Nick: Casual Oggetto: Che lavoro fai? Data: 21/12/2006 13.50.52 Visite: 576
Da un paio d'anni a questa domanda rispondo il giornalsita, suscitando quasi sempre commenti del tipo: che bello, beato te, che lavoro interessante, ecc. ecc. In realtà in Italia si tratta di una professione non solo inflazionata, visto che ci sono migliaia di iscritti all'ordine, ma soprattutto poco remunerativa e precarissima. Sono lontani i tempi del contratto di lavoro e oggi, se non hai un colpo di culo, qualche conoscenza veramente importante o legami con qualcuno nel settore, vai avanti a collaborazioni. Alcuni miei amici che scrivono per i più importanti quotidiani cittadini o per le edizioni locali degli stessi, mi parlano di un tariffario intorno ai 20 euro per pezzo. Per cui se pure scrivi tutti i giorni in un mese, e non accade mai, ti porti a casa la bellezza di 600 euro, cioè quanto NON ti serve a vivere, ma nemmeno a sopravvivere. Ma so anche di collaborazioni più o meno continue retribuite nell'ordine di 100, 200 euro al mese e senza nemmeno il panettone a natale. Per cui, salvo casi eccezionali e limitati in termini percentuali, il giornalista lo fai quasi per hobby, dovendo necessariamente abbinare almeno un altro lavoro per campare. Oggi parte l'ennesimo sciopero di categoria che durerà questa volta ben tre giorni, un episodio della dura vertenza che vede gli editori non recedere di un passo, a loro fa certamente piacere la situazione attuale, nella quale la forza lavoro viene utilizzata veramente in cambio di pochi spiccioli. In questa vicenda c'è un po' la sintesi del sistema-lavoro in Italia, se anche attività per le quali si richiede un minimo di competenza come il giornalismo, l'insegnamento universitario o scolastico, la ricerca, non ti permettono di vivere, che futuro c'è? Ma soprattutto, come ha detto recentemente in un'assemblea un mio vecchio compagno di università ora docente precario a lettere: "vengo da una famiglia popolare e mi dicevano studia, ho studiato e oggi insegno ma non riesco nemmeno a pagare l'affitto e le bollette, ha senso - ha concluso - che io dica ai giovani di studiare se c'è un paese che non sa cosa offrire loro?". Inutile dire che mi pongo la sua stessa domanda. |