Nick: B{L}U Oggetto: Ogni tanto, una favola Data: 5/7/2004 11.15.54 Visite: 242
Calciatori miliardari, treccine, sputi in faccia, sponsor, cappellini, tatuaggi, veline, scarpette troppo strette, scarpette troppo larghe, procuratori, letterine, calcioscommesse, ripescaggi, politici tifosi, partite truccate .... DOPING. Tutte prime donne, senatori, pagati fior fior di miliardi.... E poi??? E poi ti trovi la GRECIA campione d'Europa. La stessa Grecia che finora non aveva mai vinto una partita nelle sue apparizioni nella fase finale dei mondiali e degli europei. Illustri sconosciuti che piegano i padroni di casa, la Spagna, la Francia, la favoritissima Repubblica Ceca.... poi di nuovo i padroni di casa portoghesi... Una favola, sì proprio una favola... di quelle favole che solo il calcio sa raccontare. Un po' come la Danimarca nel 1992. Quelle favole che ti fanno capire come nel calcio non ci sia niente di scontato, e, forse proprio per questo, lo rendono in assoluto lo sport più bello del mondo. Ieri sera dopo la partita sono sceso a piazza Vanvitelli, che era diventata un tappeto di ragazzi greci che ballavno il sirtaky, bevevano, cantavano, suonavano i clacson della macchine, tutti con le facce dipinte, con le bandiere arrotolate intorno al collo.... Qualcuno era un po' brillo, ma persino il più ubriaco di loro, appena finiva una bottiglia, smetteva di cantare, andava al cassonetto dell'immondizia e la gettava là, per poi ritornare dai compagni a cantare. Vedendo queste scene ho ripensato alla bottiglia che avevo bevuto e lasciato sulla panchina... Mi sono quasi commosso, e senza vergogna mi sono mischiato a loro, gridavo anche io "ELLAS! ELLAS!", battevo le mani, bevevo birra abbracciato con loro.... E' stata una forte emozione, un'emozione forse addirittura più intensa di quella che sarebbe stata se mi fossi trovato a festeggiare l'Italia. E perchè mai? Perchè la Grecia, culla dello sport nei tempi antichi, non aveva mai vinto niente, e negli occhi di quei ragazzi venuti fin qui per studiare e per fuggire dalla miseria del loro paese, riuscivo a leggere la consapevolezza di essere per una notte i "primi d'Europa". Luce nei loro occhi, la stessa luce che brillava nei giocatori che alzavano, forse ancora increduli, la coppa al cielo. Grazie Dio Pallone, per raccontarci queste favole, queste favole che vanno al di là dei miliardi e degli interessi di molte, TROPPE persone. Queste favole che ti fanno amare lo sport, e ti fanno sperare ancora un po' in un calcio sano, un calcio pulito. Alè ELLAS!
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