premessa
non ho nessuna antipatia personale nei confronti dell'on. cesare previti. è stato 'candidato' (sic) ed ora è 'onorevole'.
è stato giudicato colpevole. se esiste ancora un minimo di fiducia nella magistratura, cesare previti ha delle colpe. qualsiasi pena gli sia stata comminata, comunque sia, non la sconterà. siede in parlamento, si avvale del diritto di votare a favore o contro, un decreto, un emendamento, una riforma. gode di privilegi e benefici finanziari come pure altri parlamentari (attenzione, non tutti). sta là. e da lì continua ad agire in rappresentanza di una parte dell'elettorato. ok. ce n'è abbastanza per indignarsi, arrabbiarsi, stupirsi, rassegnarsi.
beppe grillo, mi ha sempre fatto ridere. cioè è un comico. è un opinionista che dice la sua su tutto quello che gli pare, ha una predilezione per le cose brutte, spiacevoli, oscene e fa satira. politica, ambientalismo, costume. quello che sia, purché dia oggettivamente scandalo per la morale comune. bingo, ne ha di materiale. ci ha fatto un blog che forse è tra i più visitati in italia. magari lo leggono pure dall'inghilterra, dalla francia, dall'india, dal giappone. e così si fanno un'idea di come va avanti il 'sistema italia' (espressione di recente molto ricorrente, a me fa schifo, ma rende l'idea).
fausto bertinotti è il presidente della camera dei deputati. non vota in parlamento ma gestisce un po' la baracca. presenzia molti eventi che richiamano le più alte cariche istituzionali e non e in qualche occasione ci ha simbolicamente portato le sue idee, o ideologie o convinzioni. è stato deputato nel precedente governo prodi e l'ha fatto cadere con la sua parte politica, votando contro la missione italiana in kosovo. era segretario del partito della rifondazione comunista e prima ancora faceva il sindacalista.
ora succede un fatto singolare.
grillo scrive a bertinotti e gli chiede conto di come sia possibile che il pregiudicato previti sieda nella stessa aula di cui un duro e puro come è presidente. bertinotti gli risponde. gli dice che non è nei suoi poteri espellere un membro della camera, che c'è un regolamento a cui lui non può sottrarsi.
ora io scrivo a bertinotti.
caro fausto, siamo tra 'compagni', lasciami il gusto di darti del tu. caro fausto, tu, che sfiduciasti il governo di cui facevi parte e lo riconsegnasti così, di fatto, a quelli che hanno poi appoggiato il governo americano e la guerra in iraq. tu che ti sei appuntato la spilletta della pace sul bavero della tua giacca in occasione di una celebrazione che vedeva sfilare le nostre forze armate. tu che sei stato tanto a lungo dalla parte dei lavoratori, che hai sposato la causa della gente che subisce i padroni e che paga le tasse per tutti. sì, proprio tu, oggi che potresti (oh, eccome se puoi, visto che già altro hai potuto) perché non alzi le chiappe dal tuo sedile di velluto rosso e fai un bel gesto economico e popolare? uno scatto, fausto. un gesto forte come tu sai. ti alzi e dici una cosa tipo 'onorevoli colleghi, la mia coscienza che in passato mi ha portato ad agire nel rispetto dei valori in cui credo, m'impedisce di poter restare qui in rappresentanza di un'assemblea di cui faccia parte qualcuno che ha un debito con la giustizia'? andiamo, fausto, ce la puoi fare. non sarai mica uno che ci tiene all'etichetta?
pensa all'etica, fausto. all'etica.