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Nick: Franti
Oggetto: Notte Particular ( Se Mor')
Data: 21/6/2004 14.38.21
Visite: 303

La prima cosa che ti colpisce a Cuba, quando sei all’aeroporto de La Habana e scendi dalle scalette dell’aereo, vendendo una squallida pista in terra battuta che non immagineresti in alcun aeroporto del mondo, è il caldo umido.
Soffocante e fastidioso.
Più fastidioso di cinque punture "notturne" di zanzare che non sai dove grattare prima.
Più fastidioso di un attacco di diarrea in un autobus, mentre sei in gita con la tua classe del liceo.
Più fastidioso di un pompino propinato da una che usa troppo i denti e ti graffia il glande.

La seconda cosa che ti colpisce a Cuba è lo stuolo di ragazze bianche, nere e mulatte che corrono verso di te e verso alcuni turisti panzoni agghindati con colorate camice hawaiane, che tu fai un cenno al compagno tuo di viaggio, guardi dietro di te, e gli dici, al compagno di viaggio:

"Ehi, ma ci stanno i Take That qui a Cuba oggi? Verso chi corrono queste qua?".

E immediatamente dopo ti accorgi che i Take That siete tu, il tuo compagno tuo di viaggio e i turisti panzoni agghindati con colorate camice hawaiane.

La terza cosa che ti colpisce a Cuba è che come esci dall’aeroporto ti viene vicino un tipo magrissimo e sgallettato, che si muove come un ossesso, ti sorride e ti chiama "Senor".
Tu e il tuo compagno di viaggio dite a questo tipo magrissimo e sgallettato, che si muove come un ossesso, ti sorride e ti chiama "Senor", che non deve darvi del "Senor" che siete ragazzi come lui e che non siete a Cuba per fare i gradassi e i signorotti ma per vivere la quotidianità della città e dell’isola.
Una grande ipocrisia.
Ma è la stessa Cuba ad essere un0immensa ipocrisia.
Ergo: ti adatti.

Comunque questo tipo magrissimo e sgallettato, che si muove come un ossesso, ti sorride e ti chiama "Senor", che quasi sempre voi chiamate semplicemente "Chico", vi farà da Cicerone, o meglio, da Galoppino, per tutta la vostra vacanza in quel di la Habana.
Chico viene a prendervi la mattina.
Vi svegliate tardi? Pazienza, lui aspetterà fino a quando volete.
Vi porterà in qualche locanda a mangiare, in qualche locale notturno a ballare, in spiaggia eccetera.
Mangerà, ballerà e starà in spiaggia con voi, per voi, come voi.
Basta dargli cinque dollari al giorno.
Fa tutto con voi e per voi.
Con una sola eccezione: non tromba con voi.
Vi spiego: se trovate due Novie, che a Cuba sono due fidanzate bellissime che fanno all’amore benissimo, e ve le portate in qualche posto a trombare, mentre voi trombate le Novie, che fanno all’amore benissimo, Chico non tromba.
Chico non ha una Novia come voi. Da trombare.
Chico non ha una fidanzata bellissima che fa all’amore benissimo.
Chico è sposato da anni e ha una moglie a casa che attende la paga da Galoppino di Chico per poter mangiare, comprare medicine eccetera.
Chico non ha una Novia, quindi, e non tromba.
Voi trombate in qualche posto chiuso e Chico vi aspetterà fuori.
Finite di trombare? Bene, troverete Chico fuori al posto dove avete rombato, ad aspettarvi, pronto a portarvi in qualche altro posticino strano.

Da questo Chico qua, voi capirete che a Cuba è tutto "Particular".
Non lo so a Cuba che significa "Particular", però gli ho dato un senso tutto mio.
"Particular" a Cuba è tutto ciò che è di contrabbando, quasi illegale, balordo.
Vuoi un posto dove mangiare? Chico ti porta al "Ristorante Particular" che è una bettola a conduzione familiare, sudicia e caldissima, dove mangi Tortuga Particular, ossia carne di tartaruga marina, e aragosta.
Se sei fortunato mangi anche delle banane buonissime che mai mangerai in vita tua.
Vuoi dei sigari? Benissimo, Chico ti procura dei "Sigari Particular".
Hai bisogno di un’automobile? Chico ti procurerà un "Taxi Particular" sgangheratissimo che sembra uscito da un film di Truffaut.
Dai un dollaro massimo tre al Tassista Particular e il Tassista Particular ti porta dove cazzo vuoi.

Cuba, insomma, oltre ad essere una grande ipocrisia è tutta "Particular"
Ossia di contrabbando, quasi illegale, balorda e kitsch e Pulp.
Un gran casino di terza classe.
Come la nottata brava appena trascorsa con Mario F, Noi E I Ragazzi Dello Zoo Di Caserta, aka Neverland, il famoso "fravecatore di sentimenti".

Queste due cose di Mario F, Noi E I Ragazzi Dello Zoo Di Caserta, e del "fravecatore di sentimenti" ve le spiego.
Mario F, Noi E I Ragazzi Dello Zoo Di Caserta perché questo Mario qua è, appunto, di caserta.
Lo chiamo Mario F perché non passa una serata che non si ubriaca o si droga.
Uno sregolato.
"Fravecatore di Sentimenti" perché "Fravecatore" significa "Muratore".
I Muratori, con tutto il rispetto, sono tipi molto rudi, eh.
E così, mentre tu, ad esempio, arrivi a Roma, partendo alle tre di notte da Napoli, dicevo, mentre tu arrivi a Roma alle cinque e mezzo o sei meno un quarto al massimo e osservi estasiato e commosso l’Urbe e dici:

"Mario, guarda che alba stupenda. Roma smebra che pianga la mattina…"

Mario F, Noi E I Ragazzi Dello Zoo Di Caserta, aka Neverland, il famoso "fravecatore di sentimenti", ti risponde:

"Piè, tu pensi all’alba? Ma che me ne fotte a me che teng’ nu cazz’ e suonn’ per Dio!"

Che gli rispondi a uno così che ti viene voglia solo di sputarlo in faccia?
Ti ha distrutto un momento malinconico e poetico come un’alba a Roma che sembra pianga.
Scusa Mario F di merda, ma che ci sei venuto a fare a Roma a ‘sto punto se muori dal sonno?
Madò.
Rude come un Muratore.
Come un Fravecatore insomma.
Ecco perché è un "Fravecatore di Sentimenti".

Comunque a parte questa cosa di Mario F, Noi E I Ragazzi Dello Zoo Di Caserta, aka Neverland, il famoso "fravecatore di sentimenti", io e Mario F, da un po’ di tempo a questa parte, pasiamo delle serata, anzi delle nottate "Particular".
Delle serate, anzi delle nottate di contrabbando, quasi illegali, balorde e kitsch e Pulp.
Come Cuba e La Habana.
Senza ipocrisia però

Vi racconto quella appena trascorsa.
Ne vale la pena.

Ore ventidue.

"Piè scendiamo? Dove andiamo?"

Io rispondo a Mario F, Noi E I Ragazzi Dello Zoo Di Caserta, aka Neverland, il famoso "fravecatore di sentimenti".

"Sì Mario, ovvio che scendiamo, dove? Non lo so. Anzi sì, andiamo allo Sciuscià, dai. E’ ad Ercolano e ci troviamo pure il nostro caro e mitico DJ Lama".

Mario F, fa:

"Va bene, ma andiamo soli? Nel senso, nessuna femmina stasera?"

Questa ve la spiego.
Né io, né Mario F, siamo dei Tori di Carlone, tanto per essere chiari.
Carlone è un contadino delle mie parti che ha un toro famosissimo ed eccezionale ad ingravidare le vacche.
Questo Toro è una leggenda tra i contadini della zona.
Dicevo, né io né Mario F, siamo dei Tori di Carlone, tanto per essere chiari.
Pure se trombiamo come tutti, sia chiaro.
Ma siamo sempre in compagnia di qualche donzella.
Perché? Perché Mario F, oltre ad essere Mario F, Noi E I Ragazzi Dello Zoo Di Caserta, aka Neverland, il famoso "fravecatore di sentimenti", è anche il famoso "Amico delle Donne".
Cioè, a lui non interessa sfottere, rombare, eccetera.
A lui interessa unicamente che con lui e i suoi amici ci siano delle donne.
Ci sono donne e non tromba? Pazienza, l’importante è che ci siano donne.
Lui deve parlare, parlare, parlare, parlare con le donne.

Io e Mario F, Noi E I Ragazzi Dello Zoo Di Caserta, aka Neverland, il famoso "fravecatore di sentimenti", scendiamo da casa e ci infiliamo in auto.
Infilo il frontalino dello stereo, clicco sui pulsantini del frontalino dello stereo che ho da un anno e ancora non so usare (io e la tecnologia siamo due cose opposte) e viene fuori "Strangelove" dei Depeche Mode.
A me "Strangelove" dei Depeche Mode mi fa venire una malinconia, ma una malinconia che non vi dico.

Mario mi guarda e fa:

"Piè, ti vedo giù, quasi triste, ma che hai?"

Rispondo:

"Nulla Maruzziè, stavo pensando al Alberto che fa la notte in ospedale e al povero Christian e mi sento in colpa ad uscire e divertirmi. Ma se non rido io muoio. E’ il mio modo di affrontare le cose. E poi pensavo ad Anna che è bellissima ma non ho il coraggio di fermarla e dirle di più. Anna va all’Aramacao. E poi pensavo a Serena che non mi risponde al cellulare e sono preoccupato per una cosa che mi aveva confidato. Chissà cosa cazzo sarà successo. Ci tenevo tanto a salutarla. E’ dolcissima"

E Mario risponde:

"Sì, vabbè, ma che cazzo te ne frega? Però cazzo, senza donne e soli stasera dai".

Ecco qua: il "Fravecatore di Sentimenti" nonché Amico delle Donne.
Una sua entrata mi mancava, eh!
Lo sputerei in faccia.
Anzi, stavolta no.
Credo abbia fatto bene a spezzare quel momento.

Nel fratempo sul display del mio cellulare compaiono cinque sms di cinque ragazze che mi chiedono "Che fai stasera? Ci passi a prendere".

Mannaggia ‘Incoronata ma prima non vi è venuto in mente di inviarmiq uesti cazzo di sms che adesso è tardi e siamo per strada.

Chiamano pure due amiche di Posillipo che mi chiedono di andarle a prendere.
Vogliono venire allo Sciuscià.
Dico loro di no, che siamo quasi arrivati ad Ercolano.
Mario F, da perfetto Amico delle Donne, si intromette tra me e la voce della mia amica al cellulare e dice:

"Piè cazzo, stasera siamo soli, senza una sfaccimma di femmina, andiamole a prendere, daiiiiiiiiiiiiiiiiiiii".

E io:

"NO! Mi caco il cazzo".

Secco.
Mario F non parla più.
Chiudo il cellulare e lo spengo e lo metto nel portaoggetti.

Cambio canzone nello stereo.
In sequenza "Isolation" dei Joy Division, "Close To Me" dei Cure e "Herpes" di Bowie.
Eccetera, eccetera, eccetera.

Arriviamo ad Ercolano alle ventidueecinquanta.
Parlo con il buttafuori dello Sciuscià, dicendogli che sono un amico del DJ ed entriamo.
Tutto liscio alla porta.
Scendiamo verso la consolle e salutiamo gli amici DJ Lama e Alberto Martufello aka Kobra.
Risaliamo verso l’interno del locale.
Ci sediamo, per mangiare, ad un tavolino piccolissimo procuratoci da una cameriera bellissima che si chiama Nonvelodico.
E’ separata e trentenne ma pare non avere più di ventidue anni.
Massimo ventidueemezzo, và.
Le lascio un bigliettino con il mio numero di cellulare a Nonvelodico e Nonvelodico mi sorride.
Mi chiamerà? Credo di sì.

Ordiniamo da mangiare.
Io un petto di pollo al Porto e una Ceres.
Mario un panino con hamburger e provola e una Elephant.
Il petto di pollo al Porto arriva dopo cinque minuti.
La Ceres e l’Elephant pure.
Il panino con hamburger e provola, ordinato da Mario, arriva dopo un’ora.
Le Ceres, nell’attesa, diventano cinque.
Mario bestemmia come un ossesso perché non se la sente più di aspettare.

Seduti a quel tavolino sembriamo due disadattati.
Tutt’intorno delle strafighe di provincia che si dilettano in sensuali balli latino americani con uomini rozzi e bruttissimi.
Mario ribestemmia e fa:

"Piè, mannaggia la Madonna, ma tu le vedi quanto sono bone questa qua che ballano il latino americano? E vedi con chi ballano, per Dio! Con questi cafoni!!! Ma ja, queste fighe con questi cafoni che solo perché sanno fare quattro passetti di salsa, le prendono per il braccio e ballano con loro. E le toccano pure!! Ma è mai possibile dai. Questi brutti ballano con le fighe e io e te soli, seduti a questo tavolino? Ma è possibile? Ma non siamo più belli noi di questi quattro cafardi? Se non più belli, almeno abbiamo più classe, più intelligenza, cultura e interessi".

Io rispondo scazzato:

"Ma non cagare duro, dai. E poi non mi interessa proprio ‘sto discorso".

E Mario F aggiunge:

"Invece a me interessa! E sai che ti dico? A Settembre mi iscrivo ad una scuola di balli latino americani. Così, dopo, vado in locali come questo, vado vicino a queste femmine strafighe, le prendo per un braccio e le porto a ballare con me e poi le conosco. E poi da cosa nasce cosa. Sai come vanno ‘ste cose, no? Sì, dai, a Settembre mi iscrivo a una di queste scuole. Così elimino la prima barriera che si frappone tra me e una strafiga e tutta filerà più liscio".

Io vorrei sputarlo in faccia, ma evito.
C’è troppa gente intorno e già sembriamo due disperati.
però dico:

"Sei proprio un grezzo…Ti manca solo questo e poi sei veramente Tu…."

E lui:

"Grezzo il cazzo, io a quella scuola mi iscrivo. A Settembre, però".

Mario F finisce di mangiare.
Ci dirigiamo verso il bar.
Ovviamente beviamo molto, sennò che cazzo di "Notte Particular" è?.
In aggiunta alle cinque Ceres e all’Elephant del tavolino prendiamo due Invisibili alla Menta Bianca per ognuno, un Gin Lemon e un Long Island.
Quasi shockati.

Andiamo a ballare.
Accanto a noi due c.d. Naselle.
Le Naselle sono donne dai fisici bellissimi ma con un’imperfezione al naso.
Hanno questi nasi che sembrano i nasi delle scimmie Nausichee del Bormio.
Sono la mia perversione le Naselle.
Perché si dice che chi ha il naso un po’ lungo abbia una figa stretta.
Un po’ maiala come cosa, ma è una perversione, eh!
Tutte ce l’hanno. Una perversione.
Da qualche tempo le Naselle sono anche la perversione di Mario F.
E’ un buongustaio il mio amico.

Balliamo con le Naselle che ci sorridono e ci porgono le mani.

Io mi scoccio ed adocchio due carinissime che ballano su un davanzale, posto sopra allo spazio della consolle dove io a Mario F balliamo con le due Naselle.
Prendo il cellulare moderno di Mario F, un cellulare modernissimo che fa le foto, e ne scatto due, due di foto insomma, alle due carinissime che ballano sul davanzale.
Le due carinissime mi sorridono, mi dicono qualcosa e mi fanno cenno di salire da loro.
Salgo e ballo con loro.
E osservo Mario F che ballo solo, vicino alla consolle, come un esaurito e fa dei gesti con le mani che sembrano chiedermi "Vedi se fottono Piè, vedi se fottono, cazzo!".
Niente da fare. Non fottono.
A parlare parlano, sì.
Ma non fottono.
Però sono carinissime e da cosa nasce cosa, cario Mario F futuro ballerino di latino americano. L’hai detto pure tu al tavolino, poco prima, caro Mario F futuro ballerino di latino americano, che da cosa nasce cosa.
Perché Madonna dell’Incoronata di Puglia non sali qua su, che queste carinissime sono due, così una te la prendi tu?

Mario F. non sale e continua a ballare come un esaurito, nello spazio antistante la consolle di DJ Lama.
Scendo io da lui e saluto le due carinissime che mi dicono ipocritamente "Ma ci rivedremo?".

Io e Mario F. continuiamo a ballare.
Io ci provo con una tipa abbastanza carina ma vengo fermato dallo sguardo minaccioso di DJ Lama che mi dirà poi:

"Leva mano Piè, è una tarantella del proprietario del locale, che è qui, al mio fianco. Facciamo uan figura di merda"

Levo mano.

Mario F, invece, si fissa con una tipa che sembra Sinead O’Connor, dal fisico bellissimo, che porta dei jeans Hip Hop con un perizoma da brivido che fuoriesce dal bordo dei pantaloni.
Mario F balla con lei e le fa una foto.
Ma non al suo viso.
Al suo perizoma. Fa una foto al perizoma, insomma.

C’è pure il tempo di mirare la foto sulla carta d’identita di Alberto Martufello aka Kobra.
In quella foto Alberto è veramente identico a Martufello.
Mario F apre la carta d’identità, inorridisce per la bruttezza della foto, ci sputa sopra con naturalezza un liquido verdognolo e rosa, richiude la carta d’identità e la riconsegna a Alberto Martufello aka Kobra.
Io scoppio a ridere che mi esce il Gin Lemon dal naso.

Sono le tre.
Io e Mario F ci dirigiamo di nuovo verso il bar.
Un Invisibile alla menta bianca per me.
Un invisibile alla menta bianca per Mario F.

Quasi ubriachi usciamo dal locale, entriamo in auto e ci dirigiamo verso Caserta.

"Domattina sveglia alle sette", dice Mario F.

"Eh…", dico io.

In auto Mario F, con un sottofondo musicale di "Careless Whispers" di gorge Michael, comincia a cantare una canzone neomelodica di un certo DJ Charlie che fa, più o meno, così:

"Te penz’ tutt’e sereeeeeeeeeee
Pure sì stai ‘nziem’a n’atttttttttttttt
E stu cor’ sbatt’ p’te
Io non reagisco e tuuuuuuuuuuuuuuuuu
Tu con gli occhi verdi da gattina che hai
Me stai semp’ rint’e suonn’
E stu cor’ sbatt’ p’te
Io non reagisco e tuuuuuuuu
UOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOUUUUUUUOOOOOO"

E poi il sassofono di "Careless Whispers" di Gorge Michael.
E Mario F si dimena che pare Donatello, il figlio di Gigione.

A Caserta piove a dirotto.
Sono quasi le quattro.
Sul violone vedo, dall’altra parte della strada, due ragazze che fanno segno di fermarmi.
Freno in maniera repentina e Mario si spaventa e chiede:

"Cazzo fai Piè?"

E io:

"Carico quelle due dall’altra parte della strada. Le accompagno da qualche parte"

E Mario:

"Marò Piè, tu nun stai buon’. Alle quattro ‘e matin’? Comunque sei un grande. Tu sì che sei Pulp, non Pecora come me. Oh, ma sono due troie, Piè…Gran figoni ma sempre troie sono"

E io, razzista al contrario e fintoalternativoemancipato:

"Embè? Non sono pesone come noi, scusa? Le accompagniamo dove vogliono essere accompagnate, prendiamo un caffè e a casa"
.
E Mario F:

"Il cazzo Piè, sono bonissime. Guarda che fighe! Queste qua, se diamo loro un passaggio, così, sotto la pioggia, minimo minimo ci fanno una bella prestazioncina come sicuro sanno fare solo loro. Io sto tutto mbriac’, me lo faccio fare un pompino".

Ed io, ipocritamente e con piglio alternativofalsoemancipato:

"Mario, ma che hai capito? Sono persone. Un passaggio dobbiamo dare loro, leva mano cu stu fatt’ del bucchino. È ‘nu peccato sfruttare due ragazze che "

E Mario:

"Piè ma tu fa chell’ che cazz’ vuò. Io sto mbriaco e arrapato, e il bucchino come ricambio del passaggio me lo faccio fare. Una chiavata no, perché mi fanno schifo le troie, non le persone, ma proprio andare a troie mi fa schifo, però un bucchino me lo faccio fare. Che c’è di male, ja? Una prestazioncina in più, una in meno, per loro è lo stesso".

Rido.

Nella macchina suona "Come Together" dei Beatles.

Le due strafighe si avvicinano, una di loro apre lo sportello dell’auto e fa:

"Ciao ragà, siete due tesori, ce lo date un passaggio?"

Con una voce che mio fratello Rocco, che è un trombone, sembra Farinelli.

In pratiche le due troie strafighe non sono troie strafighe ma sono tutt’altro.
Sono due Trans!

A me per poco non viene un collasso per trattenere la risata.
Mi giro e vedo la faccia di Mario F.
Ha una risata isterica e non sa se piangere o ridere.
Più piangere che ridere.
Non resisto devo ridere.
Alzo il volume dello stereo e rido.
Alzo il volume sennò poi i due Trans, che si chiamano Federica e Samanta, sia ccorgono che rido per la situazione e io e Mario F facciamo una figura di merda, ma una figura di merda, vabbè che ve lo dico a fare.

La Trans Samanta dice, con una voce roca che intona un dialetto di Carditello:

"Tesò (a me mi chiama Tesoro, mannaggia Giuda Iscariota), ma questi so i Bitòls"?
Con l’accento sulla "O".

E io:

"Ma sei ignorante, eh?!? Si dice Bitols, Bitols. Bi i to l s. Con l’accento sulla "I" e non sulla "O". Comunque sì, sono i Beatles".

E la Tras Samanta:

"Uàààààà e scusa, comunque ci puoi accompagnare a Marcianise Tesò, che devo andare a prendere le chiavi di casa da mammà. E poi mi riaccompagni a Caserta tesò, che abito là? Ja tesò ti metto la benzina".

E io:

"Ma quale benzina, tranquilla ti accompagno e ti riporto a Caserta. Ma niente benzina e facciamo presto, ok?"
:
E la Trans Samanta:

"Uàààààààààààààà sei un Tesoro, Tesò".

La Trans Federica, invece tira su col naso.
In continuazione.
Da fare schifo.
Rumore fastidiosissimo.
Mario F sorride, si gira e dice:

"Ma quanta coca hai tirato stasera?"

E la Trans Federica risponde:

"Poca Amò (a Mario F lo chiamano Amore, e a me Tesoro). Ma comunque non è sulament’ la cocaiiiiiiiiina. E’ pure l’allergia al polline. M’ sta accerenn’ ‘st’allergia, Maronn’ rò Carmen’.".

Che poi mi viene da pensare:

"Scusa eh, ma è notte e sta chiuvenn’ arò Sant’Anna sta ‘stu polline".

Ma non dico nulla che mi pare brutto.

Sto per girare a Marcianise quando la Trans Federica mi dice di non girare.
Mi ha ingannato.
Abita in provincia di Napoli, in un paesello tra Caserta e Napoli, per la precisione.
Accompagnamo i due Trans della Pioggia in quel paesello.
Però bestemmio.
Ma non posso mica tirarmi indietro.
Però bestemmio.
E Mario F sorride malignamente.


Io intavolo una discussione con i Trans Samanta e Federica.
Non parliamo quasi di nulla.
Discorsi inconcludenti.
Io non so se chiamarli "Ragazzi" o "ragazze" e le chiamo semplicemente "Ragà".
Perché "Ragà" non è né femminile, né maschile.
"Ragà" è perfetto per due Trans che si chiamano Samanta e Federica, insomma.

Mario F si intromette e fa:
"Ragà (pure lui usa ‘sto termine) perché non ve ne andate di qua, chessò, a Milano?"

E la Trans Samanta risponde:

"Amò (perche Mario F è Amore, io Tesoro, invece), c’ho già lavorato a Milano, a Via Stadera. Ma nun è cos’ là. E’ cara la città ‘e Milano"

E Mario F, che non si fa mai i cazzi suoi, chiede:

"Ah, e che facevi a Milano a Via Stadera?"

E la Trans Samanta risponde, con una voce che sembra Zio Alfredo di Brescia:

"A puttan’! Che vuò fa a Via Stadera a Milano, scusa Amò (perché Mario F per loro è Amore). Sul’ a puttan’ può fa".

Io rido.
Mario F si trattiene.

Arriviamo a casa del Trans Federica.
Ci ha ingannato un’altra volta.
Non è casa di sua mamma.
E la casa di un pusher.
Si sono fatte accompagnare da un pusher a comprare della cocaina!
Bestemmio.

Mario F riconosce il pusher e dice:

"Maronn’, a chist’ o sacc’! Venn’ coca e fumo p’ Caserta, si dice. L’ho visto tante volte per Caserta, mannaggia Giuda. Speriamo che non mi riconosce che se me ver’ in auto, alle cinque di mattina con due ricchiun’, a parte la figura ‘e merd’, mi sputtana malament’. Speriamo che fa ambress’".

Il pusher non riconosce Mario F.
Io continuo a bestemmiare nella mia testa.
Ma mi viene da ridere.

Il Trans Federica, dopo aver acquistato quel che doveva acquistare, entra in auto.
Tira fuori uno specchietto, inciarma qualcosa e inizia a tirare su col naso e dice:

"Ragà, volete favorire?"

E noi due, all’unisono:

"No, no, aggi pacienz’!"

Mi sto innervosendo.
Il nervosismo sale quando le due (o i due) ci invitano a dormire con loro, a casa loro.
A Caserta.
Insistono.
Rifiuto prima io e poi Mario F e le lascio laddove le avevo caricate.
Non voglio neppure sapere dove abitano.
Loro salutano, quasi risentire e dicono, all’unisono, pure loro:

"Ciao Tesò, ciao Amò, siete stati due sciùsciù. Grazie assai. Quando finirete di sentire i Bitòls e comincerete a sentire la colonna sonora di Dirty Dancing ricordatevi di noi".

A sentire questa frase il nervosismo va via e mi viene un po’ di tenerezza.

Sono le sei del mattino.
Sveglia alle sette e mezza.
Io e Mario F ci avviamo verso casa.
Non diciamo una parola.

Nell’ascensore Mario F mi guarda e mi fa:

"Certo che tu sì Pulp seriamente Piè, ma sinceramente me fai nu poco schif’. E sinceramente me facc’ pur’je nu poc schif’".

Ci guardiamo in faccia, nell’ascensore, alziamo la testa al cielo e…SPUT.
Due sputacchiate in aria che ci arrivano in faccia.
La Notte Particular è finita.
Finalmente.
Senza femmine e con due Trans.


Alle sette e mezzo Titti viene a svegliarci.

Alle undici sono da un cliente.
Penso tra me e me:

"E’ finito un altro week end. Che cazzo di week end però. Comunque meno male che è finito. Che nottata questa madonna."

Ma all’improvviso DRIN DRIN:
E’ il rumore del mio cellulare quando arriva un sms.

Vedo sul display.
E’ Mario F!!!!!

Leggo l’sms che recita testè:

"Mannaggia l’Incoronata e gli invisibili alla menta bianca! Mi è venuto un torcimiento di panza e mi stavo cacando sotto. Sto sulla tazza da 15 minuti. So jettanno l’uocchi. Serio!"

Rido in faccia al cliente.

Meno male che era finita, eh!





Vittorio Emanuele














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Notte Particular ( Se Mor')   21/6/2004 14.38.21 (302 visite)   Franti
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