Nick: marco Oggetto: UMBERTO D. Data: 17/8/2006 10.19.43 Visite: 107
Umberto D. è un film del 1952, scritto e sceneggiato da Cesare Zavattini, magistralmente diretto da Vittorio De Sica. Nonostante sia considerato da buona parte della critica uno dei migliori film del grande regista di Sora, a livello di pubblico è stato uno dei meno compresi. Quando uscì nelle sale cinematografiche, incontrò non pochi ostacoli. Come con il precedente Ladri di biciclette ci fu chi si lamentò per il fatto che vi veniva mostrata la realtà con drammatico realismo e questo, soprattutto ad una certa classe politica e benpensante di allora, non piaceva. CAST TECNICO ARTISTICO Regia: Vittorio De Sica Sceneggiatura: Cesare Zavattini Soggetto: Cesare Zavattini Fotografia: Aldo Graziati Musica: Alessandro Cicognini Montaggio: Eraldo Da Roma (Italia 1952) Durata: 89' Prodotto da: Giuseppe Amato, Vittorio De Sica, Angelo Rizzoli PERSONAGGI E INTERPRETI Umberto Domenico Ferrari: Carlo Battisti Maria: Maria-Pia Casilio Padrona di casa: Lina Gennari Ileana Simova Elena Rea Memmo Carotenuto TRAMA : Il film si apre con una sequenza girata nel centro di Roma, c'è un corteo non autorizzato di pensionati. I loro cartelli recitano: "Aumentate le pensioni. Abbiamo lavorato tutta una vita." Il corteo viene fatto sgomberare dalla polizia. Alcuni vecchi inseguiti, si nascondono nell'atrio di un edificio. Qui il protagonista si presenta. Umberto Domenico Ferrari ha lavorato per 30 anni come funzionario al ministero dei lavori pubblici, pensionato con 18.000 mila lire al mese. I vecchi si lasciano. È mezzogiorno, alcuni operai staccano dal lavoro per la pausa pranzo. Umberto va alla mensa dei poveri, cerca di vendere il suo orologio per poter pagare l'affitto. In piazza del Popolo riesce a venderlo per tremila lire. Tornato a casa, trova la sua camera occupata da una coppietta cui la padrona ha lasciato la camera mentre lui non c'era. Si lamenta e la padrona di casa lo minaccia di sfratto se non gli paga l'affitto. Umberto restato solo in cucina con Maria, la giovane serva, le chiede un termometro. Tra i due c'è confidenza e Maria si confida con lui, dicendogli di essere incinta. Il vecchio rimane rattristato. Il vecchio Umberto febbricitante, ritorna in camera. Sistema il letto che era stata usato dalla coppia, entra Maria che va alla finestra per vedere il suo innamorato un soldato che sta uscendo dalla caserma. Il vecchio rimane solo col cane. Arriva la padrona che gli ridice che lo sfratterà. Il vecchio si corica con il cagnolino Flick ai piedi del letto. Rientra Maria, cui chiede di guardargli la gola, e poi le affida le tremila lire da portare alla padrona che però gliele rimanda indietro, non essendo il pagamento di tutto l'arretrato. Così si alza e va a vendersi dei libri. Rimanda i soldi ora sono cinquemila lire, ma anche stavolta gli vengono rimandati indietro. Nella casa la padrona continua a cantare con i suoi amici, arriva anche il suo fidanzato. Il vecchio cerca di prendere sonno, cantano, si suona il piano, fuori la tromba della caserma ed il rumore dei tram giù nella via. Si apre il tetto del cinema sottostante e si ode il sonoro del film, il vecchio si alza, si asciuga il sudore per la febbre e poi si ricorica. È mattino il vecchio fa una telefonata. Maria si sveglia e piangendo prepara il caffè. Suonano alla porta, sono due infermieri, il vecchio finisce di fare la valigia, lascia un infermiere a giocare con Flick ed esce di casa salutando Maria. La scena si sposta all'ospedale, due lunghe corsie, i medici, la suora a cui, su consiglio del vicino di letto, chiede un rosario per conquistarne la benevolenza e poter rimanere in ospedale ancora una settimana. Maria lo va a trovare, gli porta una banana in dono, Flick è giù in cortile, Umberto va alla finestra per farsi vedere, ma Flick che è accompagnato dal fidanzato di Maria non può vederlo. Umberto esce dall'ospedale con il suo vicino di letto e lo saluta dandogli il suo indirizzo: Via San Martino della Battaglia 14. Arrivato a casa trova gli operai intenti a restaurare l'appartamento, la padrona si sta per sposare. Cerca in casa Flick, non trovandolo esce in strada dove trova Maria piangente, ha appena detto al militare di essere incinta ma questi non ne vuol sapere e poi gli dice che la padrona ha aperto la porta ed il cagnolino è scappato. Va così a cercarlo al canile, temendo che sia stato già ucciso, finalmente lo ritrova. In piazza della Minerva vede un uomo mendicare. Incontra un vecchio collega e quando gli dice dei suoi problemi economici, questi se ne va. Siamo alle spalle del Pantheon. Davanti al colonnato Umberto prova a chiedere l'elemosina, ma tanta è la dignità che ha, che non ci riesce. Prova allora a lasciare Flick col cappello in bocca, nascondendosi. Il cagnolino sta ritto sulle gambe col cappello in bocca, passa un suo conoscente che riconosce il cagnetto, Umberto si vergogna, esce e saluta il commendatore dicendo che Flick stava giocando. Il commendatore sale sull'autobus. Al ritorno a casa Umberto scopre che c'è stato un banchetto per le nozze e che la sua stanza è ridotta un macello per dei lavori, infatti hanno iniziato ad abbattere una parete. Si sentono i rumori del tram e se ne vedono le luci. Maria gli porta un pezzo di pizza dolce, rimasta dal banchetto. Umberto è stanco, ormai ha capito che a nulla valgono i suoi sforzi e che gli toccherà lasciare la sua stanza. Avrebbe voglia di piangere, fissa i sampietrini della strada e pensa di gettarsi dalla finestra, guarda Flick e richiude la finestra. Un foro nel muro inquadra Umberto mentre prepara la valigia. Mattino. Sveglia Flick ed esce di casa. Maria lo sente ed esce sul ballatoio per salutarlo. Umberto le sorride e con affetto le dice di lasciar perdere il militare e scende le scale. Roma è deserta nel mattino. Sale su un tram e vede scorrere le vie che conosce. La sua casa scompare. Prova poi a trovare un posto per Flick dando in cambio i soldi che si era procurato per l'affitto e la sua valigia con i vestiti e le scarpe, tanto a lui, che medita di uccidersi, non sarebbero più serviti. Vede che Flick ha paura di un altro cane e non se la sente di lasciarlo lì. Ai giardini prova a regalare Flick a Daniela una bambina che gli vuol bene, ma la governante gli dice che la sua padrona non vuole cani. Rimasto solo, Umberto si allontana, mentre Flick gioca coi bambini, si nasconde ma il cane arriva e lo trova. Si abbassa il passaggio a livello, sta arrivando un treno. Umberto vorrebbe buttarsi sotto il treno, Flick lo avverte e scappa. Il treno passa. Umberto segue il cane che impaurito non ne vuole più sapere di andare da lui e si nasconde. Umberto gli tira una pigna per giocare. Il cagnolino dopo un po', non più impaurito, inizia a giocare. Il film finisce con Umberto che si allontana sul viale giocando con Flick mentre arrivano dei bambini che giocano a pallone. ALCUNE IMMAGINI:
... E CON QUEST NON ROMPO PIU LE PALLE |