Il presidente Aurelio De Laurentiis, durante la conferenza stampa di Capri ha rivelato di aver avuto due incontri con il presidente della Figc, Franco Carraro: "Ho avuto un incontro con Carraro tempo fa assieme a Marino e Ghirelli ed io essendo andato preparato a quest'incontro gli ho fatto delle domande specifiche. Gli ho chiesto 'ma il termine del 30 giugno è perentorio?' e lui mi ha risposto. 'Perentorio in italiano non ha altre interpretazioni. Perentorio significa perentorio. Non e' dilazionabile!' Allora gli ho chiesto: 'La Covisoc e la Coavisoc possono allungare questo termine?' e lui mi ha risposto: 'La Covisoc no, la Coavisoc può solo esaminare le richieste di ricapitalizzazione delle società'.
Dopo questo incontro io e Marino eravamo contentissimi. Dopo tutti gli accadimenti ci siamo rivisti e gli ho detto: 'ma quel termine non era perentorio?' e lui ha risposto 'E che ci posso fare io?'.
Con questo atteggiamento la Figc rende lecita l'illegalità. Tutto ciò come uomo mi offende enormemente. Noi abbiamo presentato tutti i documenti necessari per dimostrare la posizione debitoria di Pescara e Vicenza. Debiti che invece non sono tali per la F.I.G.C.
Il Napoli può far paura alle grosse società poiche dovrebbero dividere i proventi anche con noi. Tenerci ai margini del grande calcio è stata un'intelligente mossa utilitaristica del palazzo.
-------------
Personalmente non sono affatto di quelli che premevano per un ripescaggio, ma come in tutte le cose c'è modo e modo, e questo rispetto a senso unico delle regole mi ha fatto girare assai le palle.
E fa girare anche le palle che chi non si è interessato dei fatti se non per sentito dire sia convinto che il Napoli abbia cercato di elemosinare qualcosa, quando in realtà ha cercato invano di far applicare le regole che l'anno scorso ci hanno fatto scendere in C anche se il campo aveva detto il contrario.
Queste ultime persone abbiano almeno il buon gusto di tacere di fronte alla palese ingiustizia subita, sempre fatto salvo Capparella che è na latrin.
"..e dimmi la verità, nun m'strunzià, olé, oilì, oilà"
(cit.)