...sono otto anni che frequento l'ambiente discotecaro, ossia da quando avevo 16 anni: più verso la fine dei 16, per precisare.
Nel corso di questa sorta di "decennio" ho potuto osservare - con grande tristezza - il cambiamento (in peggio) della figura del vocalist (e dell'opinione sulla stessa), categoria che si è aperta liberamente a tutti coloro che ne volessero fare parte: esattamente come quella del dj, che per via della tecnologia ha permesso a chiunque - anche a chi non è capace di non passare da un pezzo all'altro - di cimentarsi alla consolle... lettori cd con pre-programmazioni musicali, aiuti negli stacchi/passaggi/effetti ed altri gingilli d'avanguardia: il tutto a discapito dell' "istinto" del dj, quello capace di mixare con due semplici vinili semplicemente in modalità MANUALE, ossia sentendo il supporto sotto la sua mano e gestendolo facendo esclusivamente affidamento alle proprie innate capacità: chiamasi, in altra maniera, "talento".
Ritorniamo al vocalist.
Dicevo.. un tempo, le discoteche più rinomate invitavano i vocalist con la V maiuscola: cantanti che prestavano la voce a tanti successi dance dell'epoca e che proprio grazie a quella aggiungevano un tocco "di classe" alla serata, all'atmosfera, se non al dj stesso ed al suo lavoro serale. Gente come Tanja Monier, tanto per fare un esempio, stupenda voce del successone "King Of My Castle" (che - spero - molti ricorderanno) che si presta ancora oggi come supporto alle serate discotecare del week-end: non per niente è una delle migliori vocalist in circolazione (e pure nu femminon esaggerat).
Esisteva una sorta di linea di demarcazione tra il professionista ed il pezzotto, linea che includeva non soltanto le discoteche più famose ma anche quelle locali e provinciali: i "cuozzi" della musica - vocalist e dj - nemmeno osavano cimentarsi nelle due materie.
I tempi sono cambiati. Si è caduti in basso, sono saltati gli schemi ed i suddetti confini, l'incasso e la popolarità del locale conta più dell'immagine dello stesso: largo a tutti, dj che non hanno mai suonato un vinile e che - in molti casi - si preparano i pezzi a casa, suonano col portatile (bestemmia) e con cd che fanno il mestiere al posto loro. Largo a tutti i tamarri capaci di far pariare facenn 'e strunz, dicendo idiozie, come ha specificato Janninoquaglia: gente che - come ho detto poc'anzi - fino a qualche anno fa poteva solamente sognare di varcare la soglia di una discoteca in qualità di "lavoratore" per la stessa.
Per i poveri appassionati dell'ambiente, restano tre opzioni: andare comunque in luoghi infestati da tali presenze; non andarci; andare ai "live" seri: dove per "seri" intendo con dj ad alto livello.
Ad ogni modo... è uno schifo. Parola di chi fa parte - per sua fortuna, in ambienti seri - di questo mondo.
Ecco tutto ciò che un vocalist "cuozzo" di oggi non ha:
"Il Vocalist altro non è che un animatore, una figura che si occupa di creare e mantenere calda(ovviamente assieme e in simbiosi al Dj e la sua musica) l'atmosfera del locale, accompagnando per tutta la serata (o per meglio dire la nottata...) la gente che balla in pista o che siede ai tavoli a bordo pista con la sua voce, salutando i vari clienti e amici per gasarli e renderli protagonisti, e incitando la clientela a lasciarsi andare al ritmo della musica.
Sembra un personaggio stupido e inutile, ma non è così: non esiste locale che non abbia almeno un vocalist nel suo staff perchè una serata senza di esso risulterebbe moscia, fiacca, priva di carattere.
Ormai il vocalist è considerato alla stregua del Dj e delle Cubiste un personaggio indispensabile alla riuscita di una bella serata.
Giusto per farvi capire quanto è quotato il lavoro del vocalist vi dico che ci sono vocalist che guadagnano piu del Dj, e se considerate che tutto ciò di cui ha bisogno per lavorare è solo la sua voce (e tanta, tanta energia vitale) il paragone col Dj che deve spendere migliaia di € per comprare i dischi diventa sbilanciato, quasi assurdo...
Ovviamente il lavoro del Vocalist non è tutto "rosa e fiori", ma ci sono anche tante responsabilità, perchè si ha in mano uno strumento molto potente a livello mediatico (il microfono) e quindi bisogna prestare molta attenzione a quello che si dice, perchè viene sentito chiaramente da tutti. Ovviamente il vocalist professionale deve evitare di fare riferimenti politici, razzisti e che possano influenzare qualcuno in qualche modo".
Questo trafiletto - che ho trovato su Internet - riassume meglio la mia risposta.

