
Ho avuto modo adesso di leggere le ultime novità sul blog di Beppe Grillo. Questa volta parla dei ragazzi detenuti in seguito alla “manifestazione” di Milano. Non voglio in alcun modo essere polemico, ma invitare a ragionare su alcuni semplici particolari. A ragione con oggettività, senza scadere nella solita retorica o nelle solite polemiche sterili. Beppe, con tutto il bene che ti voglio, con tutto il rispetto che ho per te, non credi che sia ora di finirla con questo buonismo? Va bene incazzarsi per i politici che non pagano mai, ma non puoi comportarti come se fossero soltanto loro a delinquere. Ma passiamo all’ultimo post del suo blog, intitolato “Guantanamo, Italia”, punto per punto.

A Milano sta succedendo una cosa eccezionale, mai vista in Italia. Finalmente chi sbaglia, paga.
Venticinque pericolosi terroristi che hanno messo a ferro e a fuoco corso Buenos Aires, spaventando negozianti e passanti e bruciando qualche macchina per protestare contro una manifestazione fascista autorizzata, marciscono in galera.

E già qui l’ironia sembra piuttosto fuori luogo. Nessuno li ha definiti mai “pericolosi terroristi”, ma che hanno messo a ferro e fuoco corso Buenos Aires è tristemente VERO. Hanno sì spaventato negozianti e passanti, come è altresì vero che hanno distrutto negozi e incendiato automobili. E questo non è un comportamento corretto. Anche perché quelle cose nessuno le aveva regalate. Se io compro un negozio, un’automobile, permetti che mi rodano le palle se un gruppo di giovani, per manifestare contro i “fascisti”, mi fa un danno di appena qualche migliaia di euro? ma che storia è?
Sono ragazzi e ragazze, ma è meglio così, è alla loro età che si raddrizzano le persone. Sono tre mesi che li tengono dentro a San Vittore senza processo. I padri e le madri dei detenuti hanno sfilato a Milano sabato scorso con uno striscione: “Ridate la libertà ai nostri figli e alle nostre figlie”.

Già. Stavano solo manifestando. Vallo a spiegare a chi s’è trovato in grossi disagi economici, per colpa loro. O insieme al falso in bilancio hanno depenalizzato anche il vandalismo?
Insieme a loro c’erano anche altre 5.000 persone, tra cui Don Gallo e Dario Fo che ha dichiarato: “I ragazzi sono in carcere senza prove, gran parte di loro non ha fatto nulla, si è trovata nel mucchio. Questa è giustizia di classe e tanta severità si spiega solo con la volontà di castigare chi manifesta”. Meglio.
Si, certo. Da che mondo è mondo, i poliziotti arrestano a caso. Ma perché invece di stare in mezzo a casino, queste anime pie non si sono allontanate? O vogliamo dire che a fare i danni sono state dieci persone (e che poi sono fuggite), facendo finire in galera venticinque angioletti? “giustizia di classe”, “castigare chi manifesta”.. ma perché, quello è manifestare? E concludendo..

Così capiscono che in Italia protestare è un reato, mentre delinquere invece è un fatto normale, anche ben remunerato dal potere.
Un’affermazione manipolata, una forzatura evidente che si commenta da sola. Alla fine, caro Beppe, sempre sui politici vai a parare. Loro sbagliano, nessuno lo nega. Ma questo non può portarti alla conseguenza logica che allora gli altri siano legittimati a sbagliare, a sfasciare negozi, a bruciare automobili. Avrei voluto vedere la tua faccia se un gruppo di angioletti fosse entrato nel TUO negozio, ed avesse bruciato la TUA macchina. E tu ora ti dovresti barcamenare, con mille euro al mese, per risalire dal fondo. Non credo la penseresti allo stesso modo.
Di seguito, l’articolo datato 12 marzo del Corriere:
Lancio di pietre, macchine incendiate, bomba carta. I cittadini tentano di linciare i manifestanti: 45 arresti e 9 agenti feriti

MILANO - È sfociata nella violenza, con 45 persone fermate e 9 agenti feriti, la manifestazione non autorizzata organizzata nella tarda mattinata di sabato dai centri sociali nel centro di Milano in risposta al corteo della Fiamma Tricolore che si sarebbe svolto nel pomeriggio da piazza Oberdan e diretto in San Babila.
Il bilancio finale delle violenze parla di quattro auto carbonizzate, altre danneggiate, un negozio che ospitava una sede elettorale di An dato alle fiamme, una bomba carta fatta esplodere vicino ad un Mc.Donald all'interno del quale i manifestanti hanno fatto irruzione costringendo alla fuga i clienti molti dei quali bambini. E ancora alle fiamme un motorino, cassonetti, un edicola e vetrine e fioriere rotte.
Il «presidio antifascista» è iniziato alle 12 da Porta Venezia con un fitto lancio di pietre e di petardi da parte degli autonomi verso la polizia. I manifestanti, circa duecento, molti con i caschi e il volto coperto da passamontagna, hanno anche incendiato cataste di legno e bidoni della spazzatura. La polizia si era presentata in assetto antisommossa: gli agenti sono stati bersagliati da pezzi di pietra e di metallo. Il fumo ha invaso la parte terminale di corso Buenos Aires, un'edicola è andata a fuoco.
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