo alla parte che dice Love is a Temple e The Edge disse Ho un'ottima idea per un riff di chitarra. Cosi, in fase di mixaggio, io, Eno e Lanois ci piazzammo dietro al banco, e la band rimase lì attorno pronta a dare consigli e The Edge, in fondo allo studio, suonò la parte di chitarra dal vivo. Personalmente, ritengo che la canzone abbia dei forti contenuti emotivi, e che noi, con il nostro mixaggio, riuscimmo addirittura a migliorarla". FUCK FEAR, DRINK BEER!!!!!
|