Nick: buendia Oggetto: re:quando la pianterete Data: 10/3/2006 18.8.44 Visite: 41
perchè te lo dico subito. perchè inneggiare ad un fatto di giustizia sommaria non si sposa bene, per non dire affatto, con quei principi di eguaglianza e di rispetto a cui abbiamo forgiato con convinzione la nostra natura. le colpe di ciascuno vanno giudicate come per chiunque si renda reo di qualsivoglia reato. e non è il numero nè il tipo di crimine che può far bypassare questa norma che dovrebbe essere elementare e rispettata in ogni forma di governo illuminato. le condizioni che portarono all'esecuzione di mussolini si svilupparono in un clima che non consentiva la dovuta serenità, così come a parigi la presa della bastiglia fu foriera di molte morti e molte teste caddero. eppure mussolini era ormai preso, e pure morto, che cosa aggiungeva appenderlo come un animale? calpestarlo? mi si obietterà che si era macchiato di crimini orrendi e questo è innegabile. e pure priebke, sfuggito a suo tempo alle maglie della giustiza, ha subito un processo ma allora, mi chiedo, e lo chiedo a te, se vuoi rispondermi, questo spirito un po' vendicativo potrebbe rischiare di giustificare le manganellate ad un extracomunitario ubriaco e molesto con le manette ai polsi? oppure le sevizie di abu grahib? e come reagire a quanti con la scusa della difesa della palestina auspicano altri attentati contro le truppe occidentali? mi sbaglio o si vive in un grande paradosso? per concludere ti incollo una dichiarazione di tullia zevi: "La giustizia e la misericordia sono due elementi assolutamente necessari al fine di consentire una convivenza civile. La giustizia deve contenere al suo interno l’elemento della clemenza, così come la clemenza ha bisogno della giustizia; se la società non ha delle regole e dei tribunali atti ad applicare tali regole, non può funzionare. Facciamo un esempio recente: il processo Priebke. Priebke è stato uno dei responsabili dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, dove sono stati ammazzati centinaia di italiani - cattolici, agnostici, sacerdoti e militari - di cui solo una parte erano ebrei. Queste persone vennero ammazzate come rappresaglia nei confronti di un attentato in cui erano rimasti uccisi 32 soldati tedeschi. Priebke – il quale, in qualche modo, è diventato il simbolo di questo tipo di violenza - è stato condannato all'ergastolo e la Corte di Cassazione ha confermato tale condanna. Tramite tale episodio viene definito un principio di estrema importanza, relativamente al quale l'Italia è stata chiamata a delineare il confine tra la giustizia e la clemenza: con il processo a Priebke la Corte d’Appello e la Cassazione hanno confermato in modo definitivo che ci sono dei crimini – come quelli contro l'umanità - che non possono essere perdonati. Attualmente si stanno creando dei tribunali internazionali per cercare di prevenire e per giudicare questo tipo di crimini. Un uomo di 86 anni è stato lo strumento per affermare uno straordinario principio: egli è stato giudicato in modo esemplare per sottolineare il fatto che non si può uccidere dalle gente semplicemente perché è diversa da te. La violenza va frenata dalle leggi. Una volta affermato questo principio, il destino personale dell’uomo Priebke - che si è reso responsabile di tale colpa - non ha più importanza." ecco, io la penso così.
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