infatti oggi si avverte una lacerazione tra arte, scienza e vulgata.
secondo me è un male. siamo calati nella vita e da lì ne ricaviamo gli umori.
ma che sia un sacerdote o un veggente, che ne è l'upgrade divino, l'arte è la più squilibrata tra le "menate" che la nostra mente costruisce.
se la riduciamo all'osso noi siamo delle complesse architetture cellulari e la politica, le religioni, le arti, l'amore sono delle mere astrazioni mentali, con le differenze specifiche:
la politica organizza la vita della comunità
la religione da all'individuo un punto fermo per non farlo impazzire
l'amore è l'inganno che permette che il gioco della vita continui
l'arte rappresenta il momento dello scambio, della comunicazione fra individui.
ecco, tu parli spesso di egocentrismo, per me egocentrismo è fare arte solo per appagare un bisogno personale, mettendo da parte la responsabilità verso la collettività.
isolandosi dalla politica, dalla religione e dall'amore.
l'artista è un veggente, infatti lo è stato eschilo, sofocle, lo è stato parimenti eduardo.
veggenti perchè hanno avuto la capacità di trasmettere una riflessione sulla vita.