Nick: NEVERLAND Oggetto: re:pantani Data: 17/5/2004 12.8.59 Visite: 5
"Siamo fatti l'uno per l'altra. Se mi ami...rispondi al telefono". Ieri pomeriggio sono riuscito a gustarmi l'ennesimo Japan Horror (il film è Coreano per essere precisi) e anche se nn lo considero un capolavoro del genere come "The Ring (aka Ringu)", lo script originale di base mi ha acchiappato davvero alla grande più di altri filmetti del genere come "The Eye" o "Ju-On". Quindi eccomi qua ad invogliare altre persone a visionarlo anche per diffondere la cinematografia Orientale, una cinematografia molto diversa da quella "Kitaniana" che anche qui qualcuno conosce e apprezza.
Partiamo quindi con un paio di semplici domandine: si può impazzire per amore? si può uccidere per amore? può il vero amore durare in eterno e continuare oltre la morte? può l'amore far ritornare in vita una persona? Uhmmm secondo me almeno per le prime due domande le risposte sono ovvie, cmq la visione di questa pellicola sembra proprio dare la sicurezza di una risposta affermativa a tutte e quattro i quesiti.
La Trama: Una telefonata misteriosa arriva a un telefono cellulare. Il numero non può essere visualizzato e coloro che rispondono, cadranno in uno stato di improvviso terrore e infine moriranno. SEO Ji-won (interpretata da HA Ji-won) è una giornalista che lavora per una rivista. Dopo aver subito ricatti da parte di un uomo che era stato oggetto di una sua indagine perché colpevole di intrattenere rapporti sessuali con minorenni, la giovane giornalista decide di cambiare numero di cellulare. Per quanto assurdo possa sembrare, c'è un unico numero a sua disposizione: 011-9998-6644. Ma tutti quelli che rispondono al telefono al posto suo, iniziano a comportarsi stranamente...
Ennesimo buon horror proveniente dall'Asia, precisamente dalla Corea del Sud (il budget totale ha raggiunto i 3 milioni di dollari circa), anche questo, tanto per cambiare, in odore di remake americano. Curatissimo in tutti i dettagli, Phone raccoglie un pò il meglio dei vari horror Asiatici degli ultimi anni (Ringu su tutti), dei quali vengono riproposte alcune situazioni tipiche.
Phone è una sorta di bignami della cultura horror asiatica, un compendio nel quale confluiscono tutte le idee che hanno reso celebri moltri altri capolavori usciti negli ultimi anni: l'inquietante apparizione dai lunghi capelli corvini molto (troppo) simile alla Sadako di The Ring, la tecnologia assassina, le claustrofobiche scene nell'ascensore che tanto ricordano The Eye o la scena dei capelli nel bagno già utilizzata in Dark Water. C'è anche lo spazio per tocchi da giallo-noir occidentale e, più in particolare, delle pellicole di Dario Argento di cui Ahn Byeong-Gi sembra essere appassionato cultore. Proprio all'interno di Phone infatti c'è un omaggio alquanto evidente ad uno dei classici più rinomati del regista italiano, ossia la scena della finestra in Suspiria peraltro riproposta con la stessa ambientazione.
La regia è quindi molto buona, con un bel ritmo e un sapiente uso della suspense. Notevoli anche la fotografia e la colonna sonora, semplice ma molto azzeccata...
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