Nick: Pontiac Oggetto: Un brutto ricordo! Data: 12/2/2004 14.1.17 Visite: 178
Mi chamo Giovanni, e abito in un parco situato in una zona periferica della periferia di Napoli – nel senso che il mio quartiere è la periferia della periferia. È come una penisola al contrario, nel senso che è circondata per tre lati da campi coltivati. Uscendo dal parco sulla destra, non molto lontano, in uno di questi campi c’è la Casa. È una vecchia costruzione abbandonata, diroccata, tetra, tratro delle avventure di tutti i ragazzini del quartiere. Questa che sto per raccontare è l’avventura capitata a me e ai miei amici Andrea e Carletto. Sono passati 12 anni da allora. Avevamo circa 10 anni, e il Cuozzo era già vecchio, per noi era nato vecchio, ma dieci anni fa aveva ancora la forza di un giovanotto. Ma si sa che i contadini sono dei duri. Era domenica, una bellissima domenica di luglio, e come ogni domenica mattina avevamo sudato e sofferto sul nostro campo di calcetto. All’una avevamo finito di giocare e stavamo morendo di noia stesi sulla panchina sotto il sole, chiedendoci come avremmo potuto ammazzare il tempo – di domenica se non si fanno le tre del pomeriggio non si mangia – quando Andrea fece quella maledetta proposta: "Uagllù amma i a cas? A itt Ciruzz ca chell’ata vot ann truvat e giurnalett spuorc sott a scal!!!" Subito ci fu un coro di "Waaaaaaaaaaaaa" "Jamm jamm!!", ma alla fine andammo solo noi tre alla conquista dei giornaletti dell’amore. E così ci inoltrammo "int e terr", direzione Casa. Ma alla Casa non ci arrivammo nemmeno. Strada facendo, vedemmo la bicicletta del Cuozzo appoggiata ad uno steccato. E la mente criminale del gruppo, Carletto, subitò sparò: "C’amma arrubbbà a biciclett ro cuozz?!" L’erba era alta e il sole batteva crudele sui nostri corpi sudati. Del vecchio contadino nessuna traccia. Stavamo là, con le mani sulla bicicletta, con quella luce perversa che appartiene solo agli occhi di un bambino che SA che sta facendo una cosa che non deve fare, quando sentimmo dei passi tra l’erba. E nemmeno a 10 metri comparve lui, il Cuozzo, con un’ascia in mano. Lanciò un urlo animale e cominciò a correre verso di noi con l’arma sollevata! Non so cosa provarono i miei compagni, ma personalmente credo che non mi sono cacato sotto solo perché ancora non avevo mangiato! Fu questione di un attimo, e subito tutti e tre scappammo via come il vento, verso il sentiero che portava ai ponti. Fu l’inizio di un breve ed intenso incubo! Ci giravamo e lui era là che ci inseguiva, con l’ascia alzata, in sella alla sua bicicletta!!! "I ponti" erano delle strade in costruzione, per andarci bisognava superare il guardrail, e noi con un balzo lo saltammo. Dopo qualke passo, credendoci in salvo, ci fermammo con il cuore in gola. Ma ci sbagliavamo… un rumore di ferro contro ferro, ci giriamo, ed ecco che il Cuozzo stava scavalcando il guardrail con la sua bicicletta in braccio!!! Ci guardammo increduli negli occhi e di nuovo via come il vento! E lui implacabile, lento e sicuro di se, con l’ascia in mano, dietro di noi! Corremmo verso le case dei terremotati, e fu là che ci dividemmo… quando sentimmo quella stramaledetta bicicletta troppo vicina. Vidi Andrea e Carletto che giravano a sinistra, ma io proseguii dritto verso le case rosse. Ero rimasto solo… non sentivo più il cigolio ditro di me, ma non avevo il coraggio di voltarmi. Girai l’angolo di un palazzo e mi accucciai a terra… non so quanto tempo rimasi là, forse un minuto, forse dieci… Sta di fatto che, fnalmente, mi calmai. Mi guardai intorno e decisi che quello era il mio quartiere, che non ero capitato in una puntata di Al di là della realtà, e girai l’angolo per tornare a casa. E invece eccolo là!!! Stava pedalando verso di me!!! Mi vide e alzò l’ascia e accelerò!!! Urlai come un pazzo e feci il giro dell’isolato, correndo a perdifiato, senza mai voltarmi indietro, e finalmente oltrepassai il cancello di casa!!! Salii sopra, stremato, e papà me le diede perché avevo fatto tardi e non sapevano che fine avessi fatto. Erano le quattro meno venti. Rividi i miei due compagni nel tardo pomeriggio. Dopo che ci eravamo divisi, erano arrivati direttamente nel parco, di corsa ognuno a casa sua senza aspettarmi, senza manco salutarsi tra di loro. Qualche anno dopo, mentre il Cuozzo passava in bici davanti al nostro cancello, la cagnetta obesa del parco che odiava le biciclette, Vaccarell, lo rincorse e lo fece cadere con il culo per terra. Grande Vaccarell!!! Tutti i ragazzi si buttarono a terra per le risate, ma noi tre ci guardammo negli occhi e godemmo in modo del tutto particolare. Questa storia non l’abbiamo mai raccontata a nessuno, per paura di fare la figura dei codardi, ma è successo tutto per davvero. Oggi Andrea fa il pizzaiolo, mentre Carletto è diventato padre a 17 anni e va e viene dal carcere. Io scrivo e ogni tanto lavoro pure. Talvolta vedo ancora quel contadino passare davanti al parco in sella alla sua bicicletta. Non vorrei sbagliarmi ma la bicicletta è la stessa di allora. Per te che sei arrivato miracolosamente a leggere queste righe finali: c'è qualche strana avventura della tua infanzia che vorresti raccontare?
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