Nick: Buendia Oggetto: la talpa Data: 25/2/2010 20.9.19 Visite: 409
la scorsa settimana mi è capitato di incontrare, nel corso di un ambulatorio a cui partecipo, una persona con una storia molto toccante e solo al termine della visita ho capito chi fosse, dove l'avessi già vista. questa cosa mi ha colpito davvero e lasera stessa sono stata tentata di raccontare il fatto qui sopra, omettendo le generalità della persona in questione. ma qualcosa non mi tornava; anche se l'avessi resa del tutto irriconoscibile, mi sarei sentita come se avessi violato il suo privato storico (decisamente molto doloroso) e il suo presente di semplice paziente che si rivolge ad un medico per un problema di salute. e adesso voglio condividere questa riflessione che forse c'entra poco con la mia premessa, ma me ne sono servita per spiegarmi meglio. quando qualcuno, nell'esercizio delle sue funzioni, viene a conoscenza di certi dettagli privati sul conto di tizio e caio e li rivela senza che questa rivelazione si renda utile nè tantomeno necessaria all'esercizio delle medesime funzioni, di cosa parliamo? di uno che non sa fare il proprio dovere? di qualcuno che ha un'etica tarocca? di qualcuno che non è mai cresciuto veramente? di tutte queste cose e molte altre insieme? ES.: poniamo l'ipotesi che qualcuno, autorizzato ad accedere ai nostri dati telefonici, passi il tempo a farsi due risate sui messaggi in entrata o in uscita sul nostro cellulare, oppure ad ascoltare le nostre conversazioni, così, per distrarsi nei momenti di noia. poniamo pure che da quest'altro lato ci siamo noi; perfettamente consapevoli che certi controlli -paradossalmente- sono finalizzati alla nostra sicurezza accettiamo che ci sia qualcuno che all'occorrenza guardi nel nostro privato. non ci sfiora nemmeno l'idea che il controllo si spinga oltre tanto che il nostro controllore si diverta nel raccontare agli amici le sue deduzioni su quello che facciamo. tanto più che egli svolge questo delicato compito in virtù del fatto che qualcuno, al di sopra di lui, lo ritiene adatto all'incarico. non so voi, ma io a questo punto sarei una iena, sarei molto delusa, abbastanza incazzata e sufficientemente nauseata dalla gestione del servzio. il fatto è che per maneggiare certe informazioni riservate, anche se non siamo indagati e non rischiamo di essere sbattuti in prima pagina perché qualcuno decide di raccontare a cuor leggero che c'è un'indagine giudiziaria nei nostri confronti, queste informazioni dovrebbero essere raccolte da persone responsabili; tanto più che la loro rivelazione non partecipa affatto delle finalità del ruolo che svolge chi ne entra in possesso. ma mi rendo conto che per fare questo bisognerebbe possedere un'etica superiore che trascende anche i vincoli giuridici e gli eventuali giuramenti. poi dicono che nelle procure ci sono le gole profonde, un tempo le chiamavano talpe... |