Nick: Franti Oggetto: Le Cose Vicine Data: 19/7/2005 11.29.20 Visite: 390
" Andiamo a cena,ti va?". "Sì Piè, dove?". "Dai, ti porto io in un posto". Mi ha sorriso. In auto c’era l’aria condizionata e il fumo della sigaretta che puzzava più di quanto normalmente puzza. Puzza peri altri. Io ci sono abituato al fumo in auto. Mi sa che le bruciavano gli occhi. Ma non ho gettato via la sigaretta. Ho semplicemente aperto il finestrino e tentato di fare uscire il fumo. Con l’aria condizionata sempre accesa. Anzi, aumentato il livello dell’aria condizionata da 1 a 3 e ho indirizzato le grigliette nere di plastica, da cui fuoriesce l’aria, verso il mio torace e il mio viso. Pure se nulla diceva, l’aria condizionata la infastidiva. Lo sapevo. E così ne ho deviato il flusso. E l’aria condizionata ha fumato la mia sigaretta. E l’aria condizionata non si è curata neppure della circostanza che dei pezzettini di cenere infuocata mi erano finiti nel collo della camicia. Cazzo! Tre piaghette a forma di unghia del mio mignolo e un salto repentino sul sedile senza dire A. Lei aveva la testa girata a destra, sulla strada. In auto c’era un Cd che suonava. E lei accompagnava una canzone,come un playback sonoro. Nel senso che non mimava la voce di Riccardo Sinigallia che fuoriusciva dal Cd. La sua voce accompagnava e alte, copriva quella di Sinigallia "Bellamoreeee che tieni i segretiiiiiiii dei tuoi ricordiiii Sei come un'onda che non ha confini. Ti allontani e poi ritorni ancoraaaaaaaaa, e per questo sei sola E ridi amaraaaaa su un'altra ferita che ti ha guaritoooooooo travestita da angelo fallito e con un'ala solaaaaaaaaa insiemeeeeee possiamo volare ancora, ‘ncoa, ‘ncora, ‘ncora" Ha girato il viso verso di me: "Bellissima Piè. Ma hai inserito questo Cd per quale motivo? Cioè, dimmi la verità, BellAmore hai voluto dedicarla a me?". "No,perché?". "Mi ricorda tanto la nostra storia. E mi sa che ormai la canzone è legata a te. Non so se capisci… Sai, tutti abbiamo delle canzoni legate a qualcosa, ad un avvenimento, aduna persona. Ecco, BellAmore da adesso mi ricorderà te e questa…". "Sì, sì, ho capito. Comunque è bellissima ‘sta canzone…..". La interruppi. Alzò le sopracciglia e si rigirò verso la strada. E cantava. "Anche se tutto il tempo che ci resta è già passato e non tornerà per ogni occasione PERSA! Eeeeeeeeeee camminareeeeeeee insieme a te, insieme a teeeeeeeeeeeeeee E non pensareeeeeeeeeee tutto contro teeeeeeee, tutto contro teeeeeeeeeee". Mi veniva un groppo alla gola. E stavo per piangere. Mi sono trattenuto, per non sembrare una vite tagliata . Come sono schifosamente razionale e falso a volte. Falso con me stesso. Mi prendo per il culo. Lei si rigira. "Piè che c’è? Sei triste? Malinconico?" "Un po’…" "Perché?" "Pensavo a mio padre. Ha sofferto come un cane per tre mesi prima di andarsene" "Mi dispiace Piè…tanto…" Bugia. Altra presa per il culo. Anzi, altra autpresa per il culo. E un’onta versoio padre. Scusami papà. Al ristorante abbiamo preso un tavolo nell’angolo. Tendo sempre a nascondermi in un angolo, nei ristoranti. Parlo abbastanza a tavola, specie di cose piuttosto intimiste ed intime e specie sotto l’effetto di un buon vino rosso, e l’idea che qualcuno che non conosco possa ascoltare quel che io dico mi da fastidio. Molto fastidio. Specie se poi mi osserva. Il cameriere ha portato n solo menu. Lo ha preso lei. Ero imbarazzato. Detesto la circostanza secondo cui, quando vai in un locale con una donna, ti danno un solo menu. Mi toccava strofinare le mani, poi tenere le braccia conserte e guadare intorno, mentre lei leggeva in attesa di scegliere qualcosa e ordinare. Poi sarebbe toccato a lei. Strofinarsi le mani, poi tenere le braccia conserte e guadare intorno, mentre io leggevo, in attesa di scegliere qualcosa e ordinare. Situazione detestabile che sa di noia, di abitudine. Io ho paura della noia. Non ne parliamo dell’abitudine, poi. "Io prendo delle pappardelle al ragù di cinghiale, tu?" "Non lo so. Starei a dieta. Quando hai finito mi passi il menu e decido". Ma non mi dava fastidio? Cazzo, che incoerente che sono. Terza presa per il culo. Anzi, terza autopresa per il culo. Passa un minuto e decido. Passano trenta secondi e lei mi fa: "Piè…ho deciso di tornare con i mio ex…". "Ah! Come mai". "Piè, non posso averti. Non riesci a innamorarti di me e mi sento sola e…". "Ma brava!E che vado a comando? E poi complimenti: ti accontenti di un passato che non ti piaceva e non ti piace affatto, solo perché non puoi avere un presente che desideri e un futuro che hai paura di sbranare?" Complimenti! Davvero!". "Piè..mi sento sola…..sarò stronza, ma mi sento sola…Cosa posso farci? E poi un po’ di bene gliene voglio e lui ne vuole a me…di bene. E tanto.". "E’ una cosa squallida…" "Lo so…forse hai ragione". Dopo dieci secondi mi sentii un arrogante. Uno chela sapeva lunga su tutto ma che in verità non sapeva un cazzo. Uno che fingeva di saperla lunga su erte cose e che poi,d nascosto, riprendeva per il culo da solo. Fino a tre volte in una serata. "No, baby…hai ragione tu…Scusami tanto…". Lei avvicinò la faccia alla mia e, strofinandomi il naso sulla fronte, disse: "Non preoccuparti. Non ero innamorato e non sono innamorato di lei, ma l’avevo vista a distanza ravvicinatissima. E la sentivo vicinissima. E le cose vicine sono le più belle. E le persone vicine sono straordinariamente belle. Io e Te: TRE METRI SOPRA LO SCANNETIELLO! |