Nick: Nuje10 Oggetto: CHIESA NO I.C.I. Data: 11/10/2005 12.53.19 Visite: 118
salve ragazzi sono il collega di ercole e continuo nell'elencarvi l'elenco delle cose (come le chiama lui "ercole") buone fatte dalla maggioranza al governo di questo paese; oggi parleremo dell' I.C.I. ---------------------------------------------------- La Chiesa non pagherà più l'ICI (oggi, domani... e ieri) ...e intanto c'è chi una casa manco ce l'ha. 29 settembre 2005 La commissione Bilancio del Senato ha espresso parere contrario all'articolo 6 del decreto Infrastrutture, poiché non è prevista «alcuna copertura finanziaria». Il decreto legge n. 163 del 17 agosto 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 191 del 18 agosto 2005, intitolato "Disposizioni urgenti in materia di infrastrutture", prevede, all'art. 6, l'esenzione dall'Ici per gli immobili utilizzati «per le attività di assistenza, beneficenza, istruzione, educazione, cultura, pur svolte in forma commerciale, se connesse a finalità di religione o di culto». In altri termini, grazie a questo decreto passato in sordina nel caldo ferragostano, se finora l'Ici non doveva essere corrisposta per chiese, monasteri, conventi, oratori, ora verrebbero esentate anche scuole private, case di cura, ristoranti, foresterie e ostelli vari di proprietà di enti ecclesiastici. Il primo a parlarne è stato Francesco Pullia, che il 16 settembre, su Notizie Radicali, portava alla nostra attenzione il caso particolarmente «devastante» del comune di Assisi, guidato da Giorgio Bartolini (An), che è «su tutte le furie». «Mentre sinora i beni ecclesiastici sono stati esentati dall'Ici solo se finalizzati ad attività di culto, adesso basta che un bene sia semplicemente ed esclusivamente di proprietà ecclesiastica per non sottostare al pagamento dell'imposta». Uno dei più attivi sostenitori di questo decreto legge è l'onorevole Egidio Banti (Margherita), che ha precisato subito il valore retroattivo della norma. Vuol dire che tutti i Comuni dovranno restituire l'ICI ricevuta dal 1993. Alla Chiesa basterà inoltrare una semplice domanda di rimborso. La notizia sbarcava nella blogosfera grazie a Filippo Facci, che il 20 settembre postava l'articolo di Pullia su Macchianera: «Vorrei solo sapere se sia vero». Anche il blog Daw ha ripreso l'argomento («La Chiesa non pagherà più l'ICI (oggi, domani e... ieri)»), riportando il testo dell'art. 6: «Esenzione dall'ICI per particolari immobili. L'esenzione prevista dall'articolo 7, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, e successive modificazioni, si intende applicabile anche nei casi di immobili utilizzati per le attività di assistenza e beneficenza, istruzione, educazione e cultura di cui all'articolo 16, primo comma, lettera b), della legge 20 maggio 1985, n. 222, pur svolte in forma commerciale se connesse a finalità di religione o di culto». Poiché è tempo di Legge finanziaria, e sarà una finanziaria di tagli e sacrifici, oggi la notizia è comparsa sul Corriere della Sera, con un trafiletto che riporta le dichiarazioni del senatore diesse Esterino Montino. L'esenzione costituisce un danno per le casse dei comuni quantificato dall'Anci in circa 200-300 milioni di euro (1 miliardo di euro è la cifra che percepisce la Chiesa grazie all'8 per mille), di cui ben 20/25 milioni solo a Roma. L'Associazione Radicali Roma ha prontamente chiesto al sindaco Veltroni come intende provvedere. In una nota diffusa alle agenzie, l'ufficio Cei per i problemi giuridici, ha fatto sapere che l'esenzione prevista dall'art. 6 del decreto sarebbe in realtà già presente nella legge istitutiva dell'Ici. Eppure un fatto nuovo c'è. Evidentemente di fronte a numerosi ricorsi dei Comuni, «negli ultimi mesi la Corte di Cassazione ha dato un'interpretazione restrittiva della norma, secondo la quale gli enti ecclesiastici della Chiesa cattolica, pur essendo enti non commerciali, godrebbero dell'esenzione per i soli immobili utilizzati per le attività "dirette all'esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all'educazione cristiana"». Quindi secondo la Cei, la norma all'esame del Parlamento si limita a «un'interpretazione autentica che non innova la legge del 1992 e che non comporta gravami sulla finanza locale». (Federico Punzi) lo so che la notizia già è stata postata (e chiedo scusa agli autori), però questo post riguarda l'angolo delle cose "buone" fatte da questa maggioranza, postato da me l'amico di ercole
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