Nick: pearl jam Oggetto: Mi fa male la schiena Data: 10/5/2006 21.21.10 Visite: 325
Avevo guardato fuori, proprio poco fa. Tutte nubi concentrate a rendere invisibile il cielo. Un tempo da cani. Allora ho preso le sigarette e un libro di poesie. Ho percorso il corridoio accompagnato dal cigolare delle mie ruote. Mi sono piazzato davanti ad un piccolo balconcino che affaccia sulla metropolitana. Una radura incolta da cui sorgono binari vecchi e una pensilina anziana quanto e più del vecchietto che vedo di fronte, anch'esso fuori al balcone ma con una pipa ben stretta fra le labbra. Due o tre persone ad aspettare un treno o chissà cosa e ho iniziato a leggere. " è un'epoca indecente quando i mitragliatori stanno zitti e le nuvole non nascondono niente in guance di bignè; posso profetizzare il male con la forza di un martello pneumatico che spacca una stupida strada; mi pulisco la bocca e conto le sbarre della balaustra, contemplo lo spazio bianco tra le gambe del cameriere mentre corre a portarmi il conto; fuori, è lo stesso: i diavoli bevono dalle mammelle di vergini stupefatte; sta cominciando a piovere: macchia, macchia, macchia, le gocce sporche di vino tulipano... compro un giornale all'angolo, lo piego come un cobra addormentato e me ne sto lì me ne sto lì a disegnare figure per aria, figure zozze e cattedrali, lucertole scotennate, miracoli sbronzi; poi prendo il bus delle sei e un quarto e torno nella mia stanza; è una stanza che cattura mosche e carte e bicchieri polverosi, cattura me, e io ci dormirò per risvegliarmi sotto la mano dello specializzando dentro una luce malata, o sarà il sapore rosso del fuoco, il fumo che canta come questi uccelli nelle mie pareti. " Avevo bisogno di uno spunto, devo raccontare storie, raccontare qualcosa che abbia il sapore dell'incenso per un prete, l'odore di toro per la spada acuminata, qualcosa che risvegli chi sta dormendo. E sono arrivate altre 3 o 4 persone sotto la pensilina. Di sicuro c'era uno zoppo e forse pure una madre, di sicuro ho visto una puttana. Ho alzato la mano come se i metri in linea d'aria fossero solo nella mia testa. Nessun cenno di risposta, solo il cielo ha teso a farsi ancora più minaccioso. Ho spento la cicca aiutandomi col marmo fuori il balcone. Mi sono accorto che il vecchietto era ancora lì. Gli occhi raggrinziti che pesavano come due borse piene di maldidence, la gambe piegate come due fusti di bambù che hanno nostalgia di casa. La sedia in vimine lo accoglieva come una culla che raccoglie il Re del mondo. Ho fatto un cenno a lui, ponendo per aria questo magnifico scrigno di poesie. Ha alzato la coppola in segno di rimostranza, forse anche lui aveva capito che non ce l'avrei mai fatta. Ho fatto il percorso inverso che mi ha riportato nella mia stanza. Ho guardato fuori, e una parte di nuvole era volata via, lasciando posto ad un cielo scialbo con macchie di sole. Tutto stava succendo da qualche parte. Ho sentito che tutto, dappertutto, aveva senso. Gli innamorati e l'amore venivano immortalati nelle poesie, i salumieri aspettavano sereni il giorno di festa, e qualcuno al municipio ha creduto di poter cambiare le cose: nella mia stanza il vuoto assoluto e il mio cuore lontano anni luce. "Non so piu' chi sono.Sono il fantasma d'uno sconosciuto." |