Nick: Casual Oggetto: Da qualche parte si arriva Data: 29/12/2006 14.16.51 Visite: 256
Quell'anno decisi di passare il capodanno da solo. Ero l'unica persona che sopportavo e l'unica che sopportasse la mia compagnia. Intrattabile, nauseato da tutti i culo al caldo che avevano la pretesa di giudicare la mia vita. Troppo facile parlare quando la pappa è pronta in tavola tutti i giorni scaldata da qualcun altro, pensai mentre un presentatore televisivo contava i secondi che mi separavano dal nuovo anno. Nuovo per cosa, poi? Sarebbe stata la solita merda, sangue e piscio, vomito e sudore e una strada tutta curve in salita. Salivo da sempre, portandomi dietro il fardello pesante degli anni, del tempo perduto a portare i mattoni per case che non avrei mai edificato. Ma quell'anno, allo scoccare della mezzanotte, ebbi finalmente chiara la visione di come dovevano andare veramente le cose, cosi' mi girai e scesi lungo quella strada, che dall'altro lato non mi avrebbe portato da nessuna parte. Scesi rivedendo i luoghi, attento ai dettagli, respirando l'aria rarefatta a pieni polmoni, finalmente con le spalle libere e col passo lieve di quand'ero bambino, rividi mia madre che sorrideva al compimento dei suoi trent'anni e poi la rividi invecchiare con lo stesso sorriso appena offuscato dal tempo. C'era mio padre in testa a un corteo che gridava la rabbia della sua generazione e pensai che erano migliori di me, di noi, di tutti i culetti scaldati dalla pappa di qualcuno che loro non avevano mai cucinato. E cosi' idealmente li abbracciai immergendomi nella notte rischiarata dai fuochi d'artificio. Fu lieve la discesa, da qualche parte mi avrebbe portato o almeno sarei tornato al punto di partenza e una volta li' mi sarei ranicchiato, rifiutandomi di nascere. Lasciando ad altri il vomito e piscio, il sangue e sudore. |