Nick: pearl jam Oggetto: Una partita di carte. Data: 15/10/2005 2.33.44 Visite: 178
Era rimasto solo. gli amici s'erano dati alla fuga, ognuno verso la propria notte. C'era un tempo indifferente fuori. Nè caldi strani, nè freddi indagatori. Un autunno fermo e indolente. Ottobre segnava il passo, e la data diceva che mancavano ancora troppi giorni prima che qualcuno lo pagasse per non morire. Il tempo è tiranno se lo guardi dall'orologio. Segnava 1.37 . Il silenzio fuori, era quello della notte. Due, tre macchine che sembravano avvincedarsi per non far morire di solitudine la strada. Era abituato oramai a quel perpetuo crepitio che emanavano quei blocchi di pietra antichi di millenni. Era una strada importante, la sua. Nessuno da chiamare. Nessuno da pensare. è così la vita degli eroi. Lui lo era. Aveva deciso di resistere. Una scelta consapevole. S'accese la ventottesima sigaretta. Da qualche tempo le contava, ma solo per avere qualcosa che gli ricordasse la vita, oltre al respiro. Probabilmente sarebbe morto di cancro ai polmoni, se il cancro avesse accettato di vivere con lui per un certo lasso di tempo. Si stese sul letto, e scrutò il soffitto. Nessuna crepa, pensò. - deve essere una noia assurda... - Pensò a questo, e poi distolse lo sguardo. Vagò. Per anni e anni di incomprensibili notti e giorni. Un susseguirsi inenarrabile di risvegli. Lotte, giorni vuoti, giorni meno vuoti, elezioni, film, talk show, litigi, tre presidenti della repubblica, e pure due papi. Qualche ragazza, e un centinaio di momenti indimenticabili. Che però lui aveva segretamente dimenticato. Non lo diceva a nessuno. Nemmeno a se stesso il più delle volte. Che cosa sei, senza i tuoi ricordi? Non si diede risposta e cercò di mettere a fuoco una qualche situazione che fosse davvero importante da ricordare. Non gliene venne in mente nessuna, ma non disperò. Se aveva deciso di resistere, un qualche motivo buono, ci doveva pur essere. Pensò ai baci, quelli dati, che son diversi da quelli ricevuti, i più belli. Pensò al freddo che lo sorprende in inverno, e pensò ai ripari usati nel tempo. Pensò alle Estati. Alle graticole che bruciavano mentre suo nonno era la cosa più bella a cui potesse pensare. Gli venne in mente suo padre che piangeva sulla sua spalla, in mezzo ad una folla che non sapeva di loro. Si scrollò la cenere caduta sul maglione. - Cristo, un giorno di questi mi troveranno arso vivo...- e sorrise, come si sorride di una cosa, come se non possa accadere mai. Non c'era giorno che tenesse, davanti ad una qualsiasi notte. Lui lo sapeva. Ah, se avesse saputo scrivere. Parlare dell'amore nella maniera in cui lo sentiva. Le fitte ai lati dello stomaco, il balbettare davanti a quegli occhi, i pensieri confusi elargiti da parole febbricitanti. I pianti. Non sapeva farlo, era costretto in un limbo di terra e solitudine, fermo, aspettando che il vento portasse qualcosa. Era inchiodato ad un croce che aveva le sembianze d'un foglio bianco. Uno di quelli che sembrano scritti da tutti, ma dove le tue parole non hanno spazio. Non hanno forma, nè consistenza. Gli sembrava di essere l'unico a non avere doti. Il mondo creava, e lui intento a contare le nuvole. Sempre troppe, o troppo poche. era buio fuori. L'aria era fresca mentre qualcuno, da qualche parte moriva. Lui lo sapeva, ed aspettava. Gli amici dormivano, o forse giocavano di qualche gioco al sapore di vino o di canne chiuse in fretta e lontane da occhi indiscreti. L'amore era altrove, e non aveva sembianze. La sua vita non era scandita da nulla. Il tempo era un concetto infisso in un quadrante di basso costo. La luna era malcelata dietro una nuvola che aveva il suo viso. Quello di una lei che spesso gli si stagliava dinanzi agl'occhi. Dal suo letto, scorse un bus che non aveva fermate e un semaforo inutile che impeccabile, continuava a far scattare rossi e verdi in un'eterea successione. Non c'era altro da vedere, pensò. S'accese la ventinovesima cicca, mentre un'auto sgommò annoiata ai piedi del suo balcone. - alla trentesima morirò - si disse, impeccabile. S'alzò, si rivolse all'interruttore, spense la luce, e provò a dormire. Ancora una volta. "Non so piu' chi sono.Sono il fantasma d'uno sconosciuto." |