Nick: Cyrano622 Oggetto: classici d'attualità Data: 15/10/2005 17.48.8 Visite: 75
OTTOCENTO Cantami di questo tempo l’astio e il malcontento di chi è sottovento e non vuol sentir l’odore di questo motor che ci porta avanti quasi tutti quanti maschi , femmine e cantanti su un tappeto di contanti nel cielo blu Figlia della famiglia sei la meraviglia già matura e ancora pura come la verdura di papà Figlio bello e audace bronzo di Versace figlio sempre più capace di giocare in borsa di stuprare in corsa tu moglie dalle larghe maglie dalle molte voglie esperta di anticaglie scatole d’argento ti regalerò Ottocento Novecento Millecinquecento scatole d’argento fine Settecento ti regalerò Quanti pezzi di ricambio quante meraviglie quanti articoli di scambio quante belle figlie da sposar e quante belle valvole e pistoni fegati e polmoni e quante belle biglie a rotolar e quante belle triglie nel mar Figlio figlio povero figlio eri bello bianco e vermiglio quale intruglio ti ha perduto nel Naviglio figlio figlio unico sbaglio annegato come un coniglio per ferirmi, pugnalarmi nell’orgoglio a me a me che ti trattavo come un figlio povero me domani andrà meglio Ein klein pinzimonie wunder matrimonie krauten und erbeeren und patellen und arsellen fischen Zanzibar und einige krapfen frùer vor schlafen und erwachen mit walzer und Alka-Seltzer fùr dimenticar Un piccolo pinzimonio splendido matrimonio cavoli e fragole e patelle ed arselle pescate a Zanzibar e qualche krapfen prima di dormire ed un risveglio con valzer e un Alka-Seltzer per dimenticar. Quanti pezzi di ricambio quante meraviglie quanti articoli di scambio quante belle figlie da sposar e quante belle valvole e pistoni fegati e polmoni e quante belle biglie a rotolar e quante belle triglie nel mar. Le nuvole 1990 CANTICO DEI DROGATI Ho licenziato Dio gettato via un amore per costruirmi il vuoto nell'anima e nel cuore. Le parole che dico non han più forma né accento si trasformano i suoni in un sordo lamento. Mentre fra gli altri nudi io striscio verso un fuoco che illumina i fantasmi di questo osceno giuoco. Come potrò dire a mia madre che ho paura? Chi mi riparlerà di domani luminosi dove i muti canteranno e taceranno i noiosi quando riascolterò il vento tra le foglie sussurrare i silenzi che la sera raccoglie. Io che non vedo più che folletti di vetro che mi spiano davanti che mi ridono dietro. Come potrò dire la mia madre che ho paura? Perché non hanno fatto delle grandi pattumiere per i giorni già usati per queste ed altre sere. E chi, chi sarà mai il buttafuori del sole chi lo spinge ogni giorno sulla scena alle prime ore. E soprattutto chi e perché mi ha messo al mondo dove vivo la mia morte con un anticipo tremendo? Come potrò dire a mia madre che ho paura? Quando scadrà l'affitto di questo corpo idiota allora avrò il mio premio come una buona nota. Mi citeran di monito a chi crede sia bello giocherellare a palla con il proprio cervello. Cercando di lanciarlo oltre il confine stabilito che qualcuno ha tracciato ai bordi dell'infinito. Come potrò dire a mia madre che ho paura? Tu che m'ascolti insegnami un alfabeto che sia differente da quello della mia vigliaccheria. Tutti morimmo a stento 1968 "Ho messo la testa dove gli altri non osavano mettere nemmeno i piedi" J.P. Rives
|