Nick: ADP Oggetto: GiGeT - Approfondimenti Data: 27/10/2003 22.13.49 Visite: 182
Si possono trovare tracce di GiGet già a partire dal 3000 a.c. in alcune iscrizioni egizie. La prima comparsa del suo nome risale infatti ad un geroglifico impresso sulla tomba del faraone Mezapakka.
[la traduzione è veritiera e verificabile; n.d.r] La figura di quest'uomo viene storicamente associata a quella di un antico sapiente che nacque prima del mondo, e che, come Uskebasi, portava con sé la verità suprema. La dottrina di GiGet, quella dell' "Alutammc", con le sue varie correnti ("Alutammc Mappin" , "Alutammc Sament" , "Alutammc latrin" ecc..) riesce a racchiudere la coscienza cosmica in un solo assunto, che si fa carico dell'insostenibile spiegazione di tutto. Il termine "Alutammc", deriva dal lessema "salutiamoci", e rimanda indizialmente ad un incontro avvenuto, per l'appunto quello tra l'uomo e la coscienza di sé. La mancanza del grafema (e conseguentemente del fonema) iniziale racchiude grande sapienza. L'uomo e la verità si pongono in un assetto che differisce diametralmente da quello che pertiene all'incontro tra due individui che si salutano, e sfocia inevitabilmente nel paradosso: L'uomo incontra la verità, ma allo stesso tempo non ha bisogno di incontrarla, perché quest'ultima risiede già dentro di sé. La scoperta riguarda la dimensione idiosincratica dell'indidivuo, e non è un incontro tra due entità, ma piuttosto la scoperta, da parte dell'una, di "possedere" già intrinsecamente l'altra. Ecco che l'ellissi del grafema iniziale acquista il suo valore semiotico-indiziale in modo tutt'altro che ovvio. Il ritrovamento della coscienza di sé dev'essere ricercato, a prescindere dal momento e dalle circostanze. Ogni azione, concetto, dev'essere un preludio al raggiungimento di uno stadio di coscienza superiore. Ecco perché, sempre, l'Alutammc è conseguenza diretta di ogni frase, al di là del suo significato e della sua finalità. Bibliography: Harvard University Research Group, "The mistery of GiGeT", 1997.
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