“Deposito tremila euro sul mio conto”
”Prego”
“Cosa?”
”Me li dia, i tremila euro, intendo”
”Ma glieli ho appena dati. Stanno lì, guardi, proprio là”
”Questi sono quattromila, anzitutto, e me li ha lasciati la signorina di prima, la figlia del costruttore, quella che studia a Milano”
”Sì che sono quattromila. Ero qua: lei ne ha lasciati mille, e più i miei tremila che le ho appena dato fanno quattromila”
”No, no… La signorina ne ha lasciati quattromila, tutti insieme”
L’atmosfera s’era fatta calda all’IntesaSanpaoloBancodiNapoli di provincia, e io mi tirai su, in un attimo, le maniche della camicia, girandomi all’indietro per trovare solidarietà in qualcuno dei clienti in attesa (ma niente); girandomi in avanti per capire se il bancario smilzo, peraltro vago amico di mio fratello, ci stava provando o ci stava credendo.
”Mi chiami il direttore”
”Sì, ma lei tenga la voce a posto. E anche le mani”.
“Oe’, dottore…” esordì il direttore “che succede?”
”Succede che sono volati tremila euro… qui o perdete un cliente o perdete un dipendente”.
Avevo deciso di passare subito all’attacco, al punto in cui ero ogni esitazione mi avrebbe fatto perdere tutto.
“Direttore, il dottore…”
”Calma, calma…” disse il numero uno della filiale. C’è il…
Se vuoi che il racconto finisca male, vai al Bivio 1
Se vuoi che il racconto finisca a tarallucci e vino vai al Bivio 2