Nick: ilBuio Oggetto: re:Bocca, Napoli e i napoletani Data: 18/2/2006 20.57.9 Visite: 24
Ho letto il libro di Bocca e concordo sul fatto che incorre in parecchie sviste...(tipo gli scippi sulla tangenziale, montedidio appena sotto la reggia aerea di capodimonte ed altre strambe geografie). A parte questo, Bocca mette in fila una serie di fatti di impressionante "normalità" (non tutti verificabili, a dire il vero). Grandi corruzioni, microviolenza, omicidi di camorra, politici disonesti o incapaci, intellettuali imbelli. Mentre leggevo, fremevo di rabbia, per come il libro è tutto teso a dimostrare che in questa città (a parte il disusso ex procuratore capo che, non si sa come, è simpatico all'autore) come in italia, non ci sia nulla, ma PROPRIO NULLA di buono. La mia rabbia s'è un po' stemperata, facendo queste considerazioni. E'vero che a Napoli si muore ammazzati e si muore parecchio. Che la droga è tra i pochi mercati che promettono avvenire, che la violenza è in aumento e che (come dici anche tu, raccontando l'episodio del mimo) sta diventando sempre più spesso gratuita. E'vero pure che non c'è senso del bene comune. Dunque nessuno scandalo se un piemontese moralista enumera mali che conosciamo (pur facendo esagerazioni ed incorrendo in imprecisioni ed errori). Forse la domanda che dovremmo porci, per incanalare la rabbia verso qualcosa di costruttivo, è "che fare?"
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