Nick: cupa Oggetto: sangue gay Data: 22/9/2005 18.29.21 Visite: 269
Milano, il Policlinico conferma "Non accettiamo donatori gay" MILANO - Nonostante le polemiche, il Policlinico di Milano continua a non accettare il sangue dei gay. Con un comunicato della direzione, il Centro trasfusionale e di immunologia dei trapianti ha annunciato che "per tutelare la salute dei pazienti", manterrà il suo protocollo di sicurezza che non ammette la donazione di maschi che abbiano avuto rapporti con uno o più soggetti dello stesso sesso. Il protocollo sarà cambiato solo in caso di disposizione "generale, precettiva e vincolante" del ministero, come spiega il comunicato: "In riferimento alla richiesta del ministero della Salute di modificare il protocollo di ammissione alla donazione di sangue in uso presso il Policlinico di Milano, la Direzione del centro trasfusionale ha inviato una relazione al ministro Storace, nella quale vengono precisate le ragioni che giustificano la decisione, in conformità con le procedure della maggior parte dei sistemi trasfusionali europei e non europei, perché è ad alto rischio". Il caso era nato dalla denuncia di un uomo che si era visto rifiutare la possibilità di donare il sangue dopo aver dichiarato di essere gay. Il Policlinico giustifica e rilancia la sua decisione: "Questa scelta non ha alcun intendimento discriminatorio, deriva dal primario dovere del medico di tutelare la salute dei pazienti". Così il Policlinico non cambia le regole, paventando il rischio troppo alto di sangue infetto: "In considerazione delle gravi conseguenze che potrebbero derivare ai pazienti trasfusi se il protocollo fosse modificato, conseguenze rappresentate primariamente dall'infezione da Hiv e dai virus dell'epatite, nonchè delle responsabilità dei medici, confermiamo la validità dei protocolli da lungo tempo adottati, augurandoci che questa posizione sia condivisa dal ministro, nel superiore interesse dei pazienti". Repubblica(22 settembre 2005) I fautori di questo "divieto"affermano di non aver operato alcuna discriminazione ma semplicemente parlano di una decisione volta alla tutela dei pazienti. A questo punto credo che non sia difficile pensare che il sangue infetto NON è una preorogativa degli omosessuali,ma una probabilità che si estende a chiunque faccia una vita sessuale senza utilizzare protezioni. Credo sia solo una questione di pregiudizio nei confronti degli omosessuali,visti come chissà quali bestie sfrenate. Ma svegliamoci! |