Nick: Remedios* Oggetto: Le Lacoste Data: 21/4/2004 12.23.18 Visite: 411
Il mio ragazzo ha nove Lacoste. Si, avete capito bene, nove esemplari di quelle banalissime magliette di cotone con il colletto da persona per bene e quello stupito coccodrillo cucito sulla tetta destra, o su quella sinistra…bah! Queste magliette costano l’una circa centoventimila delle vecchie lire. E lui ne ha nove. Rosa Blu Azzurra Bianca Grigia Celeste Nera Salmone Marrone (punto) Oggi mi hanno licenziata, non mi hanno rinnovato il contratto e l’incubo della disoccupazione e della pezzenteria sta incombendo su di me. Perché, ovviamente, io al pizzo non mi sono messa un cazzo. Non è che non ci sono riuscita, è che la formica non è un insetto che mi sta simpatico. Così, dopo la triste notizia sono andata a cercare conforto e a scroccare una cena a casa sua. A dire il vero lui è molto carino, cerca di tranquillizzarmi, mi abbraccia, mi consola, mi bacia dolcemente e mi trascina amorevolmente in camera sua per farci una scopatina rassicurante e liberatoria. Sul più bello, mentre l’arrapamento sta raggiungendo i suoi picchi più alti, una visione mi blocca e mi fa gelare il sangue: le sue Lacoste sono lì sul letto, stirate e piegate dalla colf filippina che guadagna circa ventimila delle vecchie lire all’ora. Le conto, sono in totale nove Lacoste a centoventimila delle vecchie lire l’una che moltiplicato per nove fa un milione e ottantamila delle vecchie lire. Il che per me significa un mese di affitto più condominio e bollette varie. Su quel letto ci sono un milione e ottantamila delle vecchie lire che mi guardano ferme, impassibili e insensibili alla mia tragedia. Lui mi dice "Due secondi amò che sposto stè magliette dal letto" ed io ho un nodo alla gola che mi blocca la deglutizione. Ho la salivazione a zero. Mi è passata la voglia. Tra le cosce sono più secca di un pomodorino messo al sole. Ma lui no, lui è pieno di voglie e pronto e caldo ed io sono fredda e distaccata e non vedo altro quelle fottutissime magliette che mi equivalgono ad un mese di sopravvivenza. Ora, non per dire, ma a me la Lacoste ha sempre fatto schifo, insomma non sono mai impazzita per averne una ecco. La trovo banale, costosa, simbolo di omologazione peggio delle divise degli operai cinesi. Spendere tutti quei soldi per un po’ di cotone che appena sudi ti fa notare l’ascella pezzata non è da persone normali. Ma lui mi ha tolto le mutande e si accorge che non sono bagnata, un’espressione di disappunto sul suo volto che non dura più di cinque secondi perché appoggia la sua mano sulla mia testa e mi invita dolcemente a fargli un pompino. Ora, io sono la reginetta dei pompini, sfido qualsiasi donna a succhiarlo come lo succhio io. Il problema di fondo è che però io quando faccio una cosa ci metto slancio e passione ed in questo momento il mio fuoco è paragonabile a quello che puoi trovare in Antardide. Ci siamo capiti no? Ma a lui, passione o meno, interessa solo venire, e così mi do da fare tenendo sempre un occhio vigile sulle Lacoste che adesso sono posate sulla sedia. Grazie a Dio viene in fretta e pure non troppo abbondante, biascica qualcosa con la bocca, mi stringe a sé ma i miei occhi sono ancora lì fissi su quelle magliette del cazzo. Un mese di affitto, un mese di affitto…rientra la filippina "sono entrata per sapele se posso plendele magliette" PLENDELE MAGLIETTE?!?!?! Ebbene si, le nove Lacoste a centoventimila delle vecchie lire l’una che moltiplicato per nove fa un milione e ottantamila delle vecchie lire, ovvero il mio mese di sopravvivenza, vengono prese dalla fameliche mani di una filippina di mezza età per farle indossare ai suoi figli filippini visto che il mio fidanzato non le mette più (NOOOOOO). Vorrei urlare ma sembrerei patetica, potrei farmi prendere da una crisi isterica ma il passaggio dalla mia camicetta a fiorellini ad una un po’ più stretta color bianco latte sarebbe inevitabile. Che fare? Aspettare al varco la filippina e scipparle le magliette? Per farci cosa rivendermele? E i suoi ragazzi filippini che le aspettano? No se faccio prevalere il senso di colpa è la fine. Devo escogitare qualcosa…ma cosa?!! Magari chiedo al marito della filippina se mi porta con lui a vendere quegli oggetti inutili a Fontana dei Trevi. Domani però, ora fatemi scroccare la cena!
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