Nick: Casual Oggetto: Italiano internet e 300isti Data: 9/11/2005 17.12.4 Visite: 248
Fateci caso, leggendo le composizioni dei grandi trecentisti (Dante, Petrarca e Boccaccio) si capisce quasi tutto. E' stato calcolato che il 70% delle parole da loro usate sono ancora oggi di uso comune. E' una cosa singolare considerato che sono passati 700 anni. Le lingue si evolvono a patto però che vengano usate. Se leggete le opere di Shakespeare autore a cavallo fra 500 e 600, quindi di 3 secoli posteriore ai nostri trecentisti, la lingua utilizzata è molto diversa da quella attuale e non immediatamente comprensibile a un inglese di oggi. Questo avviene perchè l'inglese, a differenza dell'italiano, è una lingua usata da secoli che ha avuto modo di evolversi e le parole si sono modificate nell'uso quotidiano. L'italiano no, ha tutt'altro destino, che riflette un'unità nazionale raggiunta solo nel 1860 e quindi l'assenza di un potere politico che in grado di rappresentare un centro di formalizzazione e diffusione della lingua. Codificato a tavolino nel 1500 sulla base, proprio della lingua di Dante, Petrarca e Boccaccio, in realtà l'italiano non è mai stato parlato, se non da una ristretta cerchia di colti. Nelle singole aree del paese si è continuato a parlare in dialetto, almeno fino agli anni 60. La televisione, le migrazioni interne, la scuola di massa, hanno avviato un percorso che ha visto l'affermazione decisa dell'italiano come idioma nazionale. Anche se l'uso scritto rivela ancora oggi una scarsa conoscenza delle regole basilari dell'ortografia e della grammatica. Inoltre è ancora forte l'influenza dei dialetti e dell'italiano regionale. Per esempio un napoletano che scrive inteliggente, invece che intelligente, non fa altro che tradurre in segni grafici il modo in cui pronuncia la parola, che è diverso dall'italiano standard. Negli ultimi 30 anni l'italiano ha cominciato a modificarsi, come qualsiasi altra lingua quando viene usata, in particolare si sta affermando il cosiddetto italiano neostandard caratterizzato da termini e formule sintattiche legate all'uso quotidiano. In italiano non si hanno mai difficoltà quando si deve scrivere un libro, sostenere un esame universitario, tenere un discorso accademico. Non sono le parole colte che mancano all'italiano, quanto piuttosto si registrava fino a qualche tempo fa un deficit di parole comuni, di quelle che servono nella comunicazione informale di tutti i giorni. E, inutile dirlo, internet sta svolgendo un ruolo fondamentale nell'affermazione di quest'italiano nuovo. |