Nick: pearl jam Oggetto: "Cieli Vaniglia" Data: 24/6/2004 17.41.56 Visite: 191
E mi sembrava tutto gia' visto. Quelle urla. Quella disperazione. Invece non ti abitui mai. E vorresti capire il perche' ti lasci scivolare tutto addosso. Un pianto,un urlo,un gesto disperato. Sei li',che ti rendi conto di cio' che sta avvenendo,ma preferisci fargli avere vita propria.Cioe' preferisci non entrare in collisione con quel momento di vita reale,che sta struggendo la vita.Di qualcun'altro. E allora guardavo quella signora urlare. La sentivo stracciarsi l'anima e imprecare verso quel Dio che la sua natura nazional/popolare gli impone a stella polare.Da seguire appunto. Chiedendo ,a mo' di miglior scena Hollywoodiana,il perche'. Il perche' di tutto quello che stava accadendo. E io osservavo.In silenzio come tutti. Ma fermo. Pensando il perche' mi scivolasse tutto addosso. Perche' tutto quel caos galattico,uno stravolgimento astrale appunto,non mi toccasse. Mi sentivo un po' come Monet,quando ha dipinto il suo "cielo vaniglia". Intento a guardare la realta' ,ma immaginando tutt'altro. E pensavo a come i grandi artisti,quelle persone che ,forse,sono custodi di verita' a noi sconosciute,ci siano d'aiuto. Perche' tutto quel dolore che io osservavo ,ma che non vivevo,qualcun'altro l'aveva gia' provato.E vissuto. E scritto,cantato ,rappresentato,mostrato..... E io invece,non riuscivo nemmeno a rendermene conto. E non mi sentivo come Monet,ma come il suo cielo. Qualcosa messa li' dal pensiero di qualcun'altro. Ma era il mio di pensiero. Io ero proiettato li'. Ero li' senza esserci. Non esistevo.Ero la mia proiezione. C'era la mia ombra che si lasciava scivolare tutto addosso. Poi un momento di rottura. Una parola di un amico. Guardai stefano,guardare la scena. E la vidi attraverso i suoi occhi. Lui piangeva. Come quella mamma che aveva perso il figlio.Di 16 anni mi hanno detto. E allora credetti di piangere anche io. Ma sapevo che non avrei pianto per quella mamma,per il suo dolore,ma piangevo per via degli occhi di Stefano. Lui era li'. Ed i suoi occhi erano di un azzurro cielo .Ombrato dalle lacrime. Rosso fuoco come un cielo che accudisce inerme un temporale. I miei occhi,invece,erano come me,un proiezione del pensiero di qualcun'altro. Fermi ed irreali. Non cacciarono nessuna lacrima. Come il "cielo vaniglia" di Monet non dara' mai vita a nessun temporale. Perche' non esiste.
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