Nick: Buk Oggetto: re:lettera firmata Data: 22/9/2006 16.33.2 Visite: 50
Ho visto la fine della trasmissione. Solo la fine, perchè c'era qualcosa di molto più interessante in tv: zoccole su zoccole che scambiavano Hitler per un vagonemerci, e sculettavano come solo Dio sa cosa. Ho beccato quel "comunista di merda" di Vauro. Uno che, lo definiscono un artista. Uno che fa disegni in tv, e riempie i balloon di merda e banalità. E fa disegni pure sui giornali, ed ha il ghigno di uno che non ha mai mangiato fagioli come carne, o bietole come dessert. D'un certo senso, anche io sono esausto di questo continuo fiancheggiare a Napoli, un'immagine lugubre, nera, di città spacciata e morente. Ma, del resto, la vedo anche io così. Ma il punto è un altro. Decisamente. Quando si fa una trasmissione come "quel comunista di merda di Santoro" si propone di fare, si dovrebbe cercare ASSOLUTAMENTE di fare giornalismo. Informazione. Partire da un presupposto, e spulciarlo da ogni prospettiva. Non, ad esempio, invitare "quel cazzone leghista di Maroni", che sì, avrà decisamente bilanciato un po' l'inenarrabile lassismo informativo di "quella merda di trasmissione comunista" , ma altresì non è certo atto a parlare dei problemi di una città che lui stesso, o il suo partito, vorrebbero addirittura staccata dallo stivale. Ricordo perfettamente il periodo da ministro, di "quel coglione razzista di Maroni", e onestamente, non mi entusiasmò allòra, figuriamoci ora, che si presenta come uno squinternato opinionista di cose che assolutamente ignora. Ritornando a Napoli, le problematiche esistono. E sono forti e radicate. Indissolubile e secolari. Spiazzanti e avvilenti. Ma, volendo appunto aggiungere il mio punto di vista, tali problemi esulano APPUNTO da quella categoria di persone che spesso viene stigmatizzata dall'informazione (camorristi e affini), ma bensì, a mio dire, riguardano altre due categorie che, di asociale, non dovrebbero proprio avere nulla: POLITICI (corrotti e blasfemi. Ove la santità è lo stato e la DEMOCRAZIA) e LA GENTE COMUNE. Quella che subìsce, e non si lamenta. Quella che tiene alla propria vita, più che al futuro dei propri figli. Quella che si lamenta, e poi si fa raccomandare. Quella che si adatta al sistema, e poi punta il dito. Siamo inghiottiti, a mio parere, da una serie di dinamiche dal sapore irreversibile, dove la vittima diventa carnefice, e viceversa. Ove lo stato finge di voler fare, per finire poi a ridersela alle terme. Dove "quel comunista di merda del sindaco", organizza notte bianca, invece di dichiare lo "stato d'assedio", e far venire giù l'esercito. Dove l'informazione si riduce ad una serie svenevoli di denunce, fittizie oramai, che non mettono alla luce lo squallore che impera nella vita quotidiana, ma solo gli accadimenti che di tanto in tanto straripano dalla semplicità degli accadimenti. Fare informazione su Napoli, oggigiorno, significherebbe seguirla sempre, per un periodo mediolungo, cercando di carpire taluni processi da dove nascono. La nostra indolenza è una colpa. Come le istituzioni a carattere cittadino, che se ne fregano. Come la camorra che attanaglia tutto oramai, senza alcuna speranza che qualcosa cambi. Ora mi rivolgo a Santoro. Mi dica, "coglione comunista", lei ha mai vissuto all'inferno? PS. Con "comunista", non mi riferisco all'ideologia. Bensì ad un gruppo elitario che capeggia nei salotti borghesi dell'intellighentia italica. Per capirci, quelli che non fanno niente, con le pance piene, a fare rivoluzione che non fanno male. forse vivere in questi giorni mediocri ci prepara a quelli pericolosi |