Nick: Copia&Inc Oggetto: re:straniamento Data: 16/9/2004 15.28.11 Visite: 73
Straniamento La prima cosa di cui preoccuparsi, soprattutto quando si tratta di concetti nati in anni vicini a noi, è quella di darne la definizione. Per "straniamento" non si intende nient'altro che un procedimento, attuato da un autore al fine di comunicare una percezione della realtà diversa dall'usuale, inedita, 'straniata' appunto. Il verbo "straniare", in realtà significa "allontanare" (dal tardo latino "extraneare", che a sua volta deriva ovviamente da "extraneus", che come primo significato ha "esteriore, esterno" - da "extra"). Esiste anche nella forma riflessiva "straniarsi", più diffusa come "estraniarsi", che quindi vuol dire semplicemente "allontanarsi". Implicazioni quali "estraneo", o "straniero" sono quindi successive. L'etimologia è utile per avvicinarsi a capire cosa intendesse Bertolt Brecht: allontanamento, puro e semplice, il contrario dell'immedesimazione, che Brecht invece rifiutava, considerandola una rinuncia alla ragione, alla consapevolezza critica. E già qui, con il concetto di "ragione" ritroviamo, in chiave oppositiva, echi dell'atmosfera positivistica, nonché naturalmente delle basi essenziali delle poetiche sia del verismo che del naturalismo (distacco o allontanamento dell'autore). Inoltre comprendiamo bene come il distacco critico, e quindi l'attività critica in generale, comporti necessariamente un allontanamento dall'immedesimazione per poter "ragionevolmente" valutare i processi artistici. L'Opera da tre soldi fu scritta nel 1928 e rappresentata per la prima volta a Berlino nello stesso anno. Bertolt Brecht, aveva allora trent'anni: nacque infatti nel 1898 ad Augsburg (Augusta). Ricorre perciò quest'anno il centenario della nascita. Attualmente Brecht è definito da molti operatori teatrali "fuori moda". Un regista che lo voglia rappresentare non trova facilmente una piazza disponibile. È normale del resto che autori portatori di forti ideologie, e in nome di queste impegnati politicamente nel campo artistico, subiscano lo scotto dell'evoluzione del pensiero nella storia e inevitabili accantonamenti in periodi di crisi ideologica. Analogo meccanismo deformante ne ha accreditato l'ampio seguito vissuto in altri momenti. Le opere dello stesso Brecht hanno conosciuto un successo enorme negli anni '60 e '70, in modo spesso assolutamente acritico, tanto che incalliti brechtiani, una volta messe in crisi le proprie convinzioni marxiste, sono diventati suoi acerrimi detrattori. In tutto questo i valori profondi del suo teatro sono ancora poco compresi. Il concetto di straniamento è uno di questi. Anche se non coscientemente teorizzato, come in Brecht, questo è un concetto centrale della produzione artistica del '900, in quasi tutte le arti, poiché è direttamente collegato alla percezione artistica del reale, come fin dal 1917 compresero i formalisti russi. Si potrebbe affermare che la sua presenza è un segno diretto della crisi del pensiero e dell'arte vissuta dal nostro secolo dopo la caduta degli ideali ottocenteschi, come quello di progresso e quello della fiducia nella scienza. Poiché la realtà è di difficile approccio, poiché si scopre che il punto di vista condiziona ogni processo conoscitivo, in nome della ragione si è individuata una maniera di presentare il reale in modo che l'osservatore stesso traesse le sue proprie conclusioni. Costanza Travaglini-Intorno al concetto di straniamento tra narrativa, critica e teatro http://www.ilbolerodiravel.org/criticaletteraria/costanza.htm |