sull'argomento.
Uno di Lunedì, di un cronista
"Sei lesbica" e viene sfregiata
lunedì 01 settembre 2008
L'episodio nella centralissima Piazza Bellini di Napoli
di Giuseppe Cozzolino
Punita perché lesbica. Una ragazzina di neanche vent'anni sfregiata da un giovane che l'ha prima insultata davanti ad una piazza sconvolta, poi le ha spaccato sul volto un bicchiere di vetro. E così ancora una volta, come un anno fa, Piazza Bellini, il cuore della Napoli giovane e tollerante, viene macchiato dall'onta dell'omofobia. Anche lo scorso anno ci fu un gravissimo episodio di violenza verso i non-etero, quando fu compiuto un vero e proprio raid contro un gruppo di omosessuali (vedi). Violenza becera ed assurda, che mortifica i veri giovani napoletani, in maggioranza rispetto alle poche canaglie che ogni giorno trova nuovi metodi per danneggiarne l'immagine.
I fatti attuali si sono svolti in poco tempo. Erano le due della notte tra venerdì e sabato, e Piazza Bellini, cuore della movida universitaria e non di Napoli, è piena come sempre di ragazzi e ragazze che prendono da bere, chiacchierano, amoreggiano. Sembra una serata come tante, poi all'improvviso un ragazzo, probabilmente su di giri per qualche birra di troppo, lascia il suo gruppo e si avvicina verso due ragazze che erano poco distanti, intente a baciarsi.Si abbassa i jeans, si toglie le mutande, e lancia ingiurie verso le ragazze. "Lo vuoi il pisello? Lo vedi, lesbica di merda?". Restano allibiti tutti i presenti, ma non c'è il tempo di fare nulla. Il giovane afferra un bicchiere di vetro e lo spacca sul volto di una delle due giovani, spaccandole il labbro superiore ed il naso.
Il giovane è stato poi subito portato via dai suoi amici, che hanno capito la gravità della situazione, mentre la vittima è stata portata in ospedale per le cure del caso.
http://www.levanteonline.org/index.php?option=com_content&task=view&id=638&Itemid=36
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l'altro su un blog di blogspot, incentrato sulle notizie inerenti il mondo gay. Qua, a parte i commenti vari ed eventuali di associazioni e quant'altro, c'è una intervista o presunta tale al gruppo aggredito, e la versione dei fatti è un poco diversa.
Il "branco" e gli "indifferenti" ecco il racconto del raid omofobo. Si innescano le polemiche
Piazza Bellini. Parlano le ragazze lesbiche vittime dell'aggressione di venerdì: Una di loro è stata sfregiata. "Erano in tre, ci hanno inseguito, picchiato e minacciato. Ma nessuno ci ha teso un amano.
(Amalia De Simone) "Pronto? Siamo noi.. le ragazze aggredite in piazza Bellini.
Grazie. Grazie soprattutto per averci cercate. È stato peggio di quello che si detto: erano in tre, ci hanno inseguito, picchiato e soprattutto nessuno ha alzato un dito per aiutarci. Non sappiamo cosa fare: possiamo incontrarvi?». Una mail e poi una telefonata all'Arcilesbica. Alla fine si sono fatte vive. Gli appelli delle attiviste dell'associazione partiti subito sul web e sui giornali, il tam tam tra gli amici, non sono stati inutili e già martedì sera quattro ragazze e un ragazzo della comitiva vittima dell'aggressione avvenuta tra venerdì e sabato, erano insieme al direttivo di arcilesbica per chiarire quanto accaduto.
Nella cucina di una delle componenti del direttivo dove, per motivi di privacy e sicurezza è avvenuto l'incontro, si avvertiva lo stesso calore e lo stesso senso di protezione di una famiglia: le ragazze hanno fatto quadrato intorno alle nuove arrivate, le hanno ascoltate a lungo, consigliate e alla fine hanno discusso su come concretamente “reagire” a questo nuovo, anzi ormai rituale, vergognoso caso di omofobia.
La prima a prendere la parola è Livia (il nome è di fantasia per ragioni di riservatezza), ha solo 19 anni e una parlantina da dieci parole al secondo. Nel suo racconto la tensione da “arancia meccanica” e una storia di ordinaria indifferenza. «Tutto è cominciato quando un gruppo di ragazzi trasudanti alcool, ha notato la nostra comitiva composta quasi tutta da donne. Cercavano, a modo loro e quindi insistentemente, un approccio.
Noi glissavamo, proprio per evitare problemi. Allora ci siamo spostate ad un tavolo di un pub ma loro ci hanno seguite e anche lì hanno continuato con osservazioni pesanti. Ad un certo punto uno di loro ha esclamato “Ma non lo vedi che queste sono lesbiche" Ora ve lo faccio vedere io il pisello!” Si è abbassato i pantaloni e ha cominciato ad inseguire la mia ragazza per i tavoli. Poi si è incazzato e ha afferrato bicchieri e altri oggetti a portata di mano. Ce li ha scagliati contro. Una pinta si è infranta contro la ringhiera che delimita l'area archeologica e un coccio ha colpito al viso una di noi. Sanguinava ed eravamo terrorizzate da tutta quella violenza. Anche altri due avevano cominciato a colpirci, tutti guardavano senza far nulla, così ci siamo rifugiate all'interno del pub. Non riuscivamo più ad uscire, urlavano, ci minacciavano e quindi abbiamo chiesto ad uno dei gestori del locale di chiamare la polizia. Lui però ci ha risposto che non l'avrebbe fatto, che era inutile e inopportuno creare tanto clamore, soprattutto perchè gli aggressori sono degli abituè della piazza ed era meglio non avere conti in sospeso con loro. Io invece ci ho provato ma ero nel pallone e così ho digitato il 118. Mi hanno fatto tremila domande e allora ho lasciato perdere anche perchè nel frattempo si erano avvicinate alcune loro amiche che con tono intimidatorio ci invitavano a mettere via i cellulari. Eravamo arrivate con due auto e invece siamo fuggite via infilandoci in fretta in una sola macchina. Abbiamo passato la notte a litigare tra di noi aspettando che le amiche ferite tornassero dal pronto soccorso. La ragazza sfregiata non ha voluto farsi mettere i punti ma il taglio era profondo e non ha potuto evitare altri tipi di sutura. Ora lei non è a Napoli, ma appena torna la inviteremo a sporgere denuncia. Noi pensavamo che non servisse a nulla ma ci hanno convinto le ragazze dell'arcilesbica, le uniche ad esserci state davvero vicine».
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continua su http://notiziegay.blogspot.com/2008/09/il-branco-e-gli-indifferenti-ecco-il.html
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a mio avviso, i soliti quatt strunz.
Capita di trovarsi abboffati di offese o seguiti passo passo dall'auto da tipi del genere. O sei chiatta, o te la tiri, o sei cessa, oppure lo diventi dopo che ci provano e rifiuti. Sarà successo a me e ad amiche non so quante volte.
Pò li acchiappi in gruppo, dove si sentono forti, in un posto che conoscono, e con troppo alcool in corpo.
E quando si tratta di omosessualità o razze, si sentono quasi autorizzati.
Mah. Che altro vogliamo commentare, se non mah.