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| |  | a cura di: Sandro Betta | | Tendenza letteraria, per cui il sottinteso e l'inespresso hanno preminenza sul palese. Sorta nel ventennio fascista, in peino trionfo delle teorie futuriste e dannunziane, la poesia ermetica fu, per contrasto, colorata di tristezza e di morte. Essa fu, con mutate predilezioni stilistiche, una rinnovata poesia crepuscolare. Da Mallarme' e dai simbolisti francesi gli ermetici trassero, infatti, il senso dell'accorata pena di vivere, l'aspirazione ad evadere nell'ombra per rifugiarsi nel mistero, l'accettazione mistica del dolore. Alla indefinita desolazione del contenuto corrisponde negli ermetici la rinunzia al canto. Essi vollero creare una nuova musica in cui la visione lirica fosse velata, sfumata, sfocata. Tra gli ermetici piu' noti in Italia, citiamo: | | | | 
| | |  | LEONARDO SINISGALLI  [ articolo ] Un autore cosi' versatile e interdisciplinare, un esempio e un modello di genialita', unico nel Novecento, amato in vita da Ungaretti, Quasimodo, Adriano Olivetti, Contini, Bo, Anceschi, Enrico Mattei, Enrico Fermi, da De libero, da Mafai, Burri, Fontana, Cantatore, Gatto. | | | |  | EUGENIO MONTALE  [ articolo ] Poeta. Considerato uno dei maggiori lirici italiani del '900. Arbitraria, sotto molti aspetti, la collocazione del Montale tra i poeti ermetici, nonostante l'ardua difficolta' di linguaggio di certe sue pagine. | | |  | SALVATORE QUASIMODO  [ articolo ] La poesia del primo Quasimodo si puo' dire che concluda l'epserienza della poesia ermetica italiana spingendola alla estreme consguenze, al limite cioe' in cui la lingua diviene musica. Premio Nobel 1959 per la letteratura.
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