Nick: Vody Oggetto: ROM PREGIUDIZI E ITALIANI MEDI Data: 13/6/2004 20.5.14 Visite: 260
Siete tristi e banali. Come con gli immigrati applicate ogni sorta di stereotipo delirante, dimenticando che quegli stessi stereotipi hanno costituito un grave ostacolo all'integrazione degli italiani emigrati all'estero (uno dovrebbe essere comprensibile anche a menti limitate come le vostre ITALIANO = MAFIOSO, che converrete ha una sua base teoricamente legittima). Così con i rom tirate fuori le peggiori banalità trite e ritrite, dimenticando le condizioni di degrado e miseria nelle quali queste comunità sono costrette a vivere. Siete italiani medi e mi vergogno di essere vostro connazionale. E' un post lungo e non ha donnine ne' maschietti nudi dubito che lo leggiate tutto, ma se fate uno sforzo forse potrete avere un punto di vista più illuminato del becero razzismo che avete pure il coraggio di chiamare argomentazioni. fonti: http://www.criad.unibo.it/~galarico/ATUALITY/ZINGARI.htm http://www.coe.int/T/I/Com/Dossier/Avvenimenti/2004-03-ECRI/briefing4IT.asp I Rom/Zingari costituiscono un obiettivo particolare del razzismo in tutta l'Europa, al punto da non poter beneficiare, nella nostra società, dell'eguaglianza dei diritti, che pure costituisce una prerogativa fondamentale di tutti gli esseri umani. In occasione del secondo ciclo di rapporti bilaterali con i paesi, che ha riguardato 43 stati del Consiglio d'Europa, l'ECRI ha effettuato un monitoraggio della situazione relativa al razzismo e all'intolleranza. Questo ciclo è durato cinque anni, per concludersi in dicembre 2002: i problemi incontrati dai Rom/Zingari hanno riguardato 32 rapporti su 43 e, in dieci di essi l'ECRI ha considerato che costituissero, nei rispettivi paesi, un "problema particolarmente preoccupante". Tale constatazione riguarda paesi dell'Europa occidentale e orientale. Le violazioni dei diritti dell'uomo, che colpiscono la maggior parte dei membri della comunità dei Rom/Zingari, sono numerose e molteplici. In materia di alloggio, le popolazioni sedentarie vengono spesso relegate in ghetti, dove vivono in condizioni deplorevoli, che ne mettono gravemente in pericolo la salute. I Rom/Zingari nomadi incontrano invece difficoltà nel reperire terreni su cui installarsi legalmente nei Paesi in cui si recano. Altra fonte di preoccupazione è rappresentata dagli ostacoli all'accesso ai servizi pubblici, ai luoghi aperti al pubblico e alle cure sanitarie. Alcuni studi dimostrano che, in genere, la durata media della vita dei membri della popolazione rom/zingara è inferiore a quella della popolazione maggioritaria. L'istruzione e l'occupazione costituiscono a loro volta rilevanti aree di discriminazione, che inducono gravi svantaggi sul piano economico e sociale. Per riassumere, in tutti i settori della vita quotidiana, i Rom/Zingari devono far fronte a discriminazioni, dirette e indirette, che la legislazione non sempre consente di superare, o perché insufficiente, o perché non applicata dai servizi amministrativi e dai tribunali. In casi estremi, i Rom/Zingari sono addirittura oggetto di segregazione, in particolare per l'alloggio e l'istruzione. Tali discriminazioni sono fondate su pregiudizi e stereotipi razzisti, largamente diffusi nell'opinione pubblica nei confronti dei Rom/Zingari. A volte, essi sfociano in atti di violenza razzista, verbale e fisica, in particolare da parte di membri delle forze dell'ordine. Alcuni problemi delle comunità rom: * Istruzione per i bambini: il 97% dei bambini zingari non frequenta la scuola dell'obbligo e gli zingari adulti sono per lo più analfabeti. Eppure il 75% di essi sono cittadini italiani, o per nascita, o perché alla fine della II G.M. vivevano ai confini e scelsero l'Italia come patria. * Per i bambini zingari, l'italiano è la terza lingua, dopo quella materna (il romanes o il sinto) e il dialetto locale. A scuola facilmente vengono considerati come disadattati sociali e anche mentali. * Servizi igienico-sanitari: la loro sporcizia dipende anche dalla cronica mancanza di acqua nei campi, che dovrebbero disporre di docce e gabinetti. A causa delle molte malattie, dovute anche al feddo, la vita media non supera i 50 anni. * Altri servizi deficitari: illuminazione (l'energia elettrica permetterebbe di utilizzare sistemi di riscaldamento meno rischiosi: piccoli braceri o stufette a gas, che a volte causano l'incendio della roulotte), cassonetti per rifiuti, vasche per il bucato. * Lavoro: non riescono più a fare lavori dignitosi o comunque remunerativi. Non possono praticare il commercio ambulante, perché vengono considerati come stranieri. Molti bambini vendono fiori, fazzoletti ai semafori o puliscono i vetri delle macchine. Chiedere la carità è diventato il lavoro delle donne. Il lavoro col ferrovecchio non rende più e gli oggetti di rame non li compra più nessuno, se non qualche turista d'estate. * Visti d'ingresso, passaporti ecc. Spesso ci si dimentica che questi gruppi sono apolidi e che quindi non ha senso rimpatriarli nella ex-Jugoslavia. * Aree di sosta sono poche: una cinquantina in tutta Italia. Si tratta per lo più di fangose baraccopoli, frequentate da topi, col pericolo di epidemie. Gli stessi campi-sosta sono troppo grandi: ammassano 300-500 persone (sembrano dei ghetti). * Emarginazione: per i nostri agricoltori sono nomadi senza terra; per i cittadini, dei marginali di periferia; per gli operai, degli oziosi e per tutti, degli uomini senza fede e senza legge. Il solo zingaro accettato è quello bello, artista, simbolo della libertà e del folclore, cioè quello che non esiste. * Rifiutano l'accusa di vagabondaggio, perché il loro è un nomadismo, che è un diritto riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo dell'ONU ed è previsto dalla nostra Costituzione. Lo stesso Consiglio d'Europa dice che deve essere facilitato l'insediamento in abitazioni appropriate per i nomadi che lo desiderano. * A Roma esistono 50 comunità zingare: rom abruzzesi e napoletani, camminanti siciliani, sinti giostrai, rom kalderasha, rom slavi. Vivono in case popolari o roulotte. Prima degli anni '70 commerciavano cavalli, facevano i maniscalchi, le donne leggevano il futuro o vendevano chincaglieria. Alcuni fabbricavano pentole di rame, altri erano indoratori o giostrai. Con l'espansione edilizia degli anni '70 i campi-nomadi sono stati requisiti. * A Roma i nomadi sono 3000, sono sempre stati 3000, ma ora si parla di "problema nomadi". Generalmente nei campi dove vivono non ci sono servizi. Alcune ragazze frequentano corsi di taglio e cucito. PS VERGOGNA.
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