Nick: pearl jam Oggetto: Un po' di me.... Data: 4/4/2004 5.29.28 Visite: 238
"signor mele,signor mele,la sua pillola.Signor mele fra un'ora passiamo a farle la flebo di ferro.Si svegli."....... Per quasi un anno intero mi sono svegliato cosi'. Con le voci,a volte dolci e pietose,altre volte altere e realiste,delle infermiere di un ospedale. O di un centro di riabilitazione direi. Ci ho passato tutto lo scorso anno. O meglio,in questi giorni fa un anno che sono di nuovo a casa. E il ricordo di quei giorni e' sbiadito. Forse perche' e' rarefatto anche il dolore.Quello fisico intendo. Ho avuto parecchi problemi,ma quello che mi ha tenuto a letto per un anno intero,appunto iniziato due anni fa',ho forse un po' prima,e' stato davvero brutto. Sono stato ad un minuscolo passo dalla morte. L'ho sono stato parecchie volte a dir la' verita',ma stavolta,la sentivo cosi' vicina quasi da sfiorarle il viso. Per un anno intero,ho dovuto lottare,con i medici,con le medicine,con i miei genitori,con la mia solitudine,con la mia testa...per rimanere qui,aggrappato a questo filo di vita. Che a volte,il piu' delle volte,vorrei essere io stesso a tagliare. Ma in quei momenti ,mi sentivo di dover lottare. Sentivo che avevo una ragione... Gli amici,che mi erano vicini... Qualche pensiero da innamorato perenne.. Gianluca... Mia sorella... Eddie.... Sentivo che dovevo farlo per loro. Perche' non sono mai riuscito a convincermi di essere una buona ragione per vivere... Non valgo tutte le mie battaglie... Non credo.... Ed ero li',in quell'ospedale. Io e altri quattro disgraziati. Che lottavano come me. Ma loro sembravano avere piu' forza. Allora io li invidiavo. O a volte pensavo che erano inconsapevoli..o stupidi.... Ho sempre creduto di avere delle verita' in piu' rispetto a chi mi circonda. Non so' il perche'. Forse cio' mi serve ad andare avanti.... Ero li',una giornata tirava l'altra... Flebo,pillola,cornetto,terapia,studio sport,simpson,mtv...terapia...sigaretta...telefonata di gianluca.Sigaretta.Caffe'...terapia..antibiotico cena. A pranzo era difficile che mangiavo. Preferivo stare nel giardino,sulla mia barella,a guardare certi uccelletti che si prendevano a capate per prendere le briciole lanciategli dall'handicappato di turno. E li vedevo dimenarsi con una forza. E invidiavo anche loro. O pensavo che erano inconsapevoli..o stupidi. O solo uccelli. E tutte le mie giornate erano cosi'. L'une ,uguali alle altre. Senza modifiche. Il tempo,il rendermi conto che era passato un giorno,era scandito dal medico di turno,che passava a dirmi gli esiti dei miei esami. Esami che facevo quasi quotidianamente. Allora quando passava il medico,e mi diceva qualcosa a riguardo,capivo che era passato del tempo. Cioe' me ne rendevo conto. Non e' che ero diventato pazzo. Sapevo che ieri era ieri,e oggi non e' domani. Pero' il medico mi faceva realizzare il tutto. E cosi' passavano le settimane,i giorni ,i mesi. E io ero li' inerme,credendo di lottare. Ma non lottavo. Veniva tutto da se. Il mio miglioramento,era lampante,a tutti,tranne che ai miei occhi. Io mi rendevo conto che non lottavo. Quindi ,di conseguenza non vedevo come potessi migliorare. La mia instabilita',era altresi' ,ogni giorno piu' latente. La respiravano tutti. Chi mi conosceva,chi no,chi mi ascoltava al telefono.Tutti. Un giorno andai cosi' di matto,che iniziai ad urlare in un modo incredibile nella mia stanza,non ricordo il perche',e urlavo..incredibilmente...e volevo che mi usciscessero gli intestini di fuori. E spaccai tutto. La mia chitarra,il telecomando..il lettore cd. Tutto. Ma gli intestini non uscirono. Pero' venne il medico,che mi diede 20 gocce di valium. Credo mi fecero bene. Dormì per quasi 24 ore. Ma ogni giorno miglioravo. Me lo dicevano tutti. I miei esami dicevano palesemente che le cose si stavano aggiustando. Ma io no. Lo sapevo non lottavo,anche se mia mamma mi elogiava ogni strafottutissimo,santissimo giorno. E diceva a tutti a telefono di quanto ero forte. Lo diceva alle sue sorelle.Alle sue cognate. A tutti. Quasi come se non mi guardava scomparire dietro le mie insicurezze. Non capiva niente. Lei si fidava degli esami. Un po' come quelli della scientifica. Loro credono nelle prove e basta. Mia mamma,solo in quello che le dicevano gli esami. Ma a me non mi guardava... E allora facevo tutto da solo....conducevo due battaglie parallele. Uno pero' non la combattevo. Io cercavo solo di salvarmi la testa. Il resto ad un certo punto,non esisteva piu'. Allora iniziai,debolmente,a combattare. A rialzarla.La testa. E dopo quasi un anno,mi dissero che stavo meglio.... Che potevo tornare a casa... Con qualche modifica si,ma potevo tornarci.... E io sapevo ,anzi speravo che quello aiutasse anche la mia testa. E l'ha fatto.Il ritornare a casa,intendo. Ed ora ad un anno e piu' di distanza,non mi sveglia piu' nessuno. Dormo fino alle due. Se non le tre. E non faccio flebo. E non rischio piu' di morire. Be',questo proprio ... E non prendo pillole da un bel po'. Ma mi sento ancora che non lotto. E che non valgo tutti i miei sforzi. E che dovrei riposarmi.... A volte la notte sogno....qualcuno che mi chiama e mi dice.."Sig mele,si svegli la pillola..".... E quando mi sveglio,ho il sentore del dolce ricordo.
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