Nick: paps46 Oggetto: re:ateismo Data: 12/12/2002 22.57.30 Visite: 13
Quando sono diventato ateo era il periodo + brutto della mia vita. Quando i bravi cristianucci mi contestano e tentano a evangelizzarmi mi viene da spaccare il mondo...Non solo non rispettano la coscienza, ma non rispettano nemmeno il dolore che ha portato alla riflessione e al cambiamento. Ho capito che era meglio non credere quando ho visto morire una persona, giovane. Ha fatto la morte che io ho rischiato quando avevo 2 anni...Che spettava a me, perché l'emofilico che doveva morire dissanguato sono io, e non era lui. In quel momento la speranza della Provvidenza, della Giustizia divina o di come diavolo la chiamano i credenti è crollata...Vedere la identiticità dei nostri mali, e la diversità drammatica delle nostre sorti... Perché lui sottoterra e io davanti a un monitor? Ci sono domande che non hanno risposta...Perché a volte la medicina non basta a spiegare le cose. Quando pensavo, da cristiano, a quella domanda c'era sempre un tarlo...La Provvidenza, perché ha lavorato con me e non con lui? Dio sceglie? E con quale criterio? Se non mi fosse stata inculcata una religione per il solo fatto di essere nato nella cattolicissima Italia avrei sofferto molto di meno x la dispettosa casualità della morte e dei suoi meccanismi. La mia vita da ammalato è stata lunga...Oggi sono una persona molto + sana, e tutti mi dicono "ringraziann' Iddio!" e io mi arrabbio...Perché Dio non ha fatto 13 anni di emofilia, un'infanzia in cui tutto ciò che faceva star bene gli altri bambini mi era negato perché pericoloso, e Dio non ha camminato 13 anni sulle punte dei piedi e non ha sopportato le preghierine sottovoce dei bravi cattolici pietosi che vedevano passare me, il caso umano, e non potevano astenersi dal pregare, dal chiedere il miracolo, e tutte quelle cose che mi hanno sempre fatto sentire speciale ad uso e consumo di chi credeva... Dio non ha fatto 5 giorni di coma, nè tantomeno 15 anni senza vita sociale...nè 6 anni di fisioterapia a farsi il mazzo e a costruirsi un corpo che non c'era, nè ha inventato le medicine che mi stanno facendo finalmente vivere nè mi ha operato il tendine d'achille del piede destro che tanti problemi mi ha dato e che oggi è il protagonista della mia salute e della mia nuova vita: lo ha fatto un grande chirurgo, splendidamente umano. Il non-credere è dunque figlio, sempre, del lavoro della coscienza. Odio che la gente guardi all'approccio alla religione invece di considerare cosa ha portato a credere o meno... Sminuisce l'intelligenza, ma soprattutto il dolore. Perché anche se non la chiamo anima come piace a loro, una coscienza ce l'ho anche io.
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