Nick: NEVERLAND Oggetto: re:troy Data: 18/5/2004 20.37.22 Visite: 33
Il megafilm, costato sui 200 milioni di dollari e diretto dall'ultra sessantenne Wolfgang Petersen, specializzato in filmoni d'azione, "SI E' SOLO ISPIRATO" all'Iliade, riferimento che poi non appare nei manifesti, per non spaventare le masse: ISPIRATO è la parola giusta, perché ovviamente il kolossal ha altre esigenze e figuriamoci se doveva rispettare un poema greco vecchio come il cucco, scritto forse da un tale chiamato Omero probabilmente tra l'VIII e il VII secolo a. C., e che narra una magnifica fiction di dei e di umani su un episodio storico che sarebbe avvenuto nel XIII secolo a. C., per di più tramandato oralmente visto che non esisteva ancora la scrittura. Va benissimo quindi che Achille abbia i lunghi boccoli biondi e i terrificanti pettorali di Brad Pitt, che Menelao (detto graziosamente il biondo nell'Iliade) sia un energumeno enorme, Brendan Gleeson, e che la dolce Briseide, (Criseide non c'è), provvista nel poema di marito ammazzato da Achille, qui sia una sacerdotessa vergine molto birichina interpretata da Rose Byrne. Se Omero o chi per lui si era preso a suo tempo molte libertà, perché non può averlo fatto oggi Petersen? Andare a cercare il pelo nell'uovo in un film spettacolare, per di più americano, è da antipatici professorini. Però è da normale spettatore arrivare stremati dopo 2 ore e 43 minuti di botte da orbi molto rumorose causa lance contro scudi e spadoni a picco sugli elmi, senza una sola parola omerica: tanto più che il famoso cavallo di Troia viene velocemente sbrigato con qualche guerriero che salta giù dalla sua pancia e immediato incendio e scempio di troiani, per non parlare dell'altrettanto famoso tallone di Achille. Che muore alla fine, e nell'Iliade non c'è ne è traccia mentre nell'Odissea sappiamo che è morto solo perché sta litigando nell'Ade, colpito nel solo angolino dove è mortale da una freccia lanciata da Paride. Film come Troy, oltre che sulla bellezza e la celebrità di attori come Pitt, scuote i sogni di signore e gay, vivono di scene di massa, di paesaggi infiniti, (qui messicani) di epiche battaglie, oggi moltiplicati dagli effetti speciali. Il mare invaso da mille imbarcazioni a vela e remi, la spiaggia sconfinata ridotta a una specie di formicaio composto da milioni di feroci guerrieri, battaglie impressionanti in cui volano teste e braccia ma non si capisce mai di chi, essendo elmi, corazze e graziosissimi coturni non solo troppo nuovi ma anche molto simili sia di qua che di là: interni assiro-cino-egizio-babilonesi enormi, banchetti con danzatrici del ventre, strade di Troia trafficate come oggi Milano, abiti di corte "tie blu cobalto. A finale Troy è quasi tre ore di battaglia senza nemmeno una parola Omerica, ma ricordiamoci del significato della parola "ISPIRATO" e soprattutto ricordiamoci che bisogna guardare prima di poter giudicare...sempre |