Nick: Franti Oggetto: Questo Domani Data: 11/11/2005 13.48.27 Visite: 358
Dovevo arrivare in ufficio alle otto. Arrivo in ufficio alle dieci e quaranta. Qualcuno mi guarda con sdegno. Non solo per il ritardo. Ho un abito nero, una camicia bianca e una cravatta nera. La camicia è messa fuori dai pantaloni. Non me ne ero accorto. Vado in bagno ed infilo la camicia nei pantaloni. La gola mi brucia da morire. Bevo un caffè e il caffè non scende nell’esofago, tanto che brucia la gola. Non credo all’Oroscopo ma ieri, prima del TG5 del mattino, la vocina che preannuncia i vari segni zodiacali, accingendosi a preannunciare la giornata dell’Ariete, ha detto "Occhio alla gola". Sono un Ariete ascendente Ariete. Quindi il mal di gola vale il doppio. Se abbasso lo sguardo mi gira la testa e rischio di cadere a terra come una soppressata. Arrivo a casa di Mario alle venti e trenta. Faccio una doccia e indosso un paio di jeans vecchi, una camicia bianca e una cravatta nera. Mario vede la mia cravatta e decide di indossarne una pure lui. Una cravatta floreale su sfondo rosso, made in China. Una vera merda. Di cravatta. Scendiamo. Saliamo in auto. Andiamo da Sergio. Sergio scende e ci vede in cravatta. Risale a casa sua. Scende. Ha una cravatta marrone e ocra. Griffata Enrico Coveri. Enrico Coveri disegna delle cravatte di merda. Nello spino chiuso da Sergio ieri sera mi sa che c’era solo maria. Aveva ragione Sergio a lamentarsi con me. L’avevo preparato io. Lo spino. E Sergio si lamenta per la dose di maria. Ha ragione. Machisenefotte. Mario quando fuma inizia a parlare, a parlare, a parlare. E non sputa mai a terra. Fa strani discorsi su Decreti che lui farebbe se fosse un Ministro della Repubblica. E poi polemizza. Io sono calmissimo, invece. Quando si fuma, il leader del trio sono io. Sergio diventa un rincoglionito preciso. Non riesce a bere e non parla. Dice solo di avere freddo e fa spallucce. Ieri non c’era freddo. Iera sera era caldo e il mio cuore era colpito da raggi gamma. Sergio haa freddo. Io ho caldo. Mario ha caldo. Abbiamo così caldo che, da un momento all’altro, ci aspettiamo un tedesco del Terzo Reich che, avvicinandosi a noi, di lì a poco, dice: "Mario, Piero, forza. Andate a fare la doccia.". E io e Mario, che abbiamo visto Shindler’s List e sappiamo bene che le docce sono un inganno, rispondiamo: "Comandante non è il caso, l’abbiamo già fatta ieri". Ma Sergio ha freddo e trema. Il suo collo chiazzato di macchie color caffè, con le vene scure in rilievo, mentre le mani fanno forza sul bordo delle tasche dei jeans. Mario si muove come un ossesso e si allontana con quel fottuto cellulare. Passerà. Io ho cercato di mimare la scena. Faccio il gesto di strizzare l’occhio e subito dopo tiro una boccata dallo spinello inesistente, con una buffa espressione perplessa, scolpita fra i solchi del viso. Rido con Sergio. Quando torna Mario, faccio una pausa e sospiro. Nel Groovie Bar Carmen è più in carne di come appare in foto. E’ intenta, dietro il bancone, a sminuzzare menta e a sbucciare piselli. Che cazzo c’entrano i piselli con il Groovie Bar? Non lo so. Carmen è affettuosa. Ha un bel sorriso e un nasone sexy. Lei lo chiama "Importante". Il suo naso. Carmen ha un’amica che canta che è una figa della madonna. Ha un perizoma verde pisello. Nulla che vedere con i piselli sbucciati da Carmen dietro il bancone del Groovie Bar. Beviamo un invisibile alla menta bianca e ripartiamo. Si va alla festa di una mia amica, in un locale di Via Chiatamone. Carmen mi saluta. E’ affettuosa. Si parte. Landing. Una telefonata da Londra. Una telefonata da Caserta. Una telefonata da Napoli. Una telefonata da Benevento. Landing. Prima di andare alla festa ci fermiamo all’Hickory, al Vomero, dove ci sono un po’ di amici. Con Mario e Sergio scendiamo dall’auto. Allucinati. Hallucinations. Hallucinations è un disco di Chet Baker. Chet Baker Renè Thomas Quintet, per la precisione. Hallucinations. Comincio a parlare, all’improvviso, con un tizio che non conosco, di Chet Baker. Gli racconto che a San Francisco, Chet Baker è stato massacrato da un gruppo di picchiatori per storie di droga. È finito in galera, è sceso nell’inferno della tossicodipendenza più buia. Poi è riuscito a risalire. Ha avuto la forza di riprendere in mano la tromba ed ha cominciato a suonare la sua musica, fino a quando, una notte, è caduto o è stato spinto giù dalla finestra di un albergo di Amsterdam. Io vorrei essere come Chet Baker. M’andrebbe bene pure il volo dalla finestra di un albergo di Amsterdam. Mariana è proprio una bella donna, pur se ha solo diciannove anni. Devo smetterla con questo debole per le ventenni. Nunzia cerca invano di mettermi in imbarazzo davanti ad amici comuni, raccontando che l’ho invitata a pranzo fuori. Io questa cosa non l’ho mai fatta oppure non la ricordo. Sarà che invito troppa gente, ultimamente. Ma chi se ne fotte. Nessun imbarazzo. Seppur l’avessi fatto non avrei avuto un doppio fine. Nunzia non mi ricorda per nulla Miriam che non si sveglia a Mezzanotte perché Miriam a Mezzanotte è ancora sveglia. Nunzia mi ricorda Bela Lugosi. Bela Lugosi is Dead. La cantavano i Bauhaus. Trovo Rosario con Raffaella, la sua donna. Bacio sulle guance Raffaella e abbraccio Rosario. Sono proprio contento. Non ci vedevamo da mesi. Rosario mi chiede un po’ di droga. Non ce l’ho. Non sono organizzato e capace di fare lo spacciatore. Peccato, cazzo. Bevo. Mario beve. Sergio beve. Ci ubriachiamo. Hallucinations. Landing. Il cellulare. Telefonata. London Calling. La Manica separa tutto, come al solito. Sono le due. Si riparte. Si va alla festa della mia amica in quel locale di Via Chiatamone. In auto da tre ci ritroviamo a cinque. Si aggiungono al trio Paola e Giulia. Non so come cazzo ci siamo ritrovati tutt'assieme. Giulia guida. Sergio è sul sedile davanti. Paola è fra me e Mario. Dietro. Ha delle belle tette ma nessuno glielo dice mai. Si parte. Balla tutto. Gira tutto. Landing. Alla festa arriviamo alle due e quarantacinque. la festa è finita. Ultimo cocktail e si riparte. Balla tutto. Si muove tutto. Più di prima. Landing. Nell'ordine riportiamo a casa Paola, Sergio e Giulia. Anzi no, Giulia va via con la sua. Di auto. Parte. Non balla niente. Nulla si muove. Landing. Guida Mario. Pericolosissmo. Io mi addormento. Mi sveglio e nelle orecchie ho "Il Mio DJ". Pompa che è una meraviglia. Brutto testo. Tranne per una frase. E ti connetterei alla mia assenza di gravità. Posso connetterti alla mia assenza di gravità? Non si balla più. Però si muove tutto. Landing. Ascolto "Questo Domani". Questo domani - che non tornerà a cercarti. Questo domani - non dipende dai tuoi sguardi. Questo domani - solo vivere e accettarmi. Questo domani - Questo domani - Questo domani. Landing Landing Landing. Rifletto senza volerlo. Su altro. Balla tutto. Riporto al cervello pensieri già fatti, sensazioni già vissute, dimenticate e lasciate impolverare ed invecchiare nell'ultimo cassetto del mio archivio mentale. Mi ritrovo. Nonostante tutto sia andato avanti, il passato rimane stabile dentro e non bala. Non si muove. Ma se gli dai il via ricomincia a suonare. Come un carillion. Voci. Suoni. Rumori. Ovattato. Tutto. Non si sente nulla. Si sente poco. I pensieri scorrono veloci. Vivo emozioni e angosce in dieci secondi. Forse quindici. Quei quindici secondi che non ricordavo cominciano a martellarmi la testa. Balla tutto. Si muove tutto. Talmente che si balla mi fanno male le pupille. I quindici secondi cantano nananà. Mi seguono e inseguono i miei movimenti. La giostra continua a girare. Vorticosamente. Machisenefotte. Tanto io non mi stanco. Si balla. Vado avanti. La mia testa conserva certi momenti vissuti. E ti connetterei alla mia assenza di gravità. E ti connetterei alla mia assenza di gravità. E ti connetterei alla mia assenza di gravità. I quindici secondi cantano nananà insieme a certi momenti vissuti. Muchas Gracias. Mi sono riportarto al cuore. Anche solo per una serata. Anche solo per poche ore e quindici secondi. Si balla. Eccome se si balla. Hallucinations. Non ho perso nulla. Mi sono riportato al cuore. Il mio cuore è ai raggi gamma. Nananananà. Ri-Ri-Ri-Landing. Nick: luciesogni Oggetto: nunziatella Data: 25/10/2005 12.28.57 Visite: 10 nunzia, tu ke ne capisci, come si chiama quella canzone degli u2 che ha un assolo ke fa nananaaaanaaaaaaaaaaaa nananaaaaaaaaaaaaana na naaaaaaaaa ecc |