Nick: **sfigatt0** Oggetto: Melissa P. Data: 23/7/2005 11.41.5 Visite: 192
Atto secondo: "L'odore del tuo respiro" Letto d'un fiato in poche ore: cinque, sei. Non fatevi illusioni però; pregi di questo libro non sono certo l'immediatezza o la scorrevolezza. Le parole sembrano stagliate sulla carta ruvida ed è a volte complicato riuscire a smuoverle e farle proprie. La narrazione scorre lenta e priva di dialoghi, il cui filo conduttore è costituito da un confronto a distanza tra il protagonista narratore,(Melissa) e la madre, la quale ascolta passiva e non vi partecipa mai. E' un susseguirsi di vaneggiamenti visionari e sconclusionati, che a nulla approdano tranne che alla follia. E' il ricordo di un sogno onirico e sanguinolento descritto a mo' di film muto, per giunta privo di sottotitoli. La tecnica narrativa: un accozzaglia di immagini intarsiate alla rinfusa, rendono difficile la percezione istantanea e fulminea dell'urlo disperato e compassionevole diretto al lettore. Negli ultimi capitoli il lettore diventa attore, vede con gli occhi della disperazione ed è allora che arriva. Il libro arriva dritto allo stomaco, come un jeb ben assestato da un pugile professionista. Non è solo un semplice esercizio di scrittura dunque; ma un originale se non geniale rappresentazione della follia che segue la morte di un amore. Una poetica ed illuminante definizione della devastazione che segue alla consapevolezza della morte di una parte di se e di ciò che è stato e non può più essere. "Come nei primi mesi della nostra storia, non facciamo l'amore. Ma quel fermarsi prima di tuffarsi era un gioco meraviglioso. Oggi è un dolore insopportabile, però so che sarebbe ancora più insopportabile se riuscissimo a farlo." "Non voglio lui. Scomparirò per sempre e lo guarderò amare:sarà questa la condanna che mi sarò meritata." "La sua felicità mi dà piacere perchè è essa stessa la fonte del mio dolore, del male che mi faccio."
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