Nick: KAMIKAZE Oggetto: SCRIVERE IN NAPOLETANO Data: 10/3/2004 16.56.32 Visite: 213
Che tarantella. Non esiste una vera e propria fissazione della norma nella scrittura del napoletano. Certo un punto di partenza è senza dubbio rappresentato dalla gran mole di poesia e teatro in dialetto. Il vero problema però, dello scrivere in napoletano è rappresentato dal fatto che siamo costretti a rendere nell'alfabeto italiano dei suoni che in italiano non esistono. Uno di questi, probabilmente quello principale, è la cosidetta shwa (lettera dell'alfabeto ebraico) o vocale centrale indistinta che abbonda nel napoletano e nei dialetti genericamente meridionali. Le vocali italiane sono sette e derivano dalle dieci vocali latine. In latino (semplifico al massimo e quindi dico cose un po' inesatte) A E I O U erano "doppie", cioè potevano essere o lunghe o brevi. quindi A lunga e A breve, E lunga ed E breve e cos" via. una parola con una A breve poteva avere significato diverse dalla stessa parola con A lunga, lo stesso per le altre vocali. Queste dieci vocali si trasformano poi nelle 7 vocali italiane, che si distinguono invece per l'apertura o la chiusura della bocca nel pronunciarle. Abbiamo quindi A E aperta (come in venti, plurale di vento) E chiusa (come venti, numero) O aperta (botte, nel senso di mazzate) O chiusa (botte, nel senso di botte di vino) I U Osservate le vostre labbra, la lingua e il palato quando le pronunciate, vi renderete conto che le labbra saranno più o meno aperte e la lingua sarà più o meno avanzata, arretrata, più vicina al palato o ai denti a seconda della vocale che dite. Se dite A la vostra bocca sarà più aperta, se dite I oppure U sarà invece al massimo grado di chiusura. Bene. Il napoletano ha invece un sistema di 8 vocali, le 7 descritte + un'ottava che è molto presente nel dialetto e che quando ci troviamo a scrivere abbiamo difficoltà a raffiigurare. Prendete la parola Napoli, in genere viene scritta con al grafia Napule, e il milanese che la legge la pronuncia in modo completamente diverso da come noi napoletani facciamo. Perchè lui le due vocali le legge esattamente U ed E, cos" come sono scritte. Noi però sappiamo che i suoni non sono per nulla gli stessi noi diciamo una cosa tipo nap'l' dove i due ' ' stanno appunto a raffigurare una vocale debole che viene pronunciata al centro della bocca, che separa le sillabe all'interno di una frase e o chiude la parola. Per esempio se scriviamo patete (tuo padre) sappiamo che la pronuncia è in realtà pat't'. Se questa vocale non esistesse le due TT le diremmo all'interno di una sillaba unica e la pronuncia sarebbe paTT. Ho raffigurato questa vocale col segno ', altre volte in chat capita di vedere la forma pat/t, nell'alfabeto fonetico si scrive con una E minuscola capovolta. Se avessimo un tasto con questo segno potremmo scrivere molte parole napoletane in maniera corretta. Nota finale. Nell'era di internet e della globalizzazione è interessante notare come mentre su un piano avviene un sostanziale modellamento planetario, dall'altro l'elemento locale riemerge in certi casi con ancora più forza. In napoletano oggi non scrive quasi nessuno, noi siamo senza dubbio il gruppo più numeroso. Lo stesso vale per tutte le aree dove è forte la diffusione del dialetto. Su #cosenza, #bari, #foggia, ecc. ecc. scrive molta gente in dialetto. Senza una norma ma solo sulla base di come "istintivamente" il parlante rende la sua lingua. Vinceranno i puristi che si ostinano a scrivere: chell'ata sera, je me ne jette 'a casa o il popolo sgrammaticato di internet che direbbe: kell'ata ser i m n iett a cas Voi che ne dite? Siete favorevoli a una legge che destini fondi per lo studio e la salvaguardia del napoletano? Lo vorreste il tasto col simbolo della vocale centrale indistinta sulla vostra tastiera?
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