Nick: Viola* Oggetto: Le parole per dirlo Data: 10/11/2005 11.48.27 Visite: 273
quei segnetti su un foglio o su uno schermo che si chiamano parole delimitano uno spazio. tra ciò che è e ciò che non è. avevo solo 4 anni quando imparai a scrivere. da sola, con la vecchia macchina di mio nonno. le prime parole su un bigliettino: mi chiamo Daniela. forse a 4 anni la necessità primaria è quella di dire: sto qua, guardatemi, mi chiamo quindi ci sono. Non ricordo più in quale romanzo c'era un tizio che non pronunciava più il nome della donna amata, perchè "ciò che non si nomina non esiste". però le cose esistono, magari anche se non le nomini sedimentano, magari se le cacci giù in fondo assumono forme strane. e allora nominarle, anzi scriverle, con quei segnetti che delimitano uno spazio tra ciò che è e ciò che non è. gli dai corpo, gli dai forma, gli dai un nome. le hai "passate", le hai passate a un foglio, a uno schermo, e lì dove sono adesso si possono anche guardare, finalmente dal di fuori. scriverle, le cose che fanno male, se ce ne sono. guardarle dal di fuori, una volta tanto. non ha importanza se magari nessuno leggerà mai, l'importante è dare una forma, fa niente se magari è la peggiore del mondo, fa niente se ti capisci solo tu. "le parole sono pietre" come diceva qualcuno, e allora sai che peso portrsele tutte addosso. meglio depositarle, lanciarle, o disporle ordinatamente. però fuori. ;) "Troppo dotati spiritualmente per essere decorosi" - F.Dostoevskji |