Nick: NEVERLAND Oggetto: Poker di Donne Data: 28/1/2004 21.57.14 Visite: 224
Mi trovo seduto in una stanza con finestre chiuse insieme ad altri tre amici. Il fumo permea l'intero ambiente creando una fitta nebbia che resta sospesa sopra le nostre teste. Davanti a me un tavolo cirolare e il panno verde da gioco. Sopra il panno di gioco ci sono fiches, pacchetti di sigarette, accendini e bicchieri di whisky sparsi disordinatamente sul perimetro destinato al gioco. I portaceneri sul tavolo sono stracolmi di cicche spente, ma c'è sempre al suo interno un mozzicone ancora acceso che emana quel disgustoso odore di bruciato, che è provocato quando qualcuno si dimentica di spegnere con accortenza la propria sigaretta. Solo un rumore di carte che vengono mischiate rompe il silenzio del momento. Gli inviti sono stati già deposti a centro tavola. Il Cartaio distribuisce le cinque carte lentamente, una alla volta, fino a che ognuno ha le sue cinque carte in mano. Ho le mie davanti ancora capovolte, aspiro un'altra boccata di nicotina dalla mia Marboloro rossa e butto giù il tutto con un piccolo sorso di torcibudella. Fatto questo raccolgo le mie carte. Le carte...le carte sono come armi, che servono a sconfiggere gli avversari che ci siedono accanto. Tutto è pronto. Che il gioco abbia inizio. Il gioco in questione si chiama Poker. La stessa parola Poker ha origine proprio dal Francese "Pocher", che significa "ingannare l'avversario". Bluffare, appunto. Le regole di base del Poker sono semplicissime. Il gioco si svolge in "mani" che possono essere divise in tre fasi: apertura, cambio carte, puntate finali. Il resto è pura violenza. Psicologica violenza. Infatti, il segreto per vincere una partita di Poker è dominare gli avversari in maniera autoritaria e inequivocabile. Detto che la violenza è sempre un fine, e mai un mezzo, l'unico modo possibile per imporsi su qualcun altro e farlo a livello mentale. Così come nella vita di tutti i giorni, il modo migliore per raggiungere lo spirito di una persona è passare per la sua testa. Guarda sempre negli occhi il tuo avversario. Lo sguardo è la prima forma di imposizione dell'autorità, ed è anche il modo migliore per godere del terrore di un uomo. Colpisci dove fa più male: nei suoi punti di forza. Non c'è niente di peggio che essere travolti dalla caduta delle proprie convinzioni. Nel Poker e nella vita, chi soffre, perde. Fermati solo quando sarai convinto di avere finito il tuo lavoro. Nessun avversario è tanto debole da potergli concedere le spalle. Ma, prima di tutto, la regola numero uno: non fargli mai capire chi ha di fronte. Nasconditi, fingi, mascherati, illudilo, e poi, quando meno se lo aspetta...distruggilo! Non sarà facile per i miei avversari entrarmi nella testa almeno non stasera. L'ennesima mano di Poker sta per avere inizio. Da questo momento non esistono amicizie, e non esiste odio. I giocatori si sfidano a colpi di combinazioni di carte e bluff, finché uno solo di loro conquista l'intera posta. Cinque carte, un sola possibilità di cambiarne alcune, ma mai più di quattro. Alla fine vince chi ha in mano la combinazione più alta, o chi ha meglio finto di averla. Giro le mie cinque carte guardando senza troppi preamboli quella che sta sotto, una Q, una Donna o se preferite una Regina. Le Regine, le mie preferite, misteriose ammaliatrici e allo stesso tempo affilati ed eleganti pugnali. La Regina in questione è la regina di quadri.
La carta appena "letta" sembra prendere vita nelle mie mani e quell'icona del gioco del Poker assume una forma umana e si trasforma in una donna reale... la mia mente torna a Sabato sera. Una serata d'azione, come la intendo io, una di quelle in cui ti fai del male fisicamente bevendo l'impossibile e sudando col movimento del tuo corpo tutto quello che puoi sudare... a volte sudi anche l'anima. Il compleanno di un amico, una sessantina di persone divise in vari tavoli disposti paralleleamnete nello stesso locale. Musica Napoletana dal vivo, cibo stantio e di pessima fattura e tanto vino rosso di quello di bassa qualità, quello che viene chiamato con l'appellativo di vino sfuso. Mi trovo all'improvviso proiettato in questa bolgia infernale dopo che avevo fatto tardi e mi ero ritrovato un attimino, per sbaglio, in quel di Sant'Angelo in Formis, grazie all'esperienza stradale di due miei amici. Quei due miei amici possono sostituire umanamente qualsiasi tipo di navigatore computerizzato. Io resto del parere che le strade cmq le sanno solo i cartelli stradali...ma voi questo a loro non ditelo. La gente era già disposta disordinatamente tra i tavoli e alcuni già mostravano i segni e i colori di chi aveva iniziato alla grande le danze con il vino sfuso. Non so chi salutare per primo e cerco di dispensare sorrisi, baci e strette di mano un pò dovunque. Poi vedo anche lei...la Donna di Quadri! La Donna di Quadri è bella. La Donna di Quadri è bionda, alta e formosa. La Donna di Quadri farebbe perdere la testa a tutti. La Donna di Quadri non accentua la sua bellezza e non esalta le sue forme prorompenti con abiti attillati, scollati o audaci. La Donna di Quadri è semplicemente bella nella sua semplicità. Per chi non la conosce la Donna di Quadri sembrerebbe una dal carattere un pò pò acido e sulle sue, io invece la reputo una ragazza dolcissima, una delle poche ragazze di cui non riesco a sostenere lo sguardo o la troppa vicinanza. La Donna di Quadri non è delle mie parti e quindi la vedo pochissimo se non raramente, ma la settimana prima ebbi la fortuna di rivederla dopo parecchi mesi. Quella sera in quel locale c'era anche il Jolly di Cuori ma non c'era la Donna di Picche e neanche quella di Fiori. La Domenica prima la Donna di Quadri si era presentata nel locale in cui da tempo passo le mie Domeniche. Era venuta insieme al suo gruppo per fare una sorpresa a me e ai miei amici. Appena la vidi mi sentii subito bene, ma forse quell'emozione poteva essere causata dal troppo alcool già ingurgitato. Cmq iniziammo a parlare io e la Donna di Quadri... parlammo del più e del meno, e più le parlavo e più mi sentivo bene e più la mia timidezza diminuiva portandomi ad affrontare argomenti più personali o delicati. Alla fine le feci capire, anche se non in modo diretto, che a me piaceva la Donna di Quadri, anche se sapevo benissimo dell'impossibilità di un qualsiasi tipo di rapporto tra noi due. Resta il fatto che quella sera io e la Donna di Quadri ballammo. Ballammo a lungo. I nostri corpi si sfioravano e le mie mani osavano sul suo corpo grazie alla complicità dei ritmi latin-house. Certo anche le sue movenze non erano da meno, ma poi il gruppo live che cantava quella sera, iniziò con la sequenza di lenti. Io e la Donna di Quadri continuammo a ballare, sempre più vicini e stretti, dovevo mordermi le labbra e cercare di mantenere a bada il mio "io etilico" perchè la sua vicinanza mi stava facendo cercare sempre e solo le sue labbra. Resistendo in qualche modo continuai a ballare, stringendola forte e accarezzandole i capelli in un momento di debolezza, anche perchè sapevo che la Donna di Quadri non avrebbe mai scelto uno come me. Il suo odore e quello dei suoi capelli erano così invitanti... di colpo qualcuno la strattonò per tirarla via da me. Era uno dei suoi amici, anche un mio conoscente, so per certo di come questo tipo sia segretamente innamorato di lei, un segreto che cmq conoscono tutti ed è tale solo nella sua mente innamorata. Visibile era la rabbia che animava i suoi occhi in quell'istante... dovevano andarsene, Cenerentola doveva andare via. Lei si allontanò un attimino e poi si girò a guardarmi, io sfoderai uno di quegli stupidi sorrisi di circostanza come per dire: ti capisco puoi andare, tanto anche se resti non cambierebbe nulla. "Vieni da Me" delle "Vibrazioni" incominciò a suonare tutt'intorno, spontaneamente senza pensarci su le allungai una mano, lei voltandosi la prese concendendosi a me per quell'ultimo "walzer". Il suo amico ci osservava da lontano... dovevano andarsene. Le dissi di andare, che il suo gruppo stava come le iene a causa sua. Lei mi sorrise e io salutandola le dissi che era in debito con me di un ballo. La Donna di Quadri si allontanò per uscire dal locale ed io con la mia fidata Ceres in mano continuai a cantare le restanti parole di "Vieni Da Me" da solo in mezzo alla pista... in quel momento come al solito iniziai a pensare alla Donna di Cuori. Intimorito dalle conseguenze di quello che avevo fatto e terrorizzato dal fatto che col troppo alcool forse avrei potuto fare qualcosa di cui non mi ricordavo le mandai un sms prima di andare a dormire. In quel messaggio mi scusavo se forse ero stato un pò troppo esagerato nei suoi confronti. L'indomani lei mi rispose dicendo di non preoccuparmi perchè non avevo esagerato affatto. Ora la Donna di Quadri stava nuovamente davanti a me. Le ricordai del ballo di cui mi era debitrice, lei rispose che me ne avrebbe concesso anche due quella sera. Non mi restava che prepararmi, vino sfuso e invisibile alla menta bianca fecero il loro dovere. Il tutto fu annaffiato da parecchio prosecchino di scarsa qualità bevuto direttamente dalla bottiglia. Quando mi sentii pronto andai a cercarla e iniziammo le danze. In molte occasioni avevo il timore o mi mancava la costanza di avvicinarmi a lei, forse perchè oltre a me parecchi cavalieri cercavano e bramavano la compagnia di quella dama, ma diciamo che il mio carattere in certi ambienti di perdizione ha quasi sempre il sopravvento (se non mi faccio abbattere) e anche quella sera in qualche modo, tranne in alcune occasioni, riuscii a monopolizzare le attenzioni di quella dama. Ad un certo punto la condussi al bar tenenendola per mano e fu lì che in mezzo alla folla mi scappò di dirle...sei bellissima. Certo non lo gridai ad alta voce ma cmq la confusione a questo punto non fu abbastanza e lei capì benissimo che cosa avessi detto. Mi sorrise e continuammo a parlare del più e del meno e a finale parlammo anche dei suoi legami affettivi. Come già ben sapevo la Donna di Quadri era legata sentimentalmente ad una persona lontana ma molto vicina al suo cuore. Non avevo speranza con la Donna di Quadri e mi accontentai semplicemente di ballare con lei per il resto della serata fino al momento del congedo. Le mani incominciavano a sudare.. bene avevo una Donna di Quadri in mano ora era tempo di vedere anche le altre carte. Lentamente guardai l'angolo alto della seconda carta e come volevasi dimostrare spuntò il solito sette di fiori, la classica zappa sui piedi. Continuai veloce con la carta successiva... era un Re di Cuori. Maledetti Re di Cuori, potenti mannaie nel gioco del Poker che sgretolano qualunque cosa gli si trovi di fronte. Que Re nelle mie mani era la conferma che non avevo speranza con la Donna di Quadri. Cmq sia continuai la lettura delle carte e con mio stupore mi uscì una seconda Donna... quella di Picche.
Ancora una volta la carta sembrò prender vita ed io venni risucchiato velocemente a Domenica notte. Ero un pò triste (Domenica Notte) per l'insuccesso riscontrato con la Donna di Quadri, reso ancor più malinconico perchè a tarda notte il giorno prima la Donna di Cuori non aveva risposto ad una mia chiamata che l'avvertiva che io in quel motivo mi trovavo dalle sue parti. Classico gruppo di amici (Domenica Notte) tutti con un bicchiere o una bottiglia in mano, anche se ci si era scambiati la promessa di andarci piano con le bevute dopo l'overdose della sera prima. Ma chi vogliamo prendere in giro io e i miei amici?!?!? Noi non manteniamo mai quel genere di promesse. Insomma ero già abbastanza "frizzante" (e anche i miei amici) quando vidi la Donna di Picche appoggiata alla ringhiera del locale da me frequentato ogni Domenica sera. E' bella la Donna di Picche. E' slanciata la Donna di Picche e ha delle forme perfette anche se per nulla esagerate. Anche la Donna di Picchè è bionda ma meno alta di quella di Quadri. Non conosco la Donna di Picche, so che la vedo sempre e solo ogni Domenica ed esclusivamente in quel locale. Mi piace la Donna di Picche e cerco sempre d'incrociare il suo sguardo la Domenica... e come se immaginassi di avere dei poteri telepatici e quindi mi fisso indirizzando il mio sguardo su di lei, come per cercare di farla girare verso di me per guardarmi. A volte sembra che mi guardi la Donna di Picche. Ma ha lo sguardo di ghiaccio la Donna di Picche e in molte occasioni l'ho vista voltarsi sfuggendo al mio potere telepatico. E' sempre circondata da amici la Donna di Picche, in special modo maschi. E' difficile avvicinarsi a lei. Non balla mai la Donna di Picche, sta lì, sempre ferma vicino alla ringhiera, tentando di sottrarsi alle avances dei maschietti che tentano di portarla al centro della pista. Anche se il suo sguardo è freddo la Donna di Picche sorride sempre quando rifiuta i maschietti. Mi piace il sorriso della Donna di Picche, mi piace la Donna di Picche, ma siccome sono quello che non riesce al meglio con le avances parlate evito sempre di avvicinarla. Mi conosco bene...mi si bloccherebbe la lingua nel fermarla o le direi qualche grossolana stupidaggine. Una sola volta ci siamo presentati io e la Donna di Picche grazie ad un'amica comune e rimasi lì come uno stupido immpbile e incantanto tanto che non mi ricordo il suo nome. Vorrei tirarla a ballare la Donna di Picche, di solito la mia mano "dancereccia" non ha mai fallito un colpo, ma vedendo le reazioni che ha sempre avuto con inviti del genere stringo ogni volta i pugni sul più bello ed evito di farlo. A volte contemplo per minuti interi la Donna di Picche, con la mia Ceres e la sigaretta in mano, spero che non pensi che sia uno di quei malati che fissano le donne come per farle una specie di radiografia a raggi-x del loro corpo. Il mio sguardo cerca sempre i suoi occhi o il suo sorriso. Quella sera quando mi presentò a lei la mia amica, mentre parlavo con amici facendo il simpatico perchè sapevo che lei stava di fronte ad scoltare, suo malgrado dopo una battuta ben riuscita la guardai e con mia somma felicità trovai lì il suo sguardo e il suo sorriso insieme... il cuore mi si fermò. Una Domenica troverò il coraggio di fermare la Donna di Picche, anche se so che forse neanche con lei io abbia molte speranze, cmq finchè la troverò lì appoggiata a quella ringhiera di quel locale della Domenica, io avrò sempre un motivo in più per sorridere. Mancano due carte, gli altri amici hanno già visto le loro, qualcuno si accende una sigaretta nervosamente, quel qualcuno avrà sicuramente qualcosa di buono in mano. Gli sguardi del tavolo si fermano su di me, come per incoraggiarmi a finire la lettura delle mie carte e a pronunciarmi sull'apertura... toccava a me dichiarare l'apertura per primo. La mia quarta carta è un otto di quadri. Non mi dice nulla e continuo nella lettura. La quinta carta è un Jolly, un Jolly di Cuori. Si, si lo so che non si gioca nel Poker normale con i Jolly ma sinceramente non so proprio come possa essere finito nel mazzo e direttamente tra mie mani. Fisso quel Jolly e anche questa carta prende vita tra le mie mani. Ora capisco che ci faceva il Jolly là in mezzo... Il Jolly è un'altra Donna o Regina. Il Jolly è una persona triste e forse la causa di quella tristezza è un pò dovuta a me. Il Jolly beve per dimenticare o si distrugge mentalmente in qualche modo per estraniarsi dal mondo e divertirsi anche se non è nello stato d'animo adatto. Il Jolly mi somiglia molto anche se non mi piace pensare che imiti il mio stile di vita come per dimostrare che è in grado di capire quello che io provo. Anche se mi somiglia cmq abbiamo caratteri diversi io e il Jolly. Il Jolly non è quello che voglio, forse perchè quello che ho sempre voluto in campo sentimentale non mi è mai stato messo su di un piatto d'argento a portata di mani. L'uomo è di carne e ossa non solo di mente e cuore e spesso sono stato anche io a sbagliare nei confronti del Jolly, ma infine ho capito cosa dovevo fare e cosa sarebbe stato meglio per il Jolly. Il mio modo di reagire a certe cose non è dei migliori e non lo consiglierei a nessuno nemmeno al mio peggior nemico. Ergo certe volte quando vedo il Jolly ubriaco o fuori dalla realtà mi fa male e come se vedessi me stesso riflesso in uno specchio (anche se non l'ammetterei mai). Così non riesco a sopportare la presenza del Jolly che mi provoca una forma di fastidio fisico come un indice puntato su me stesso che mi ricorda anche un lato del mio carattere che non mi piace. Ho tentato di scuotere il Jolly e farle capire le cose come stanno in realtà, ma il Jolly sembra nn voler capire o finge di non capire. Certe volte non mi resta che usare le maniere forti, diventare scontroso e tentare di evitarla in qualche modo. Lo faccio per il Jolly e spero che un giorno riesca a capirlo e a guardarmi diversamente. Insomma ho due donne in mano posso aprire tranquillamente e lo faccio. Tutti restano in gioco è il momento del cambio delle carte. Tre carte per l'amico alla mia destra, una per quello alla mia sinistra. Il ragazzo di fronte a me (quello che si era acceso la sugaretta nervosamente) dichiara di essere servito. Io in mano ho le due donne, una zappa, un otto e un Jolly. Tengo le due donne e mi libero delle altre carte... mi spiace per il Jolly ma è meglio che non resti nelle mie mani perchè malgrado sia un Jolly non diverrebbe mai Regina...non tra le mie mani. Il cartaio mi porge le tre carte. Io pronuncio un secco "chip" prima di leggerle lasciando così la parola al servito. Il servito punta tutte le fiches che ha davanti sul tavolo. L'amico alla mia sinistra lascia il gioco. Leggo. Eccola qui uun'altra zappa stavolta di cuori... non me ne dispiaccio, le zappe mi fanno presagire sempre cose migliori e come se di peggio non mi potesse capitare tra le mani. Scopro la carta successiva, è un'altra Regina e siamo a tre... La Donna Di Fiori.
La donna di fiorni e piccina, ma non di età. Ma si sa che nelle botti piccole c'è quasi sempre il buon vino. La Donna di Fiori è solare, estroversa, energica e piena di voglia di vivere. La Donna di Fiori è carina è ha un fisico ben piazzato. La Donna di Fiori non la vedo spesso anche se è delle mia parti. La Donna di Fiori è sempre fidanzata ma ogni tanto ritorna prima di cambiare fidanzato. La Donna di Fiori ama ballare e si muove benissimo. La Donna di Fiori guardacaso l'ho rivista nel solito locale della Domenica (lo so a cosa state pensando...ehmmm si credo che dovreste farci un salto qualche Domenica). Mi salutò la Donna di Fiori mentre stavo usando inutilmente i miei poteri telepatici sulla Donna di Picche. Era un pò che non la vedevo ma dopo il saluto iniziale restammo ai due lati opposti del locale. Ma nel vivo della serata, per me non al massimo della forma, fu proprio lei a porgermi la sua mano per trascinarmi nel mezzo della pista. Ballammo io e la Donna di Fiori. Ballammo come due matti ridendo e bevendo. La gente intorno doveva spostarsi per non essere travolta. Sembrava felice la Donna di Fiori e la sua allegria contagiò anche me tanto che mi lasciai andare come solo io so fare quando c'è nell'aria la musica che mi piace. Improvvisammo piccole scenografie di ballo io e la Donna di Fiori e imitammo qualche video musicale eseguendo anche qualche passo hip-hop ben riuscito. Ma come per la Donna di Quadri anche quella sera in quel locale c'era qualcuno che non la voleva lì con me e voleva portarsela via, anche se mi consolò che stavolta quel qualcuno fosse una donna. La Donna di Fiori mi disse che non se ne voleva affatto andare e che non si divertiva in quel modo da tempo. La Donna di Fiori voleva continuare a ballare ed io anche se stremato le sorrisi facendole compiere qualche altra piroetta. L'amica della Donna di Fiori stava sclerando, farfugliando discorsi sull'orario e sul fatto che dovevano ritirarsi. La Donna di Fiori fu costretta suo malgrado a congedarsi da me. La Donna di Fiori mi salutò calorosamente. Ma so che anche che la Donna di Fiori prima del nostro prossimo incontro starà già insieme ad un'altra persona, ad un altro Re. Anche se mi piace credo che sia veramente solo un'amica la Donna di Fiori. L'abbraccio forte e saluto la Donna di Fiori che si allontana e per l'ennesima volta continuo a ballare da solo al centro della pista. Anche stavolta automaticamente inizio a pensare alla Donna di Cuori. Qualcuno se ne accorge e m'invita ad andare a prendere un kebaab a Napoli. Ormai stanco e ciucco decido che sia la cosa migliore da fare per quella sera. Ho un tris di donne in mano e devo acora guardare l'ultima carta. Il pollice e l'indice fanno muovere le carte lentamente per mostrarla in tutto il suo splendore. Era la Donna di Cuori.
La Donna di Cuori scomparve e dentro la carta ora riuscivo a vedere solo un locale gestito da Libici, un locale del Vomero. Mi trovavo a Napoli e avevamo già ordinato i kebaab che stavano preparandoci. Uscii fuori del locale, presi il cellulare e senza pensarci due volte chiamai la Donna di Cuori come avevo fatto anche il giorno dopo. Ero sicuro che non mi avrebbe risposto anche quella volta. Così fu o almeno così pensai all'inizio. Rientrai dentro dagli altri nella bolgia degli affamati del locale quando la canzone "Meccanismi" del Nucleo cominciò ad essere vomitata dal piccolo altoparlante del mio cellulare. Stavo quasi per non sentire quando la solita speranza mi portò a guardare per l'ennesima volta il dipslay del mio telefonino. Il display era illuminato, Meccansimi stava suonando e la foto in miniatura della Donna di Cuori sembrava sorridermi dal mio telefono. Risposi veloce uscendo fuori. Ciao, dove sei...io sto vicino casa tua dai Libici...e ehmmm e niente tu dove stai? Aspettami lì sto venendo. La Donna di Cuori è bellissima (almeno per me). La Donna di Cuori e la mia piccola principessa e rimarrà sempre piccola per il mio cuore. La Donna di Cuori non è molto alta, è castana e ha gli occhi nocciola. La Donna di Cuori ha un fisico normale, semplice ma ben fatto. E' molto dimagrita la Donna di Cuori. E' più bella delle altre Regine la Donna di Cuori. Io voglio ancora bene alla Donna di Cuori anche se credo di non amarla più... o forse così mi piace pensare per tranquillizarmi e non farmi inutuili paranoie. Io farei di tutto per la Donna di Cuori e per renderla felice. Io non vedo più la Donna di Cuori da tanto, tanto tempo anche se a volte mi chiama sul cellulare. Era da molto che non la chiamavo soprattutto per evitare inutili discorsi, in fondo io e la Donna di Cuori non possiamo nemmeno più essere amici... o almeno io non ce la farei. Ora era lì la Donna di Cuori davanti a me dopo tanto tempo. Scese dalla macchina la Donna di Cuori e corse ad abbracciarmi senza dire una parola. Mi abbracciò forte forte la Donna di Cuori Domenica notte ed io ricambiai quella stretta con tutta la forza, stando attento a non farla male. Tremavo in quel momento. NOn so perchè... forse faceva tantissimo freddo e io stavo solo con una magliettina e la giacchetta fashion o perchè stavo stringendo lei. Anche lei tremava. Ci guardammo per un minuto negli occhi, quel minuto è sembrato durare un'eternità o volevo durasse tutto quel tempo. Poi iniziammo a parlare del più e del meno io e la Donna di Cuori. I soliti discorsi che si fanno in occasioni del genere... come va, come stai, cosa fai, ti diverti, con chi esci. A finale poco ti fotte di sapere tutte quelle cose ma se eviti di vomitare quelle dmande non riusciuresti mai a rompere il ghiaccio e a stracciare il silenzio nell'aria. Salimmo nella sua macchina io e la Donna di Cuori, per continuare a parlare senza quel freddo che gelava il sangue nelle vene. I miei amici stavano di fronte e mi aspettavano in macchina. Era tardi sia per loro che per la Donna di Cuori. Non potevo fermare il tempo dannazione, sapevo che dovevo andarmene ma non riuscivo a muovere le mie gambe mentre i miei occhi erano fissi nei suoi. Quando fui certo che lei doveva tornare a casa per forza e quando sentii diventare insistente il clacson della macchina dei miei amici capii che il mio tempo lì era scaduto. Chissà quanto tempo sarebbe passato prima di rivedere quegli occhi e quelle labbra... forse anche parecchi mesi... la salutai e le nostre labbra si sfiorarono... farfugliai una serie di discorsi sensa senso, mi servivano per prendere tempo e farmi coraggio. Lei nn era la Donna di Quadri o la Donna di Picche... tirai un sospiro e mentre aprivo la portiera mi girai di scatto per baciarla. Ci baciammo io e la Donna di Cuori. Poi per lunghi attimi nessuno dei due pronunciò una parola. Il clacson in lontananza... dovevo andare. Scesi dalla macchina e corsi dai miei amici per dire che stavamo per andare, da brave persone quali sono mi dissero che la Donna di Cuori poteva venire con noi perchè tanto dopo l'avremmo accompagnata senza problemi. Sapevo che l'avrebbero fatto. Ma lei non poteva o forse non voleva, questo non lo posso sapere...cmq tornai da lei... lei aprì il finestrino e ruppe il silenzio mostrandomi i suoi calzini... aveva dei assurdi calzini a strisce bianche e rosse che si incrociavano assurdamente... scoppiai a ridere, era la solita Donna di Cuori e non sarebbe cambiata mai... in fondo quella era una certezza... mi avvicinai e la baciai velocemente sulle labbra di nuovo. La salutai con lo sguardo per l'ennesima volta come per fissarmi la sua immagine nella memoria e nel cuore. Mi scappò un addio che poi aggiustai velocemente con un ci si sente o ci si vede in giro. Corsi in macchina degli amici senza voltarmi. Mi sedetti davanti di fianco al conducente mentre il cuore mi batteva all'impazzata. Tum, tum, tum, tum... Le due macchine s'incrociarono e lei si allontanò da me ancora una volta. Nella macchina dove tutti sapevano la situazione mia e della Donna di Cuori iniziarono discorsi malinconi. Qualcuno poteva capire un comportamento distruttivo del genere, qualcun'altro forse no, ma credo che fosse solo una finzione. Cmq rassicurai i due amici dicendo che sapevo benissimo le cose come stavano e che non mi ero illuso dopo quel bacio e che non speravo in niente per l'indomani, in niente in cui potesse entrarci la Donna di Cuori. Sapevo che lei non sarebbe stata più la mia Donna di Cuori anche quando la stavo baciando... può sembrare una cosa triste e una specie autoflagellazione ma forse qualcuno qui fuori potrà capirmi e darmi una pacca sulle spalle. Rimanemmo in due nella macchina... per diverse ragioni eravamo tutti e due tristi e un pò malinconici... ci sfogammo cantando... cantare può aiutare secondo me... cmq io e il mio amico cantammo questa parte di canzone fino alla nausea: "Forse sta a pochi metri da me quello che cerco e vorrei trovare la forza di fermarmi perché sto già scappando mentre non riesco a stringere più a fondo e ora che sto correndo vorrei che fossi con me che fossi qui. Sento a pochi metri da me quello che c'era e vorrei trovare la forza di voltarmi perché se stai svanendo io non ci riesco a stringere più a fondo ora che sotto il mondo vorrei che tu fossi qui che fossi qui" (Subsonica - Strade) Scrissi un messaggio alla Donna di Cuori durante il ritorno a casa, le scrissi che nn sapevo se l'avevo incontrata veramente o se quello fosse stato uno dei miei soliti sogni... Avevo Poker cazzo, Poker di donne... il servito stava sudando copiosamente... chiusi gli occhi mentre una frase mi rimbombava nella testa... "fortunato al gioco, sfortunato in amore..." mi sforzai a trattenere un sorriso... buttai la mia resta sul panno da gioco. Io credo che la miglior palestra per un giocatore sia la vita. E viceversa. In entrambi i casi, infatti, la tua stupida fortuna servirà a ben poco quando avrai davanti una persona più scaltra di te. E chi perde è fuori. L'amico alla mia sinistra passò velocemente, quello di fronte a me mise le fisches che mancavo in mezzo. Il servito calò le carte... aveva un Full di Jack. Mi sorrise. Un buon punto ma nn bastava... Poker di donne... calai le quattro donne sul tavolo e allungai le mani sulle fisches portandole verso di me. Avevo vinto quella mano e parecchi, parecchi soldi... ma nessuno dei miei amici si accorse che mentre portavo quelle fiches verso di me una piccola lacrima malinconica e salata mi stava rigando il viso. Il cellulare mi vibrò nelle tasche con gli occhi ancora lucidi lo presi per leggere il messaggio che avevo appena ricevuto... "Ma dai ma davvero mi ha sognata? E addirittura avevodei calzini a strisce molto carini...ma dai! Pensa 1pò xò che coincidenza io ho sognato 2bellissimi occhi..." Un sorriso amaro e un'altra lacrimuccia... "fortunato al gioco, sfortunato in amore..." E chi perde è fuori. "Ogni uomo mente. Dategli una maschera e sarà sincero." (Oscar Wilde)
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