Nick: Blake Oggetto: re:Ma che razza di mostri sono? Data: 20/11/2006 11.42.9 Visite: 28
Sì, anche io penso per quanto valga, che l'elemento mediaticità sia tra i più influenti. Ma la mia preoccupazione (che dure e esiste nei limiti d'un caffè con sigaretta al seguito) è data comunque dal fatto, specificamente, che si usi riprendere tutte queste infamanti azioni. Non credo quindi che il mezzo sia un qualcosa che stimoli questo ventaglio di azioni infamanti, bensì, il mezzo in questione, questo ossessivo appellarsi a video, foto o quant'altro, sia sintomo d'un disturbo infantile (ma potremmo tranquillamente rivolgerci ai criminali un po' più grandicelli che, figli di altre epoche, sono rimasti legati, sebbene per le loro maleazioni, ad altri crismi che non comprendono il videofilmare) che riguarda tutte le sfere dell'adolescenza e dell'infanzia. Cerco chiarezza: non solo se parliamo di giovani che commettono reati, bensì di tutti i giovani. Anche la/il teen ager, io credo, signorina Viola, che qui si trovi a scatenare il suo ricettacolo di aspetti umani e caratteriali; che qui si fonda nell'immagine che ha di se stesso sentendosi l'ultimo dei diversi o dei dannati; che qui costruisce l'andazzo seppur immaginifico delle sue giornate; che da qui sfoggia comportamenti o voglie, reali o irreali che siano; che da qui cerca lo scontro, che viene da sè, è contatto(violento o meno); che da qui alimenta sogni o amicizie o amori; etc. etc. etc. Credo, così dico io, che anche tutto questo sia imputabile al concetto di "mostriciattolo" da te espresso. Cosa che fa scalpore, è la violenza e la superficialità che essa dimostra nella sua evidenza, specie in soggetti così giovani. Ma il quadro, così dico e penso io, è guasto alla base. Prescindendo dallo sbocco che questa "malformazione educativa" prende. E se una volta c'è stato l'amore, se per amore ci si è uniti, perchè dovrebbe passare l'amore? E' forse impossibile alimentarlo? |