Nick: NEVERLAND Oggetto: [DVD] Kung Fu Collection Data: 3/8/2004 13.3.50 Visite: 363
Trovate in edicola da Agosto una nuova collana DVD, edita dalla Fabbri, che raccoglierà il meglio della cinematografia di Arti Marziali.
Non potendo acquistare il primo fascicolo, in quanto già possiedo il film in allegato, non so assicurarvi la bontà del prodotto (qualità audio-video), indi nn sono certo che i film in questione siano restaurati o siano solo dei semplici riversamenti da VHS a DVD. Cmq nella prima uscita trovate a soli 8,90 euro, il miglior film (in my opinion) dell'intramontabile Bruce Lee:
I 3 Dell'Operazione Drago La sua furia nei combattimenti era incomparabile. Il suo spirito, indomabile. A più di venticinque anni dalla sua scomparsa, Bruce Lee resta il punto di riferimento per tutti gli interpreti di film sulle arti marziali. E "I 3 dell'operazione drago" resiste alla prova del tempo, confermandosi come la saga più popolare del suo genere cinematografico. I 3 dell'operazione drago porta Lee sull'isola-fortezza di un criminale, la cui accademia di arti marziali fa da copertura a traffici di droga e giri di prostituzione. Per vendicare la morte della sorella, Lee si infiltra nella roccaforte e partecipa al brutale torneo di arti marziali di han. E' una festa per gli occhi l'avvincente susseguirsi di combattimenti, nei quali si fondano tecniche di Karate, Judo, Tae Kwon Do, Tai Chi Chuan e Haikido, sotto l'abile guida dello stesso Lee. L'entusiasmo per le arti marziali generato da Bruce Lee dura ancora oggi e i suoi film sono un patrimonio molto amato dal grande pubblico. Patrimonio di cui I 3 dell'operazione drago è la massima espressione. Avviso cmq i puristi del DVD e i collezionisti accaniti che di questo stesso film uscirà a Settembre un'edizione speciale a 2 DVD per festeggiare il trentesimo anniversario della pellicola. Ma quello che mi preme sottolineare e promuovere è la prossima uscita della collana che proporrà l'introvabile "5 Dita Di Violenza" (amatissimo da Tarantino e citatissimo nel suo ultimo Kill Bill).
L'inatteso successo internazionale di "King Boxer" ("Five Fingers of Death", in Italia "5 dita di violenza", 1972, di Cheng Chang Ho, conosciuto anche come "The Invincible Boxer"), sorprese anzitutto il suo produttore Run Run Shaw, che lo considerava un filmetto (rispetto al classico "Boxer from Shantung"). In effetti, "Tianxia Diyi Quan" (Il numero uno dei pugni mondiali: così il titolo cinese), era un lavoro di modesto artigianato di Cheng Chang Ho, un regista impersonale e poco prolifico che qualche anno dopo si sarebbe ritirato per tornare in Corea, suo paese natale, ma tant'è! Il successo del suo film fu eclatante (solo in Italia superò 800 milioni di lire di incasso, più di Bruce Lee) ed il pubblico lo considerò erroneamente il primo film di kung fu, attribuendogli quell'aura di capostipite che in realtà meritava l'antecedente (ma distribuito dopo, qui in Italia), "Chinese Boxer". La trama era comunque complessa: Chin Hao (un nome che divenne popolare tra gli spettatori come lo sarebbe stato quello di Rambo), è il giovane allievo di un sifu che, non avendo più nulla da insegnargli, lo manda in città presso un'altra scuola. Qui, il ragazzo migliora la sua tecnica in previsione di un torneo, al quale però concorre anche il debosciato figlio di un signorotto locale. Per mettere fuori causa Chin Hao, il signorotto ricorre ad un trio di mercenari giapponesi che gli massacrano le mani, ma l'eroe recupera le forze ed apprende la tecnica della mano di ferro, che gli consente di vincere e vendicarsi. Interessante la ricca galleria di figure di contorno: il patetico personaggio della cantante che si innamora, non ricambiata, di Chin Hao; il mercenario dalla testa di granito, che prima è ostile all'eroe e poi perde la vita per aiutarlo; il discepolo invidioso accecato dai suoi stessi complici. Sul piano dei combattimenti, lo stile è quello classico ante-Bruce Lee, fatto di gestualità ampie e salti coi trampolini (un misto di kung fu Hung Gar e karate, tipico del Liu Chia Liang ancora coreografo). Se paragonato ai gongfupian anni ottanta e novanta, King Boxer è obsoleto, ma nell'ottica dei primi anni settanta, era uno spettacolo selvaggio e catartico e resta quindi un classico, mentre per il pubblico di Hong Kong non fu gran cosa. Grazie al suo successo europeo, il protagonista Lo Lieh (un cino-indonesiano che faceva lo stuntman), apparve anche in due coproduzioni italiane: Crash.. che botte! (1974, di Bitto Albertini), che univa kung fu e spy-movies casarecci (tra gli stuntmen anche Jackie Chan), e Là dove non batte il sole (1975, di Antonio Margheriti), accanto a Lee Van Cleef in un tardo western-spaghetti che anticipa Pallottole cinesi con Jackie Chan. Da ricordare infine il sobrio manifesto italiano, ritraente una mano con due bulbi oculari estirpati nel palmo! Un'effige che era tutto un programma, come l'altisonante frase di lancio: "I più fortunati morivano subito!".
Se sarà rispettato il formato widescreen 2,35 e se nn trattasi solo di mero riversamento da VHS avremo un DVD imperdibile da collezione a soli 12,90 euro (prezzo delle restanti uscite della collana). Non resta quindi che incrociare le 5 dita e sperare! Fonte e Links Correlati: http://www.edicolafabbri.it/opere/60028_kung_fu/collana.html
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