Nick: Copia&Inc Oggetto: Legge Merlin Data: 22/11/2006 13.37.9 Visite: 41
Legge Merlin
Da più parti si continua a chiedere l'abrogazione - in tutto o solo in parte - della Legge Merlin, giudicata non più al passo con i tempi. Resta il fatto che questa legge, da molti vituperata, restituì la libertà ad oltre duemila schiave del sesso, considerate fino ad allora doppiamente oppresse, tanto dai loro lenoni (o protettori) e dallo Stato che sulla loro pelle lucrava ingiusti introiti.
Lina Merlin, appena eletta senatrice, decise che era venuto il momento di eliminare ciò che lei considerava una vergogna e un obbrobrio per un Paese moderno e civile. Il suo primo atto parlamentare fu quello di depositare un progetto di legge contro la miseria del sesso in compra-vendita e la vergogna di uno Stato capace di riscuotere la tassa di esercizio, oltre ad una percentuale sugli incassi della vendita del corpo delle donne.
L'occasione propizia le venne fornita dall'adesione dell'Italia all'ONU, per ottenere la quale il governo dovette sottoscrivere diverse convenzioni internazionali, tra cui la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (del 1949) che, tra l'altro, faceva obbligo agli Stati firmatari di porre in atto "la repressione della tratta degli esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione".
Occorreva quindi, mediante la ratifica di questi trattati, superare il regime delle case di tolleranza gestite dallo Stato. Il ministro degli Interni del tempo, Scelba, aveva d'altronde smesso di rilasciare licenze di Polizia per l'apertura di nuove case già dal 1948.
La proposta di legge presentata dalla Merlin fu l'unica al riguardo, dal momento che i suoi colleghi e le sue colleghe del Parlamento, sia della maggioranza di governo che dell'opposizione, furono ben felici di lasciare a lei un compito che sembrava a molti tanto spinoso quanto sgradevole. Naturalmente Merlin si dedicò a questo impegno con passione e impegno, ribadendo, nel dibattito parlamentare, come l'articolo 3 della Costituzione italiana sancisse l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, e l'articolo 32 annoverasse la salute come fondamentale diritto dell'individuo; veniva citato inoltre il secondo comma dell'articolo 41 che stabilisce come un'attività economica non possa essere svolta in modo da arrecare danno alla dignità umana.
Per questo motivo, le leggi che fino ad allora avevano regolamentato la prostituzione potevano e dovevano essere abolite, senza che ad esse venisse sostituito alcun controllo o permesso di esercitarla in luogo pubblico, cosa che sarebbe stata oltraggiosa per chiunque avesse voluto prostituirsi propria sponte.
Lina Merlin tenne duro su quella impostazione per nove anni, tanti ne occorsero alla sua proposta di legge per percorrere un lungo e tortuoso iter legislativo. Nonostante avesse dalla propria parte una maggioranza di consensi, la legge incontrò ostacoli di diverso genere durante il dibattito nelle aule parlamentari, dovendo essere ripresentata allo scadere di ogni legislatura e ricominciare daccapo il gioco dell'oca dei dibattiti tanto in aula quanto in commissione.
Sotto il fascismo schedature per le prostitute
Il regime fascista, con il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza del 1931, aveva imposto misure restrittive nei confronti delle prostitute, obbligate ad essere schedate dalle Autorità di Pubblica Sicurezza e private di molti dei loro diritti civili, con il risultato di essere ridotte in uno stato di semi-schiavitù alla mercé dei collocatori e dei tenutari delle case.
La frequentazione di case di tolleranza era, prima della loro chiusura, una pratica abbastanza consueta presso la popolazione maschile, mentre le poverette che, per miseria o per sfortuna, entravano a far parte della schiera delle prostitute avevano assai poche possibilità di affrancarsi da un mestiere il quale - sebbene definito il più antico del mondo, quello della prostituzione, appunto - spesso le conduceva alla malattia e alla morte in giovane età.
La fine della seconda guerra mondiale e l'ingresso nella seconda metà del XX secolo non servì a cambiare la mentalità fino ad allora in uso in materia di soddisfacimento delle necessità sessuali, tesa a considerare la prostituzione legalizzata un male minore necessario al tempo stesso per tutelare l'igiene pubblica, ma anche la virtù di ragazze destinate a diventare spose e madri e per garantire alla popolazione maschile una valvola di sfogo per i propri istinti sessuali.
http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Merlin
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