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Nick: zopar
Oggetto: Una notte da sogno
Data: 3/5/2004 20.23.4
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Perfetto, era tutto perfetto:
Chiara,la moglie, in vacanza per qualche giorno in campagna a casa della sorella; Luca il figlio minore a Venezia con la fidanzata; Sara la figlia maggiore che a breve sarebbe uscita con gli amici; e lui... lui...Beh era venerdi aveva la serata di poker...
Marco, il collega di lavoro, aveva già organizzato tutto: "Allora, io alle 23 come ogni venerdi vengo a prenderti a casa, quindi poco c'importa se Sara ancora deve uscire... e poi... poi andiamo a giocare a poker no?" e lo aveva detto con quel suo sorrisino, quello furbetto che lasciava intendere tutt'altro, che mascherava - era proprio il caso di dirlo - un ballo in maschera che, come a lui piaceva dire "Prometteva davvero bene".
All'inizio lui era titubante, ma un po' per la noia di tutti i giorni, un po' perchè la cosa lo eccitava, accettò senza troppi indugi... "Di che mi preoccupo?" si chiedeva, "Tanto Chiara non verrà mai a saperlo... e poi non faccio nulla di male se esco con un amico e mi diverto un po'...".Si rincuorava così...
La sala da ballo era enorme, da capogiro, pareva una di quelle che si vedono nei film, e lui che così poco era avvezzo alle "gioie della vita" ne rimase quasi scosso, tanto che quella sua mashera da "uomo del mistero" la sentiva pesante da non riuscire a respirare... gli tornò qualche dubbio, qualche rimorso, ma fu subito cancellato dalle risate di Marco e da un bel po' di Champagne che lì scorreva a fiumi.
Marco si dava da fare, era un abituè di posti del genere e sapeva come comportarsi...
Non mancò molto che già aveva trovato compagnia: una neretta vestita da regina elisabetta, quei capelli cotonati e bianchi da madama di fine settecento e quel vestito pomposo e sofisticato cozzavano di gran lunga con il colore scuro della sua pelle e col corpo flessuoso che veniva messo in risalto dal corsetto stretto, ma davano un non so che di eccitante che catturava come quei suoi profondi occhi scuri...
Dopo pochi minuti di conversazione, Marco si allontanava dal tavolo che avevano prenotato farfugliando in un francese alquanto maccheronico ma dai risvolti più che comprensibili: "au demain mon ami".
E lui? Cosa avebbe fatto lui? Sarebbe stato meglio tornare a casa? o stare lì e cercare compagnia?
Sorserggiava l'ennesima coppa di Champagne e la risposta arrivò da sola...
Gli si parò innanzi una donna vestita da CatWoman, tutta in pelle nera, con due occhi che parevano davvero quelli di un gatto e labbra rosse come il sangue di un agnello appena sgozzato... Rimase folgorato... i suoi istinti primordiali chiedevano di esplodere; non riuscì a dire nulla, lei non gli e ne diede il tempo, lo baciò senza nemmeno pronunciare parola, un bacio violento, carico di passione, e dopo poco, senza che nemmeno lui se ne accorgesse si ritrovò nudo, sul letto di una delle stanze di sopra.
Era eccitatissimo, peggio della sua prima volta, forse era dovuto anche a quelle maschere che ancora portavano sul viso. Fu un incontro violento: lui che nemmeno sapeva il nome di lei riusciva solo a mugolare, mentre la teneva stretta... I suoi seni erano duri, in quel momento per un attimo gli tornò alla mente la moglie, ma stavolta non era il rimorso, semplicemente si ricordò di quando anche la moglie aveva dei seni così belli e si sentì ancora più eccitato... lei come a voler recitare fino all'ultimo il ruolo di gatta gli torturava la schiena con le sue unghie, e gli morse il labbro inferiore fino a farlo sanguinare, ma il sapore del sangue non fece altro che aumentare ancora di più la passione...
Fu tutto in una notte... in quella notte lui si risentì un 20enne spensierato, uno che ama la vita senza nemmeno saperne il motivo... era felice... come lo era stato tanti anni fa...
Quando si svegliò erano da poco passate le 6, lei non c'era più... da un lato ne fu deluso, voleva baciarla ancora e chiederle il suo nome... dall'altro ne fu sollevato perchè non sapeva come avrebbe reagito a guardarla in faccia alla luce del giorno e non nascondendosi nel buio come la notte appena passata...
Si vestì rapidamente, scese quelle scale che ora parevano così interminabili quando la sera prima non sembrava nemmeno esistessero, non era poi troppo tardi, ma nemmeno troppo presto; fu fortunato, trovò abbastanza rapidamente un taxi che lo riportasse a casa... Marco come era prevedibile si era completamente scordato di lui...
Durante il tragitto, ripensava alla notte, quella notte da sogno, a cui quasi non riusciva a credere, al profumo di lei, alla sua pelle liscia e delicata... pensava... e dentro gli era rimasta ancora un po' di felicità per farlo sorridere.
Erano quasi le 7 quando rincasò, la porta non era chiusa a chiave, segno che qualcuno della famiglia era rientrato... ma non gli importava... lui aveva giocato a poker, non avrebbero nemmeno fatto caso all'orario che era quasi il solito di ogni dopo-poker...
A giudicare dai rumori che provenivano dalla stanza in fondo al corridoio doveva esserci Sara in casa. Infatti sentendo la porta chiudersi lei domandò: "Papà sei tu? Hai vinto almeno stasera?", lui si limitò a rispondere sorridendo dentro di se: "Pari tesoro...".
Lei poi gli chiese di andare un attimo in camera... lui da padre premuroso qual'era corse subito.
Lei era davanti allo specchio con la testa china ma si accorse quando lui entrò dal rumore dei passi:"Papà mi aiuti a sbottonare la lampo qui dietro che mi si impigliano i capelli?" aveva un bel vestito tutto in pelle nera...
"papà perchè tremi? ma che hai bevuto?" poi alzò gli occhi nello specchio... non riuscì a pronunciare parola: i suoi occhi erano fissi sul labbro gonfio del padre...
zopar
